ADDICTION CREW - "Lethal" - reviews

from : http://www.metalmessage.de/Reviews2/addiction-crew.htm

ADDICTION CREW

„Lethal“

(Aural) 5/10

1996 gegründet, erwies sich diese italienische Innovatoren-Truppe bis heute als ein Haufen unbeugsamer Dickköpfe, denen ihre Musik verdammt viel bedeutet. `98 erschien das Debütalbum „Just To Hurt“, und die Band entwickelte mit den Jahren einen recht eigenen Stil. „Lethal“ heißt der brandneue Langspieler, und auch hierauf zocken drei lässige Lederjackenkerle um die stimmstarke Sängerin Marta Innocenti ihren betont abwechslungsreichen Modern Metal so gut sie können. Freunde (vor allem jüngeren Alters) von populären Nu- und Modern Metal-Acts werden der aufwändig produzierten Trendy-um-jeden-Preis-Scheiblette was abgewinnen können, doch mich lockt der Vierer damit nicht hinterm Metal-Ofen hervor. Denn es gebricht dem Quartett trotz aller tapfer offerierten emotionalen Schübe schlicht gesagt leider an wirklich zündenden Ohrenfängern; freilich, Addiction Crew qualifizieren gängige Genre-Schemata und Erfolg versprechende Stilistikmerkmale lobenswert souverän ab, doch das aktuelle Material zieht eben vollkommen unspektakulär an meinen Lauschern vorbei. Diese Italiener sollten sich mal die Finnen Poets Of The Fall anhören, denn die wissen ganz genau, wie man solcherlei Musik so richtig gut und zeitlos macht.

Markus Eck
 
from : http://www.eutk.net/album.aspx/8912/7766/


Addiction Crew - Lethal


(Aural Music / Audioglobe)


Gli Addiction Crew (già Addiction) non hanno bisogno di presentazione, rappresentano una fetta rilevante della storia della musica pe(n)sante italiana, il cui leader, Alex Guadagnoli, è uno dei primi movers della nascente scena crossover/nu metal italiana, uno che la storia l’ha fatta, sin dal lontano 1996, quando eravamo ancora in tre o quattro a comprendere l’innovatività e la portata dirompente di certe sonorità “Made in California”, che avrebbero sconvolto poi il mondo intero e avrebbero ridefinito il senso della parola metal.
Se queste credenziali valgono qualcosa, e non sono solo riempitivi per una info sheet qualsiasi, lo comprendiamo nell’esatto momento in cui premiamo il tasto play del lettore, per immergerci nel nuovo disco degli Addiction Crew, “Lethal”.
Provare a descrivere il loro sound sarebbe possibile, usando termini essenziali quali potenza, melodia, omogeneità, varietà, feeling, groove, e chissà quante altre ne potrei trovare, ma nessuna di queste potrà mai descrivere il flusso emozionale, l’alchimia magica ed irripetibile del vortice in cui si viene risucchiati dalla prima fino all’ultima traccia. Non una nota fuori posto, non un pezzo buttato a caso, non un riff sprecato, la durata giusta per ogni singola canzone, produzione perfetta, abile ad esaltare i momenti melodici senza scalfire la potenza delle chitarre, le quali tornano a scavare solchi come si usava alla maniera di fine anni ’90 inizio anni 2000.
Songwriting eccelso, maturo, senza sbavature, con una cantante donna, tale Marta Innocenti, assolutamente superba, emozionante, ispirata. Una band che non si scorda da dove viene e cita intelligentemente il proprio passato, pur avendolo stravolto e riammodernato, “Shove” nei suoi primissimi secondi sembra “A.D.I.D.A.S.” (se non sapete di chi ha scritto questo capolavoro avete sbagliato a cliccare), “To The Core” si ricorda che il ritmo del rap è una componente fondamentale della contaminazione, “Target” è l’electro metal che gli Orgy non sono mai riusciti a fare, anche citando i New Order, “Surrounded” è il pezzo che gli One Minute Silence avrebbero potuto scrivere se fossero andati a lezione dai Limp Bizkit di “Significant Other”, “Hangin’ In The Air” è la ballad emo che nessuna band dai capelli fucsia potrà mai nemmeno sognarsi di scrivere, perché completamente a digiuno di r’n’b.
La contaminazione totale, il disco perfetto, l’acme di oltre una decade di ricerca sonora e sperimentazione, il capolavoro irripetibile, dopo il quale si può solo smettere e appendere gli strumenti al chiodo.
Può darsi che domattina mi svegli e mi renda conto di aver sognato tutto questo. Se fosse così lasciatemi sognare.


Genere: Nu Metal / Crossover
Anno di uscita: 2008
Durata: 37 min.
Tracklist:

LETHAL
TARGET
THE REASON YOU CAN'T SLEEP
SEE ME AGAIN
MAKE A SENSE
ALONG THE WAY
SHOVE
SIGNS OF LIVING
HANGIN' IN THE AIR
RIDE THE LIARS
TO THE CORE
SURROUNDED
Line up:

Marta Innocenti: vocals
Alex Guadagnoli: guitars
Max Canali: bass
Luca Canali: drums



Recensione a cura di
Luigi 'Gino' Schettino

rate : 10 :headbang::headbang:
 
from : http://www.darkscene.at/index.php?m=review&i=3359&PHPSESSID=6ea0ff6b3d9a9c3c9fdca347be56fcca

