http://blackterrormetal.com/index.p...148-Folge-Dem-Wind---Inhale-The-Sacred-Poison
Davvero bravi questi francesi, praticamente degli sconosciuti, ma il loro debutto, Inhale The Sacred Poison si candida a diventare una delle sorprese più gradite del 2011.
Un lavoro maturo, pensato bene, curato nel minimo dettaglio: accade raramente nei debutti.
I Folge Dem Wind sanno già cosa vogliono; sanno come suonare, sanno cosa suonare.
Tentano di fare una musica originale, varia e, in parte, ci riescono, dato che Inhale the Sacred Poison è un disco pieno di sfumature diverse, ma non riescono a mascherare del tutto levidenza che si tratta di una band acerba, nel quale sound, emergono chiaramente quali sono le loro influenze. Si definiscono pagan black metal; lo sono, sicuramente per i testi, incentrati sulla natura e sullantichità. A livello musicale non seguono la linea dei connazionali Belenos, ma sono più improntati sul black metal grezzo ed il suono scandinavo più moderno. Quindi partono da una base black metal classica per poi spaziare verso un sound più elaborato e moderno: Ved Buens Ende, primi Primordial, Lugubrum e Solefald sono le principali influenze.
Curiosi sono gli innesti jazz che talvolta compaiono fra le note di questo disco, come sono particolari gli arrangiamenti simil thrash (vedi Awakening in Unity) che talvolta vengono utilizzati dalla band.
La melodia, nella loro musica è importante, ma è inserita sempre in un contesto melanconico, aggressivo e graffiante. Certamente, in canzoni così articolate e lunghe, se non ci fossero stati i numerosi fraseggi melodici, la loro musica avrebbe rischiato di essere troppo statica.
I Folge Dem Wind sono ambiziosi, ma devono ancora maturare, per poter compiere il definitivo salto di qualità. Questo non è infatti un disco per tutti, perché le canzoni non sono immediate, ma lunghe e introspettive: manca quel pizzico di malizia che permette ai grandi artisti di mantenere alto linteresse di chi ascolta per tutta la durata del pezzo, anche se lunghissimo.
Come debutto è un disco sorprendente, fatto veramente bene, con alcuni picchi compositivi confortanti. Meritano certamente un ascolto.
Davvero bravi questi francesi, praticamente degli sconosciuti, ma il loro debutto, Inhale The Sacred Poison si candida a diventare una delle sorprese più gradite del 2011.
Un lavoro maturo, pensato bene, curato nel minimo dettaglio: accade raramente nei debutti.
I Folge Dem Wind sanno già cosa vogliono; sanno come suonare, sanno cosa suonare.
Tentano di fare una musica originale, varia e, in parte, ci riescono, dato che Inhale the Sacred Poison è un disco pieno di sfumature diverse, ma non riescono a mascherare del tutto levidenza che si tratta di una band acerba, nel quale sound, emergono chiaramente quali sono le loro influenze. Si definiscono pagan black metal; lo sono, sicuramente per i testi, incentrati sulla natura e sullantichità. A livello musicale non seguono la linea dei connazionali Belenos, ma sono più improntati sul black metal grezzo ed il suono scandinavo più moderno. Quindi partono da una base black metal classica per poi spaziare verso un sound più elaborato e moderno: Ved Buens Ende, primi Primordial, Lugubrum e Solefald sono le principali influenze.
Curiosi sono gli innesti jazz che talvolta compaiono fra le note di questo disco, come sono particolari gli arrangiamenti simil thrash (vedi Awakening in Unity) che talvolta vengono utilizzati dalla band.
La melodia, nella loro musica è importante, ma è inserita sempre in un contesto melanconico, aggressivo e graffiante. Certamente, in canzoni così articolate e lunghe, se non ci fossero stati i numerosi fraseggi melodici, la loro musica avrebbe rischiato di essere troppo statica.
I Folge Dem Wind sono ambiziosi, ma devono ancora maturare, per poter compiere il definitivo salto di qualità. Questo non è infatti un disco per tutti, perché le canzoni non sono immediate, ma lunghe e introspettive: manca quel pizzico di malizia che permette ai grandi artisti di mantenere alto linteresse di chi ascolta per tutta la durata del pezzo, anche se lunghissimo.
Come debutto è un disco sorprendente, fatto veramente bene, con alcuni picchi compositivi confortanti. Meritano certamente un ascolto.