http://www.metallus.it/recensioni/cendres-et-sang/
7.5/10
Sangue e cenere, due sostanze dalla profonda simbologia danno il titolo a questo debutto degli ellenici Aenaon, combo black metal piuttosto anomalo e sui generis, in virtù dellapparente naturalezza con cui riesce a far convivere vari elementi sonori, senza risultare forzato, pretenzioso o intellettualoide.
Lidea dalla quale muove il quartetto è visiva/visionaria, nella misura in cui la comune materia black (riferimenti possibili i Satyricon di Rebel Extravaganza, Todtgelichter dellultimo Angst, Ihsahn) è piegata ad esigenze espressive quasi filmiche, come dimostra il riuscito raccordo tra il sax notturno di Kafkaesque e la piéce quasi Arcturus di Suncord.
Senza dubbio la band non indulge troppo in manierismi, tastiere e melodie, ma tiene sempre alto il livello di aggressione sonora (Grand Narcotic Harvest, ospite Vgandr degli Helheim), tramite il lavoro continuo delle due asce di Dagwn e Achilles.
Astrous, da par suo, si dimostra uno screamer molto quadrato, con unimpostazione death-oriented che non guasta affatto latmosfera densa e cupa dellalbum.
Il bello è che Cendres Et Sang riesce a suonare piuttosto fresco e moderno senza sacrificare troppo il suo originario spirito black metal (Carnivoras Lair, Necroscope). Personalmente trovo comunque più riuscite le sezioni in cui il gruppo alza un po il piede dallacceleratore, producendo mid-tempo evocativi e dalle atmosfere psicotiche e inquietanti. Uso questi aggettivi non a caso, visto che la conclusione è affidata a una cover di brano di Eraserhead di Lynch (In Heaven (Lady in the Radiator Song)), regista con cui gli Aenaon pare condividano un certo feeling per il disordine mentale.
Lunico neo di questo altrimenti ottimo lavoro è rappresentato da una produzione non abbastanza rifinita, che pecca, soprattutto riguardo la distorsione delle chitarre, di quella chiarezza e pulizia necessaria a rendere intelligibili le varie sfumature, che in questo modo a volte si perdono in un calderone sonoro molto potente e dimpatto, ma non abbastanza definito.
A parte questa considerazione di carattere tecnico, davvero un grande debutto per la band greca, che segna fra laltro un ennesimo investimento artistico di successo per litalianissima Code666, sempre più una certezza di qualità.
7.5/10
Sangue e cenere, due sostanze dalla profonda simbologia danno il titolo a questo debutto degli ellenici Aenaon, combo black metal piuttosto anomalo e sui generis, in virtù dellapparente naturalezza con cui riesce a far convivere vari elementi sonori, senza risultare forzato, pretenzioso o intellettualoide.
Lidea dalla quale muove il quartetto è visiva/visionaria, nella misura in cui la comune materia black (riferimenti possibili i Satyricon di Rebel Extravaganza, Todtgelichter dellultimo Angst, Ihsahn) è piegata ad esigenze espressive quasi filmiche, come dimostra il riuscito raccordo tra il sax notturno di Kafkaesque e la piéce quasi Arcturus di Suncord.
Senza dubbio la band non indulge troppo in manierismi, tastiere e melodie, ma tiene sempre alto il livello di aggressione sonora (Grand Narcotic Harvest, ospite Vgandr degli Helheim), tramite il lavoro continuo delle due asce di Dagwn e Achilles.
Astrous, da par suo, si dimostra uno screamer molto quadrato, con unimpostazione death-oriented che non guasta affatto latmosfera densa e cupa dellalbum.
Il bello è che Cendres Et Sang riesce a suonare piuttosto fresco e moderno senza sacrificare troppo il suo originario spirito black metal (Carnivoras Lair, Necroscope). Personalmente trovo comunque più riuscite le sezioni in cui il gruppo alza un po il piede dallacceleratore, producendo mid-tempo evocativi e dalle atmosfere psicotiche e inquietanti. Uso questi aggettivi non a caso, visto che la conclusione è affidata a una cover di brano di Eraserhead di Lynch (In Heaven (Lady in the Radiator Song)), regista con cui gli Aenaon pare condividano un certo feeling per il disordine mentale.
Lunico neo di questo altrimenti ottimo lavoro è rappresentato da una produzione non abbastanza rifinita, che pecca, soprattutto riguardo la distorsione delle chitarre, di quella chiarezza e pulizia necessaria a rendere intelligibili le varie sfumature, che in questo modo a volte si perdono in un calderone sonoro molto potente e dimpatto, ma non abbastanza definito.
A parte questa considerazione di carattere tecnico, davvero un grande debutto per la band greca, che segna fra laltro un ennesimo investimento artistico di successo per litalianissima Code666, sempre più una certezza di qualità.