Addiction Crew - Lethal

Label: Aural Music
06.06.2008

Review Darkscene : Tom


7.5


Eine der positivsten Überraschungen des Monats ereilt uns aus dem sonnigen Italien. Skeptisch wie immer, wenn mich ein Release aus dem Land der korrupten Strandliegenbewirtschaftung erreicht, schiebe ich "Lethal" in die Playerscheide um, aller Zweifel zum Trotz, fett durchgerockt zu werden.
Kitschfrei, unaufdringlich und sehr satt drückt das, vom schmutzig erotischen Frontfräulein Marta Innocenti geführte, Quartett aus Bologna eine höchst hitdichte und mit dezent elektronischen Versatzstücken aufgemotzte Crossover- Mischung aus treibenden Hard Rock Songs und coolen Modern Metal Tracks in die Ferne. Man merkt der Band an, dass sie bereist seit zwölf Jahren aktiv ist. "Lethal" klingt höchst professionell, versprüht zu jeder Sekunde absolute Selbstsicherheit und Klasse. So sind es nebst einem extrem fett rockenden "Target" (das elektronisch geladene Zweitwerk von Gemini Five kommt mir in den Sinn), einer modernen Power Ballade mit leichtem Linkin Park Touch namens "Make Me Sense", dem fast im Fear Factory-Takt schremmenden Hit "Shove", sowie dem brettharten Ohrwurm "Along The Way" und der pfundig kantenden Chartnummer "See Me Again", fast ausnahmslos geile Tracks, die sich sowohl für die nächste Party, wie auch zum Autofahren, aber auch für die großen Musiksender aufdrängen. Voll von dezent und effektiv druckvollen Loops, krachend geradeaus kickenden Gitarrenwänden und rotzig coolen Vocals, vergessen die Itaga nie den Sinn für den treffsicheren Refrain, treibende Grooves und das nötige Maß an Abwechslung. Die Addiction Crew hat ein superfett produziertes Modern Metal Album am Start, das eine große Schar potentieller Hartwurstfans ansprechen sollte, über weite Strecken durch leichte US-Modern Metal Note der Marke Linkin Park oder Evanescence aufgepimpert wird und ab und dann mit höchst zeitgemäßer Lacuna Coil Facette punktet. Egal ob Frau Innocenti die druckvollen Songs alleine, oder im wuchtigen Duett mit ihren Hintermännern intoniert, das Ergebnis stimmt und entpuppt sich sicher nicht nur für meine Wenigkeit als höchst rockbar, hittauglich und hörenswert, so dass man bei "Lethal" ganz klar von einem der besten Italo Releases der letzten Zeit sprechen muss.

All die erwähnten Attribute mögen in Anbetracht der Herkunft der Jungs und Mädel zwar durchaus arg veramerikanisiert klingen, mir persönlich aber ist das egal, weil’s rockt, Arsch tritt und fett ins Ohr geht!
Ich gestehe ein, keinen einzigen der bisherigen Releases der Addicition Crew zu kennen, für "Lethal" allerdings stelle ich die Ampeln ohne Zweifel auf Dauergrün und sage den Italienern (bei entsprechender Promotion) ein absolutes Crossover- Erfolgsalbum voraus.
Und genau dieses sollte sich der zeitgemäße Hard Rocker ebenso mal rein pfeifen wie der weltoffenen Metalhead, der Modern Metal Fan und der hartmetallische Nachwuchs!

I’m very amused!
 
from : http://www.eutk.net/album.aspx/8912/7766/


Addiction Crew - Lethal


(Aural Music / Audioglobe)


Gli Addiction Crew (già Addiction) non hanno bisogno di presentazione, rappresentano una fetta rilevante della storia della musica pe(n)sante italiana, il cui leader, Alex Guadagnoli, è uno dei primi movers della nascente scena crossover/nu metal italiana, uno che la storia l’ha fatta, sin dal lontano 1996, quando eravamo ancora in tre o quattro a comprendere l’innovatività e la portata dirompente di certe sonorità “Made in California”, che avrebbero sconvolto poi il mondo intero e avrebbero ridefinito il senso della parola metal.
Se queste credenziali valgono qualcosa, e non sono solo riempitivi per una info sheet qualsiasi, lo comprendiamo nell’esatto momento in cui premiamo il tasto play del lettore, per immergerci nel nuovo disco degli Addiction Crew, “Lethal”.
Provare a descrivere il loro sound sarebbe possibile, usando termini essenziali quali potenza, melodia, omogeneità, varietà, feeling, groove, e chissà quante altre ne potrei trovare, ma nessuna di queste potrà mai descrivere il flusso emozionale, l’alchimia magica ed irripetibile del vortice in cui si viene risucchiati dalla prima fino all’ultima traccia. Non una nota fuori posto, non un pezzo buttato a caso, non un riff sprecato, la durata giusta per ogni singola canzone, produzione perfetta, abile ad esaltare i momenti melodici senza scalfire la potenza delle chitarre, le quali tornano a scavare solchi come si usava alla maniera di fine anni ’90 inizio anni 2000.
Songwriting eccelso, maturo, senza sbavature, con una cantante donna, tale Marta Innocenti, assolutamente superba, emozionante, ispirata. Una band che non si scorda da dove viene e cita intelligentemente il proprio passato, pur avendolo stravolto e riammodernato, “Shove” nei suoi primissimi secondi sembra “A.D.I.D.A.S.” (se non sapete di chi ha scritto questo capolavoro avete sbagliato a cliccare), “To The Core” si ricorda che il ritmo del rap è una componente fondamentale della contaminazione, “Target” è l’electro metal che gli Orgy non sono mai riusciti a fare, anche citando i New Order, “Surrounded” è il pezzo che gli One Minute Silence avrebbero potuto scrivere se fossero andati a lezione dai Limp Bizkit di “Significant Other”, “Hangin’ In The Air” è la ballad emo che nessuna band dai capelli fucsia potrà mai nemmeno sognarsi di scrivere, perché completamente a digiuno di r’n’b.
La contaminazione totale, il disco perfetto, l’acme di oltre una decade di ricerca sonora e sperimentazione, il capolavoro irripetibile, dopo il quale si può solo smettere e appendere gli strumenti al chiodo.
Può darsi che domattina mi svegli e mi renda conto di aver sognato tutto questo. Se fosse così lasciatemi sognare.


Genere: Nu Metal / Crossover
Anno di uscita: 2008
Durata: 37 min.
Tracklist:

LETHAL
TARGET
THE REASON YOU CAN'T SLEEP
SEE ME AGAIN
MAKE A SENSE
ALONG THE WAY
SHOVE
SIGNS OF LIVING
HANGIN' IN THE AIR
RIDE THE LIARS
TO THE CORE
SURROUNDED
Line up:

Marta Innocenti: vocals
Alex Guadagnoli: guitars
Max Canali: bass
Luca Canali: drums



Recensione a cura di
Luigi 'Gino' Schettino

rate : 10 :headbang::headbang:


wow :OMG::OMG::OMG::OMG::OMG::OMG::OMG::OMG::OMG::OMG:
 
http://www.ultimate-guitar.com/reviews/compact_discs/addiction_crew/lethal/index.html


