lorenzo_kolony
Member
'Sudden Death Syndrome' rated 8/10 on Italian webzine Alone Music! :Smokedev:
"All'inizio del mese, quando mi è arrivata la lista dei cd da recensire, avevo scorso rapidamente i nomi, selezionando solo quelli che mi interessavano e tralasciando gli altri, fra cui i Bilocate. E per puro caso (un "puro caso" che si chiama Daniele) in seguito ho deciso di inserire anche questa band fra quelle che avrei dovuto recensire. Mai scelta fu più fortunata: Sudden Death Syndrome è uno degli album più interessanti che mi siano capitati in quest'ultimo periodo. Perdonate l'entusiamo, ma ad ogni ascolto mi lascio prendere dal sound cupo e convolgente dei Bilocate e mi convinco sempre più di quanto siano validi ed originali.
Sudden Death Syndrome è il secondo full-length dei giordani Bilocate dopo Dysphoria (2005, ma uscito precedentemente come demo nel 2003) e non è azzardato dire che questo album è davvero degno di lode.
Si comincia con "Humans & The Dark Affiliation", un breve pezzo strumentale che funge da intro e che, con un crescendo che fa da ponte, sfocia della seconda traccia, "Blooded Forest", una lunga suite sapientemente articolata e gestita in modo impeccabile, tanto da far scorrere via ben 17 minuti quasi senza rendersene conto. Poi "The Dead Sea", che si apre con splendide melodie al pianoforte, per poi acquistare corpo e aggressività e ritmi più veloci rispetto alla media dell'album, che si attesta su ritmi più doom. "Ebtehal", la quarta traccia, è forse una delle più atmosferiche e coinvolgenti, con passaggi che ricordano gli Opeth. "Inoculate" è, a parer mio, la traccia in cui si sente in modo più evidente l'influenza della provenienza geografica dei Bilocate, soprattutto nella parte centrale del pezzo, dove troviamo un passaggio strumentale inequivocabilmente orientaleggiante. "Pure Wicked Sins" si attesta su ritmi lenti e trascinati, con parti vocali quasi parlate, sia in clean vocals che in growl, ed in sottofondo un pianoforte che aumenta la tragicità del mood creato dal pezzo. Chiude l'album "The Stone of Hate", pezzo strumentale ancora una volta incredibilmente evocativo, quasi ambient.
Per Sudden Death Syndrome, i Bilocate sono stati in grado di creare un sapiente dosaggio di black e doom, impreziosito da passaggi oriental, tale da rendere l'atmosfera volutamente cupa ed evocativa. Non ho altro da aggiungere, è un album assolutamente da ascoltare." [Roxanne Hyde]
Link:
http://www.alonemusic.it/section.php?article=1820§ion=recensioni
"All'inizio del mese, quando mi è arrivata la lista dei cd da recensire, avevo scorso rapidamente i nomi, selezionando solo quelli che mi interessavano e tralasciando gli altri, fra cui i Bilocate. E per puro caso (un "puro caso" che si chiama Daniele) in seguito ho deciso di inserire anche questa band fra quelle che avrei dovuto recensire. Mai scelta fu più fortunata: Sudden Death Syndrome è uno degli album più interessanti che mi siano capitati in quest'ultimo periodo. Perdonate l'entusiamo, ma ad ogni ascolto mi lascio prendere dal sound cupo e convolgente dei Bilocate e mi convinco sempre più di quanto siano validi ed originali.
Sudden Death Syndrome è il secondo full-length dei giordani Bilocate dopo Dysphoria (2005, ma uscito precedentemente come demo nel 2003) e non è azzardato dire che questo album è davvero degno di lode.
Si comincia con "Humans & The Dark Affiliation", un breve pezzo strumentale che funge da intro e che, con un crescendo che fa da ponte, sfocia della seconda traccia, "Blooded Forest", una lunga suite sapientemente articolata e gestita in modo impeccabile, tanto da far scorrere via ben 17 minuti quasi senza rendersene conto. Poi "The Dead Sea", che si apre con splendide melodie al pianoforte, per poi acquistare corpo e aggressività e ritmi più veloci rispetto alla media dell'album, che si attesta su ritmi più doom. "Ebtehal", la quarta traccia, è forse una delle più atmosferiche e coinvolgenti, con passaggi che ricordano gli Opeth. "Inoculate" è, a parer mio, la traccia in cui si sente in modo più evidente l'influenza della provenienza geografica dei Bilocate, soprattutto nella parte centrale del pezzo, dove troviamo un passaggio strumentale inequivocabilmente orientaleggiante. "Pure Wicked Sins" si attesta su ritmi lenti e trascinati, con parti vocali quasi parlate, sia in clean vocals che in growl, ed in sottofondo un pianoforte che aumenta la tragicità del mood creato dal pezzo. Chiude l'album "The Stone of Hate", pezzo strumentale ancora una volta incredibilmente evocativo, quasi ambient.
Per Sudden Death Syndrome, i Bilocate sono stati in grado di creare un sapiente dosaggio di black e doom, impreziosito da passaggi oriental, tale da rendere l'atmosfera volutamente cupa ed evocativa. Non ho altro da aggiungere, è un album assolutamente da ascoltare." [Roxanne Hyde]
Link:
http://www.alonemusic.it/section.php?article=1820§ion=recensioni