Lyrics and Singing: When you’ve got cliche riffs and cliche structures, you are likely to have cliche lyrics as well. While I wouldn’t be harsh enough to say that they’re entirely generic, the lyrics on ‘Lethal’ are pretty run-of-the-mill. You get some lines such as “Like a fading dream I cannot forget” which make it even more difficult to accept Addiction Crew as much more than a band who just haven’t got it. It’s harsh, but aside from the occasional solid song, there’s no lyrical cleverness to save the band from musical mediocrity. // 6
Impression: You know what, this album is performed with passion and with intensity, and there are some pretty nice melodies going on (‘See Me Again’) but the sense of familiarity is very difficult to shake off. At times, especially in those cookie-cutter verses, Addiction Crew sound like a Eurovision song contest entry that’s been injected with some edgier rock sounds. If that sounds appealing to you, then maybe they’re worth a try, and don’t think for a second that there aren’t any enjoyable songs. The hilariously titled ‘Make A Sense’ is easily the highlight, with polished vocals, crunchy guitars and truly infectious melodies. Aside from that, there are bits and pieces worth remembering (for example the impressive acoustic solo on ‘Hangin’ In The Air’) and it’s safe to say that if the vocals were improved then this would actually be a decent album. Of course, as with quite a lot of albums which rely on vocals it’s worth finding out for yourself whether this band does anything for you, but for this reviewer it unfortunately does now. // 6
Sound: Addiction Crew are an Italian hard rock/metal band, with a leaning towards the Evanescence school of thought, albeit without the pretension and egomania. What you’ll find with this album is a collection of pop melodies with a typical metal backdrop. Hey, you’ve even got the female lead singer with a male guitar player that sings a bit. If this setup is familiar to you, then so is this music. The energetic riffs, as generic as they are, can be fairly enjoyable and the strong presence of bass and drums in the mix gives the songs a real pulse. However, there’s only so much that a pounding kick drum can do for a band that’s all about the vocals. For a band like Addiction Crew to stand out from the legions of other copies out there, they need to pen some really quality choruses and it always helps if the singer has a real set of pipes on them. Unfortunately, Marta Innocenti is not the type of singer that can carry a band. In fact, whether or not she’s really ‘lead singer’ is arguable, as Alex Guadagnoli seems to take up just as much time with his average vocals and even rapping. There’s something distinctly ‘off’ about both of them as while they seem to be hitting the notes, their timbre and delivery is not quite up to scratch and sadly, without that the efforts of the rest of the band cannot really amount to anything. // 5
 
http://www.kronic.it/artGet.aspx?aID=2&sID=16676

Addiction Crew

Lethal

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di Giancarlo Maero


Poker o bluff?
Ai tempi, l’aggiungere al loro nome il suffisso “Crew” non è stato per gli Addiction che una conferma formale esplicita di una vocazione crossoveristica mai venuta meno. Anche oggi gli italiani guardano a un modello certamente più americano nel loro approccio al metal, che viene come sempre vestito di dettagli, orecchiabilità e soprattutto impostazione mainstream.

Pregio e difetto al contempo è l’evidente costruzione di ognuno dei dodici pezzi in chiave di singoli, calibrati su una base potente, diretta e attuale – il crossover di passaggio millennio si sposa con accenti neometallici che ai più giovani ascoltatori statunitensi non potranno non richiamare i fenomeni di settore, Trivium e Killswitch Engage – e sulle melodie immediate a cui tanto l’elemento metal quanto le venature elettroniche sono asserviti, e il cui peso è retto in buona parte dalla cantante Marta.

Indubbiamente la scelta dei mezzi è perfettamente integrata nel target della musica hard ma di facile presa su cui le classifiche di settore sono fondate al momento oltreoceano, ma il prezzo pagato da “Lethal” e dalla ricerca ininterrotta dell’hook definitivo è la superficialità del corpus complessivo. Banalità difficilmente evitabili quando si parte da simili presupposti possono dirsi scarsamente influenti quando si tratta di un ascolto radiofonico di tre minuti e indirizzato a una ben precisa fascia di pubblico, ma la ripetizione finisce per privare di personalità e spessore un prodotto il cui eventuale successo, in definitiva, sarà legato a dinamiche che esulano dalle qualità effettive poiché di singoli costruiti sulla stessa falsariga le radio americane sono strapiene.
 
http://www.alonemusic.it/recensione.php?id=332

Addiction Crew

Lethal



Lethal_AddictionCrew.jpg

SITOWEB:

http://www.addictioncrew.com
http://www.myspace.com/addictioncrew
VOTO:

7 / 10

ETICHETTA:

Aural Music

TRACKLIST:

001.Lethal
002.Target
003. The Reason You Can’t Sleep
004. See Me Again
005. Make a Sense
006. Along The Way
007. Shove
008.Signs Of Living
009.Hangin’ In The Air
010. Ride On Liars
011. To The Core
012. Surrounded (Mixed by James Dunkley)




Rimango alquanto affascinata dall’impatto accattivante dei nostrani Addiction Crew e non posso fare a meno di ascoltare il loro secondo full lenght, Lethal.

Dodici tracce dai suoni leggermente metal e dalle influenze core e j-rock. Credo sia dovuto a queste sfumature il loro successo nella terra del Sol Levante. Se non conoscete il genere di cui sto parlando, l’ottava song “Signs Of Living” vi andrà in aiuto. Al contrario le melodie delle ultime “To The Core” e “Surrounded” mi hanno riportato alla mente vecchi successi dei Linkin Park! Naturalmente in questo caso, la voce principale è affidata alla seducente Marta, frontwoman del gruppo. Il suo timbro caldo e aggressivo dà un tocco heavy alla produzione il quale viene prontamente controbilanciato dalla presenza di backing vocals maschili in pulito e, a volta, rappeggianti.

Ogni brano è caratterizzato da riffs facilmente orecchiabili e da una modesta esecuzione alla batteria da parte di Luka (a mio parere, molto più "impegnato" nel suo parallelo progetto con gli Idols Are Dead).
Non può mancare la ballata dell’album “Hangin’ In The Air”, che, pur rallentando il ritmo generale, mantiene una forte carica aggressiva grazie all’interpretazione della vocalist.

La mia preferita non può che essere “Shove” la traccia più orientata verso sonorità metal.

Insomma…se siete stanchi di ascoltare gli ultimi successi di Avril Lavigne su Mtv e volete lanciarvi su qualcos’altro di più “pesante” mantenendo le distanze da stili goticheggianti alla Evanescence allora direi proprio di buttare un orecchio su questo gruppo made in Italy!




05-06-2008 |by Djibril
 
from : http://metal.de/cdreviews.php4?was=review&id=10498

ADDICTION CREW - Lethal
MetalCore
Label/Kontakt: Aural Music
12 Songs (36:41)
Webseite: www.addictioncrew.com

Gestatten, ADDICTION CREW, eine weitere Truppe mit Hitparadenambitionen. Damit hat es bislang zwar noch nicht so recht klappen wollen, aber das verwundert irgendwie auch nicht.
Gesichts- und eigenschaftslos zitieren die Italiener sich quer durch den amerikanisch-mondänen "Lifestyle", den die Medien gerne propagiern, Klamotten und Großstadtästhetik gibt's inklusive. Ein wenig drittklassiger Metalcore, charakterloser Gesang in bester Chartsmanier gesellt sich zu weichgespültem Gitarrengesäusel. Vielleicht kann man ADDICTION CREW zugute halten, dass sie ihre letzten Ecken und Kanten doch noch behalten wollten, zumindest meint man das, wenn man so manches härtere Riff oder Break hört, vielleicht sogar einen fetten Schlagzeugeinsatz oder ein wenig Gegrunze. Alles in allem wirkt aber sogar das kalkuliert und schmiegt sich gewollt harmlos zwischen vielgehörte Gesangslinien, Quotenballaden mit Synthesizergekleister oder Wilderei im New Metal mit Rapeinlagen, die vor Dilettanz nur so strotzen. Ich vermag nicht einmal zu raten, wo hier die Zielgruppe liegen soll, denn unter einem Untergrund für Mainstreammusik kann ich mir so recht nichts vorstellen.

Ob das mit den Charts so klappt, ist fraglich, denn sogar die stellen bekanntlich den einen oder anderen Anspruch. Insgesamt eher verzichtbar.

Punkte: 3/10
(Achim / 11.06.2008)
 
entrateparallele:
A tre anni di distanza da “Break In Life” gli italiani Addiction Crew presentano la loro ultima fatica, “Lethal”.
Come nel precedente lavoro, il gruppo continua a muoversi tra nuove concezioni sonore rock / metalliche.
Sin dal primo ascolto il disco suona molto pulito e privo di sbavature, certamente merito alla voce melodica di Marta.
Rarissimi sono i brandelli riconducibili alla più comune tradizione nu-metal ’90, così le canzoni risultano per lo più melodiche senza innescare quella scossa di energia che uscite discografiche del secolo scorso hanno saputo trasmetterci.
Scelta senz’altro discutibile, ma nello stesso tempo coerente, questo disco è l’evoluzione del lavoro precedentemente avviato con il forte intento di stabilire un distacco dalla mandata nu-metal.
Una nota di merito, da sottolinearsi doverosamente, è il continuare a proporre la loro musica con le caratteristiche per le quali sono conosciuti in Italia quanto in Giappone, senza lasciarsi facilmente inghiottire dal ciclone trendy denominato “qualcosa-core”, dove (purtroppo) molti gruppi italici (e non solo) di fine anni ‘90 sono scivolati, perdendo così la propria personalità ed originalità.
Detto questo, “Lethal” scorre in maniera piuttosto anonima, tanto che solo a metà del disco si iniziano a cogliere le prime vibrazioni di emozione, nelle tracce “Along The Way” e “Shove”: Luca alla batteria svolge un piacevole lavoro, personalizzando nei migliori dei modi queste due canzoni.
Durante l’ascolto dell’album si avverte spesso la mancanza di parti più spinte e di un groove sicuro e coinvolgente e la latitanza di questi elementi rendono i quaranta minuti scarsi del disco forse eccessivamente monotoni.
“To The Core” e “Surrounded” chiudono “Lethal” discretamente e, anche se solo per poche manciate di secondi, Alex rispolvera la sua vecchia maniera di interpretare canzoni, così qualche strofa rappata e una spruzzata di ruggiti tengono a galla in piena zona Cesarini l’economia complessiva di questo lavoro.
Nonostante la buona registrazione (Fear studio), questa uscita è consigliabile esclusivamente agli appassionati del genere e a chi è in cerca di primi ascolti di musica rock leggermente più heavy dall’ordinario.
 
from : http://metalroxx.com/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&did=646


ADDICTION CREW - Lethal


Blankpoliert, sonnengebräunt und frisch aus Italien, sowie mit dem Willen versehen die Musikwelt jenseits des Stiefels zu erobern. Damit dies vielleicht ein wenig besser flutscht, hat man die attraktive Marta geschnürt und geledert an die Spitze der vierköpfigen Formation ADDICTION CREW gesetzt. Nun ja, dann wollen wir mal sehen, ob man nach 12 Jahren Bandgeschichte, zahlreichen europäischen und japanischen Charterfolgen, MTV rock Topposition in Spanien und vier Alben endlich auch in der richtigen Metalszene den Durchbruch schafft.

Sehr elektronisch mit hallendem Hintergrundgesäusel steigt man in „Lethal“ ein und ich habe eher das Gefühl, eine Italo-Pop-Scheibe mit leichter Heavy-Schlagseite abbekommen zu haben. Auch der zweite Song „Target“ gestaltet sich nicht anders, man singt sich poppig glattpoliert durch die guten drei Minuten, die Gitarren plätschern recht belanglos an mir vorbei.
Vor allem die männlichen Rapeinlagen drehen mir richtig den Magen rum, vor allem bei Track Nummer elf „To The Core“, wo sich viertklassiker Kindergarten-MetalCore mit gesichtslosem Gesang mit drittklassigem Rap die Klinke in die Hand gibt. Auch das Keyboardgetragenen „Make A Sense“, welches direkt aus den Staaten stammen könnte mit Ziel auf die europäischen HipHop/Soul-Rock Charts, wirkt einfach zu steril und ist einfach nur massentauglich.
Bei „Shove“ wildert man dann mal recht ungeniert im New Metal Sektor und „Hangin´In The Air“ scheint die Pflichtballade dieses Albums darzustellen und watet sogar mit akustischen Gitarrenklängen im Hintergrund auf.

Insgesamt plätschert dieses Album schlichtweg an mir vorüber, jeder Song klingt ähnlich unspektakulär und lediglich die aufkommenden „Ich-glaub-mir-wird-schlecht“ – Gefühle lassen meine volle Aufmerksamkeit wieder gen Plattenspieler wandern.
Ich finde dieses Album unnütz wie einen Gropf, ein Hühnerbein, Krähenfüße oder auch Hämoriden am plattgesessenen Hintern! Dieser ganze Chartsrock mit seinen maßgeschneiderten, Nieten- und Totenkopfbesetzten Lederklamotten, Strass- und Glitzereffekten, sowie Ed Hardy Shirts soll lieber weiterhin bei MTV und VIVA laufen – in der alten, echten Metalszene werden solche Bands eher weniger Fuß fassen!

Tracklist:

01.Lethal
02.Target
03.The Reason You Can't Sleep
04.See Me Again
05.Make A Sense
06.Along the Way
07.Shove
08.Signs of Living
09.Hangin' in the Air
10.Ride on Liars
11.To the Core
12.Surrounded

Punkte: 3/10
Label: Aural Music
Songs: 12
Spielzeit: 36:41 Min
Genre: Modern Metal


Tanja Nusser
 
from : http://www.bleeding4metal.de/index_de.php?show=review_de&id=1880

Addiction Crew - Lethal

Review von Vikingsgaard / 20.06.2008

Die Sängerin nennt sich Marta Innocenti, was an und für sich schon recht bescheuert rüberkommt, da dem flachbrüstigen Gesang selbiger Dame das optische Pendant eher der Unbedarftheit, denn der Unschuld frönt. Versteht mich nicht falsch, Marta hat eine wunderbare Stimme, aber sie kommt alleine nicht gegen die sehr straight produzierten Gitarren an, weswegen ich ihr den Metal nicht ganz abkaufe. Gelegentliche Unterstützung findet sie nicht nur im Vocalizer, sondern auch in Gitarrist Alex, welcher sich auch für die Produktion verantwortlich zeigt. Diese, allerdings, lässt keine Wünsche offen und braucht sich nicht hinter diversen Big-Budget Produktionen zu verstecken, die dann nicht mal halb so knackig aus den Boxen schallen, sehr gute Arbeit!

ADDICTION CREW kredenzen Metal-Pop vom Feinsten, was auch die diversen Chartplatzierungen bestätigen, wobei mir aber der Pop ein wenig zu oft zum Zuge kommt, der Metal aber, wenn er denn mal bemüht wird, nicht von der Hand zu weisen ist. Das Album rockt durchaus, aber ihr seht schon, ich tu mich recht schwer mit dem Review und bin mir auch nicht sicher, ob selbiges für einen interessierten Käufer überhaupt hilfreich ist. Lasst es mich abschließen und bemerken, dass, wem GARBAGE's "Version 2.0" gefällt, aber zu soft ist, die ADDICTION CREW mit 'Lethal' eine sehr gute Alternative bietet.

in diesem Sinne,

skàl



Gesamtwertung: 7.0 Punkte

Trackliste
01. Lethal
02. Target
03. The Reason You Can't Sleep
04. See Me Again
05. Make A Sense
06. Along The Way
07. Shove
08. Signs Of Living
09. Hangin' In The Air
10. Ride On Liars
11. To The Core
12. Surrounded

Band Website: www.addictioncrew.com
Medium: CD
Spielzeit: 42 Minuten
VÖ: 06.06.2008
 
from : http://www.theshipmagazine.com/addiction-crew---lethal.htm

ADDICTION CREW - Lethal


Label: AURAL MUSIC

Anno: 2008

Se si potesse coniare una definizione che sta per “Metal moderno”, uno dei gruppi a cui fare riferimento sarebbe senza alcun dubbio Addiction Crew. A distanza di tre anni dal predecessore ‘Break In Life’ tornano a calcare le scene con il nuovissimo Lethal, album formato da 12 brani dall’essenza ultra-moderna, che si pongono in territori crossover/nu rock, ed egregiamente prodotto, dai suoni compressi e senza alcuna sbavatura, dove nonostante il genere proposto, ogni singola traccia presente potrebbe essere considerata come un ipotetico singolo pronto a scalare le classifiche di mezzo mondo. Diciamo questo in quanto il songwriting degli Addiction Crew è cresciuto tantissimo, e si pone sicuramente come una delle migliori band del pianeta per quanto riguarda la loro proposta, che si distanzia anni luce dal nu metal degli esordi e da qualsiasi altra forma di metal estremo, ma che va a puntare dritto sull’immediatezza e sulla melodia finale, senza per questo perdere la pesantezza nella struttura dei brani. L’album scorre via inesorabile, tra le diverse sensazioni che il loro sound riesce a creare. La sezione ritmica è rocciosa e agile allo stesso tempo, come il continuo vortice di riff che Alex Guadagnoli riesce a sfornare e che forma quella strana e affascinante alchimia con la bella voce di Marta Innocenti. Indubbiamente Lethal è rivolto quasi esclusivamente agli amanti della musica crossover e pop metal “made in 2000”, e soprattutto verso la nuova generazione new rock giovanile, quella che negli States sta spopolando, a mio avviso spostando quasi completamente il loro bacino d’utenza. Tra i brani più riusciti ‘Target’, ‘Along The Way’, ‘To The Core’ e ‘Surrounded’, ma comunque il livello del disco si mantiene sempre costante in tutti i brani che lo compongono, riuscendo a coniugare cattiveria musicale e melodia senza storpiarle, ma cercando di trovare delle nuove soluzioni e soprattutto un nuovo equilibrio. Indubbiamente da consigliare a occhi chiusi a chi ama queste sonorità e a chi vuole tentare un approccio con la musica crossover e postmetal senza rimanere sconvolti, per i metallers invece, assolutamente da tenere lontano dallo stereo!

VOTO: 80/100

www.addictioncrew.com

www.myspace.com/addictioncrew


Antonio Leoncini
 
http://www.powermetal.de/review/review-12595.html

Seit mittlerweile zwölf Jahren ist diese Band bereits aktiv und diese Tatsache hört man ihrem aktuellen Silberling "Lethal" auch an. Zwar stelle ich mir unter einem "tödlichen" Album etwas anderes vor, allerdings kann ich mir sehr wohl vorstellen, dass der Formation, deren Aushängeschild Sängerin Marta Innocenti ist, in vielen Regionen dieser Welt die Charts entern wird.

Mit mächtig drückenden Klängen, die grob als Melange von modernem Rock, Metal und zahlreichen elektronischen Einsprengsel, sowie Anleihen aus dem Nu Metal, vereinzelt aber rauch aus dem brachialen Rap, hat das Quartett eine großteils griffige und immerzu gut abgehende Crossover-Mixtur am Start, die nicht nur sehr professionell aus den Boxen dröhnt, sondern obendrein auch Ohrwürmer ohne Ende offenbart. An Vergleichen müssen hier Bands wie LINKIN PARK genannt werden, die schon vor längerer Zeit mit ähnlich kraftvollen, aber dennoch balladesken Nummern wie 'Target' weltweit für Furore zu sorgen im Stande gewesne sind. Aber auch FEAR FACTORY lassen sich hinsichtlich der Riffs ausmachen, speziell wenn ADDICTION CREW amtlich loslegen sind diese Anklänge nicht von der Hand zu weisen. Schon klar, derart brachial zu klingen schaffen die Italos niemals, aber eine mächtige Schlagseite dieser Institution lässt sich dennoch erkennen.

Durch die Tatsache, dass die Band angesagten Metal in unterschiedlich atmosphärischer und heftiger Machart kredenzt und zudem eine stimmlich dominante Frontdame in ihren Reihen hat, drängen sich als weitere Vergleiche logischerweise EVANESCENCE, aber auch ihre Landsleite von LACUNA COIL förmlich auf.

Ob es der ADDICTION CREW tatsächlich gelingen kann in den Hitparaden zu landen, hängt wohl auch davon ob zündende Tracks wie 'The Reason You Can't Sleep', 'Along The Way' oder 'Surrounded' auch dementsprechend vermarktet werden können. Die besten Voraussetzungen für den Durchbruch hat diese CREW jedenfalls.

Anspieltipps:
The Reason You Can’t Sleep, Along The Way, Surrounded
 
from : http://www.live4metal.com/reviews-634.htm


Addiction Crew - Lethal (Aural Music)


Review by Strawb


I must be honest here and admit that I have never seen a frog in a liquidiser, either before or after the switch is pressed. I have, however, seen a simile on a couple of occasions when Mrs S. does the lawns and our Flymo has a brief and one-sided contest against a slower moving member [soon to be ex-member] of Rana Temporaria. So there are occasions when I will do some gardening, if only to prevent the neighbourhood losing all wildlife. I hate gardening. If faced with a choice then I would be in the queue for un-anaesthetised genital surgery, no contest. In order to make it bearable, some pleasurable element has to be introduced and on the last occasion it was bright sunlight and the chance

to listen to this offering from Addiction Crew. I suspect that I might not be the target audience for any band with ‘Crew’ as an integral part of their moniker, and this view is furthered as the music begins to be forced into my ears – mower on you see so it has to be LOUD. These four Italian artists describe their music as Modern Metal, and modern is not an adjective I ever recall being applied to myself. However, it isn’t something I immediately want to switch off, so we must be making contact somewhere. Something during it reminded me of the sounds my darling daughter used to blast out when she lived at home, so when she visited it made sense to seek her opinion. Not immediately dismissive either, on first listening she stated: ‘They sound like a Europop version of Evanescence but with Tia Carrere singing over the top. [Back to me here] I find the bands output very easy on the ears. The production is accomplished and the result is crisp and clear at all times. The twelve tracks are short and punchy, boredom is not an option here, and each member seems competent in their own field. My research has found that this is their fourth album [with a previous two as Addiction, and two as Addiction Crew] and their first for Aural Music. Being modern, they feel that the physical medium of the CD is on the way out, so have also made these tracks available on all of the main download sites. They seem to be biggest in the Japanese market, but I see no reason why their success cannot be transferred to other areas. They also have a website which provides a taster of their offerings at http://www.addictioncrew.com/2008/ They couldn’t convert me to a liking of gardening, though...
 
from :http://www.eutk.net/interview.aspx/608/


Vorrei iniziasse con una presentazione di “Lethal”, il vostro nuovo bellissimo lavoro.

ALEX G: “Grazie innanzitutto. “Lethal” è un album in cui abbiamo voluto guardare avanti, può sembrare un controsenso ma riarrangiando le sonorità del nostro passato e miscelandole abbiamo trovato una certa evoluzione. Ha diverse sfumature ma è decisamente diverso e più aggressivo del suo predecessore, più maturo musicalmente. Volevamo essere liberi di mostrare ancora il nostro lato più metal e ho cercato di valorizzare molto le chitarre, Marta ha avuto più spazio per esprimersi con la voce e il drumming di Luca credo sia una delle cose che rende la struttura solida. Naturalmente i pezzi sono il riflesso di ciò che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni, diciamo dopo il tour di “Break In Life”, le pressioni da parte di Earache che si aspettava vendessimo duecentomila copie senza che loro si sbattessero più di tanto per promuovere l’album, fino ad arrivare ai problemi interni alla band e le nostre vite personali. Non è stato un bel periodo sicuramente, ma ci ha portato a poter esprimere la nostra energia, o rabbia se preferisci, in maniera più diretta, infatti “Lethal” è decisamente uno degli album più heavy che abbiamo realizzato. Pezzi come “Along The Way”, “Shove” oppure “The Reason You Can’t Sleep” rappresentano perfettamente l’aggressività di cui parlo, lasciando però spazio anche a sonorità di diversa atmosfera come “Target” o “Make A Sense”.”
MARTA: “Perfettamente d’accordo con Alex. “Lethal” è al tempo stesso più aggressivo e di maggiore impatto emotivo rispetto agli album precedenti. Abbiamo scelto le 12 tracce che lo compongono tra decine di demo registrati in due anni di lavoro e sperimentazione, trovando un sound che ci caratterizza ma uno stile variegato, che rispecchia la nostra maturazione come individui e come musicisti.”

Ho definito il disco come “l’acme di oltre una decade di ricerca sonora e sperimentazione, il capolavoro irripetibile, dopo il quale si può solo smettere e appendere gli strumenti al chiodo” . Ora a parte la cosa dell’appendere gli strumenti al chiodo, credete anche voi che questo sia il miglior disco degli Addiction Crew?

ALEX G: “Descrizione forte ma molto bella me la ricorderò. La qualità dei pezzi e degli arrangiamenti è probabilmente superiore a quanto abbiamo fatto in passato, penso sia una normale conseguenza della crescita e dell’esperienza negli anni. E’ sicuramente il nostro album migliore dal punto di vista del suono e della produzione, in questo senso ne sono davvero soddisfatto perché è esattamente come lo volevamo, potente e cristallino. Comunque sono convinto che ogni album abbia il potere di legare a sé i sentimenti e i ricordi del periodo in cui esce, per cui non è strano trovare persone che apprezzano di più vecchi dischi magari oggettivamente suonati e composti peggio ma a cui legano sensazioni piacevoli, questo è la musica d’altronde.”
MARTA: “Eh, si, sarà sicuramente “irripetibile”: se c’è una critica che ci fanno di continuo è quella di cambiare sempre album dopo album (anche se a mio avviso è un grande complimento). Grazie per la tua definizione, io credo che Alex abbia fatto un ottimo lavoro come produttore e che i pezzi ci siano, anzi, è quasi difficile individuare un solo singolo, perché diverse canzoni si posizionano più o meno allo stesso livello.
Per quanto riguarda me, ho potuto esprimermi parecchio sia nella composizione che nell’interpretazione e ho ricercato un mio modo personale di cantare, distante dalle voci gotiche tipiche del metal al femminile e più vicino alle mie radici hard-rock, soul e blues.
Ritengo che il connubio tra questo tipo di voce e un sound così tosto sia davvero interessante e intrigante.”

Ciò che secondo me rende speciale il disco è la perfetta sincronia di tutte le sue componenti, la sua varietà, il perfetto mix di melodia e potenza. Sembrano lontani i tempi del pur validissimo “Just To Hurt”, dove una certa irruenza giovanile sembrava prendere il sopravvento. Ti va di descrivere la vostra evoluzione raccontata attraverso i vostri dischi?

ALEX G: “Lethal” comprende alcuni elementi di ogni nostro precedente album, specialmente da “Doubt The Dosage” direi, e quindi racchiude in un certo senso il percorso fatto in questi dieci anni. Volevo che le chitarre tornassero in primo piano più cattive cha mai ma in un contesto variegato e melodico. Rappresenta ciò che siamo diventati come musicisti ma anche come persone, non abbiamo avuto vita facile e abbiamo sempre lottato per ogni nostro traguardo.
Andando a ritroso considero “Break In Life” come un periodo di sperimentazione in cui gli orizzonti dovevano per forza espandersi altrimenti saremmo diventati ripetitivi. E’ stato un album discusso, promosso male da Earache e forse anche mal interpretato da alcuni, ma ci ha portato comunque la notorietà in tutto il mondo.
“Doubt The Dosage” era sicuramente un disco azzeccato per il 2001, diventò subito un cult grazie alle sue sonorità. Il tour andò alla grande. Non pensavamo troppo a quello che facevamo eravamo molto istintivi ed è sicuramente stato il periodo più spericolato della nostra carriera, almeno fino ad ora, vivevamo in un certo tipo di chaos in cui alcol e ragazze avevano molta influenza.
“Just To Hurt” è quello che abbiamo sempre considerato come un demo ma in realtà è stato un dischetto importante per un certo tipo di scena. Poco tempo fa durante un intervista inglese il tipo mi ha fatto notare che con tutta probabilità nel 1997 in Europa, “Just To Hurt” è stato il primo album crossover moderno, nu-metal o come cavolo lo vogliam chiamare. Non so se sia vero ma di sicuro qui in Italia siamo stati i primi a suonare con quella accordatura che poco dopo hanno preso ad usare quasi tutti. Poco prima di iniziare a scrivere quei pezzi ero a Los Angeles e rimasi affascinato da bands che qui erano ancora sconosciute o poco più, come Snot, Korn, Nothingface, e quindi presi spunto. Altri tempi.”

Il crossover/nu metal, che dir si voglia, non attraversa un buon momento, stante anche la stanca dei gruppi di punta da cui tutto è partito. Forse perché, secondo me, la contaminazione musicale non fa più notizia come poteva farla a metà degli anni ’90. Opinioni a riguardo?

ALEX G: “A dire il vero sono termini che mi hanno stancato così tanto che faccio fatica a sentirli ancora. Sono d’accordo con te e inoltre è stato un fenomeno così grande che ha fatto il giro, ora si trova ad affrontare un senso di avversità da un certo tipo di pubblico. Ma d’altro canto non credo che “Lethal” si possa definire un disco crossover/nu-metal così come la gente lo intende. E’ un disco con svariate influenze ma non ha molto a che fare con i cliché di quel genere. Lo definirei più come metal moderno al limite. Un pezzo come “Along The Way” ricorda forse più i Fear Factory che i Deftones.
Quanto al passato io non ho mai considerato lucidamente il fattore nu-metal, mi spiego, quando ho scritto i pezzi di “Just To Hurt” nessuno sapeva ancora definire quel genere e a me non me ne fregava niente di definirlo, per me era metal e basta, all’avanguardia magari.”

Si è sempre parlato di quando Alex stava per entrare nei Sepultura. Ricordo ancora i giudizi positivi di Andreas Kisser e Igor Cavalera. Tuttavia quello che non ho mai capito è se ci sia mai stata l’effettiva possibilità di vedere Alex come frontman dei Sepultura. Insomma come sono andate realmente le cose?

ALEX G: “Nooo a chi importa ancora di sta cosa? Te la faccio breve, ciò che conta di questa storia è che ho avuto l’immensa soddisfazione di sentire la mia voce sulla musica di quella che era una delle bands più influenti e talentuose della scena metal mondiale degli anni 90, e soprattutto l’aver trovato un amico e collaboratore in Igor, che poi ha suonato con noi in “Doubt The Dosage”. Il resto della storia è solo che ho fatto un audizione in studio e anche se la mia roba è piaciuta hanno preso Derrick, tutto qui, i se e i ma non contano.
Derrick è un tipo simpatico e anche in gamba, ma sono entusiasta che Igor e Max siano tornati a suonare insieme nei Cavalera Conspiracy, è un bell’ album e poi due fratelli non possono stare separati, loro specialmente sono nati per sfondarci i timpani insieme ed è quello che succederà! Semmai mi dispiace che Igor non mi abbia chiamato come chitarra ma direi che con Marc Rizzo vanno alla grande.”

Tra le altre cose ho letto in giro per il web che Alex avrebbe inventato una nuova tecnica chitarristica chiamata “Cutting”. Di che si tratta?

ALEX G: “Cutting è un nomignolo che ho affibbiato a questa specie di tecnica che non uso spesso, la si sente in “Crack File” (da “Break In Life”) e in “Dust In The Tunnel” (da “Doubt The Dosage”). In pratica durante alcuni riffs che hanno passaggi in hammer-on e pull-off, inserisco delle note graffiando le corde basse tenendo il plettro di taglio, a seconda di dove “tagli” puoi alzare o abbassare la tonalità. L’effetto è piuttosto noisy e lo si può fare solo usando suoni ad alto gain. A parte questo rovina i plettri molto velocemente. Qualche anno fa feci un intervista per Guitar Club ma si parlò molto di “Break In Life” e poco di questo, magari più avanti metterò qualche video su youtube a riguardo.”

La scelta di affidare le parti vocali unicamente a Marta, laddove in passato le divideva con Yuri Bianchi, a cosa è dovuta?

ALEX G: “Al fatto che cantando sia Marta (melodico), che Yuri (screamo), che io (melodico), a volte il risultato era saturo e poco arioso. Yuri è un buon screamer, quello è ciò che sa fare, ma nel momento in cui era necessario dare spazio a Marta per avere più espressività e aria nei pezzi lui non è riuscito ad adattarsi, o meglio credeva di si ma all’improvviso ha realizzato che avrebbe preferito fare altro. Io al contrario in questo periodo meno canto, meglio sto, sono in fase di riscoperta dello strumento e voglio godermela.”
MARTA: “Abbiamo sperimentato diversi modi di intrecciare le tre voci fin da Break in Life e durante tutto il primo anno dei lavori in corso per Lethal, poi Yuri ha deciso di prendere un’altra strada.
Di conseguenza abbiamo dato più spazio alla mia voce e alle chitarre e abbiamo trovato un nuovo equilibrio, che ci permette tra l’altro di differenziare maggiormente i pezzi tra loro, basti ascoltare “The Reason You Can’t Sleep” e “Hangin In The Air”.”

I membri della band sono una vera “crew”, nel senso che uscite insieme, vi vedete anche al di fuori della band, o comunque siete indipendenti nelle amicizie e frequentazioni? Insomma c’è vera amicizia? Capita mai di avere scazzi tra di voi?

ALEX G: “Siamo molto amici e conoscendoci da così tanti anni ormai abbiamo ben chiari i pregi e i difetti di ognuno. Chiaramente ci vediamo anche al fuori della band ma come puoi immaginare, ci siamo visti a sufficienza per concederci anche frequentazioni separate. Poi gli scazzi capitano anche nella migliore delle famiglie, non so se mi spiego, l’importante è cercare di risolverli in maniera costruttiva.”
MARTA : “Crew” è una parola che rende l’idea, no? E non si limita ai soli membri della band. La Crew è composta da amici, da gente che viene e che va anche impegnata in altri progetti, da collaboratori e da collaborazioni. Gli scazzi sono un must, ed è cosi che deve essere se si vuole evolvere.”

Come mai il passaggio di etichetta dalla Earache alla Aural Music/SPV? Insoddisfazione verso l’etichetta inglese? Migliore offerta dell’etichetta italiana?

ALEX G: “Non è un segreto che non fossimo affatto soddisfatti del lavoro di Earache, e non eravamo certo gli unici. Quando abbiamo firmato con loro si creò un certo interesse su di noi e anche una major americana li contattò per sapere del nostro album, forse anche per questo avevano troppe aspettative. Da subito secondo noi ci fu un approccio di marketing sbagliato nella promozione di “Break In Life” e poi dopo solo una ventina di interviste, il resto della promozione venne cancellato perché la loro press manager si licenziò e ci vollero più di sei mesi per assumerne un’altra. Anche dal punto di vista dei tour erano poco efficaci. Nonostante questo “Break In Life” è comunque arrivato in cima a diverse charts europee tra cui MTV Spagna, TMF in Netherland e in Giappone addirittura abbiamo tenuto un primo posto nella bestsellers chart di HMV per alcuni mesi. La persona che è sempre stata pronta a sforzi e sacrifici per incrementare la situazione era il nostro manager Emiliano Lanzoni, dopo aver chiuso con Earache ha trattato per qualche mese con alcune labels straniere ma abbiamo deciso che la situazione migliore e più gestibile era semplicemente lavorare con la sua label, Aural Music.”
MARTA: “E poi la Aural Music è anche consapevole dei mutamenti in corso nel music business e sta precorrendo i tempi, puntando per esempio su una accorta distribuzione digitale, cosa che a noi interessa molto.”

Avete già pianificato il tour? Suonerete anche all’estero?

ALEX G: “Fortunatamente nella prima settimana di vendite “Lethal” è già arrivato al numero 9 della bestsellers chart di Tower Records in Giappone per cui in teoria non vediamo l’ora di andare in tour lì. Abbiamo piani per l’Inghilterra e vorremmo tornare anche in Germania e Austria ma non ti nascondo che al momento abbiamo una situazione un po’ complessa da gestire. Abbiamo tutti dei progetti paralleli che in questo momento ci impegnano abbastanza, io lavoro come produttore e inoltre sto mettendo su qualcosa di interessante con alcuni amici a Los Angeles ma di questo parlerò più avanti se le cose andranno bene. Marta ha una sua band con cui probabilmente porterà in giro materiale suo ma anche qualcosa Addiction Crew riarrangiato e Luca e Maxx suonano anche con i nostri amici Idols Are Dead.”
MARTA: “A parte i vari progetti paralleli c’è anche da dire che il disco è uscito solo da pochi giorni e in tutto il mondo, per cui ci prenderemo un po’ di tempo per avere un primo riscontro da diverse nazioni e pianificare di conseguenza il tour. Avrete presto nostre news.”

Una band con cui condividere il palco e i 5 dischi da avere assolutamente.

ALEX G: “Una band con cui dividere il palco? Potrei dirtene decine… Metallica, Korn, Mudvayne, Rob Zombie, NIN, devo continuare? I 5 dischi da avere direi: Master Of Puppets naturalmente, Roots dei Sepultura, Follow The Leader dei Korn, Songs Of Faith and Devotion dei Depeche Mode e un best of dei Tears For Fears. Ma ce ne sono molti altri non meno importanti secondo me e di svariati generi.”
MARTA: “Quest’anno approfitterei senza dubbio della reunion dei Police, una vera occasione!
Guns n Roses “Use your Illusion I & II”; Metallica “Black Album”; Zakk Wylde “Book of Shadows”; Temple of the Dog, Sevendust “Animosity”.”

Avete già pronte nuove composizioni o idee da sviluppare? In che direzione mi muoverete?

ALEX G: “No in questo momento stiamo promuovendo “Lethal” e non c’è stato tempo per comporre nuovo materiale, come ti dicevo poi lavorando anche ad altri progetti credo sia meglio lasciare che il tempo ci guidi verso la prossima evoluzione del nostro suono in modo naturale. Ho smesso da un pezzo di fare musica sperando di fare contento qualcuno, voglio dire, faccio le cose per la mia soddisfazione in primo luogo, tanto qualsiasi cosa si faccia piovono sempre una miriade di critiche anche da gente che non distinguerebbe i Fear Factory dai Guano Apes, se pensano di essere così bravi da criticare sempre con tanta leggerezza perché non fanno loro qualcosa di meglio?”
MARTA : “Al momento sto collaborando alla stesura di pezzi per altre band (tra cui The Fire per esempio) e sto lavorando ad alcune bonus tracks in spagnolo e francese.
Poi vedremo che cosa salterà fuori di nuovo per la nostra prossima creazione…intanto godetevi Lethal, ok?”

Un auspicio per il futuro.

ALEX G: “Ce ne sarebbero molti, seri e meno seri. Che lo stato detassi i CD in modo da abbassarne il prezzo, che la gente riprenda a comprarli, che gli internet providers riconoscano alle bands una percentuale dai contratti flat che fanno e con cui centinaia di migliaia di persone scaricano i nostri dischi gratis, almeno ci pago le bollette e una pizza. Qui in Italia la situazione è disastrosa, poi ci si lamenta se scienziati, ricercatori e artisti scappano all’estero.”
MARTA: “…e che sia i gestori che i clienti dei locali diano di nuovo importanza alla musica live, affinché sia possibile per tante band (e non solo per pochi eletti) suonare in condizioni decenti. Amen!”

Chiudete pure come volete.

ALEX G: “Un doveroso ringraziamento a chi ci ha supportato fin’ora, del resto preferisco che sia la musica a parlare.”
MARTA: “ Grazie ai fans che ci hanno seguito in questi anni; vi aspettiamo sul nostro sito e sulle nostre pagine di myspace.”