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Disco oggettivamente importante quest'ultimo appartenente all'ensemble milanese Canaan, formazione generata dalle reminescenze dell'ex progetto doom-metal Ras Algethi. La band odierna è attiva fin dal 1996 con l'eccellente "Blue Fire", inizio di un itinerario discografico lungo sei albums contraddistinti da un turbine di autoctone sonorità darwave, contaminate progressivamente nel corso degli anni da svariati elementi intermedi quali ambient, gothic, cold wave e industrial. Attualmente la line-up dei Canaan, capitanati come in origine dal front-man Mauro Berchi, conta cinque elementi la cui siergia ha prodotto questa meravigliosa, rara fioritura di ispirazione, sentimento e professionalità musicale intitolata "Contro.Luce", album che distanzia di quattro anni il precedente "The Unsaid Wods", opera anch'essa ricolma di lacerante oppressione. Il ritorno dei Canaan costituisce senza dubbio una manche colma di sperimentalismo oscuro, di tenebrosa, addolorata poesia, di immota energia che penetra nei meandri più intimi dell'anima per accarezzarne delicatamente le pareti diffondendovi, prima di scivolare nell'ombra, l'impercettibile eco di un pianto vissuto nel totale silenzio. "Contro.Luce" relaziona perfettamente con l'esigenza di esternare ciò che di angustiato, disperato, inespresso, tormenta lo spirito, astrazioni che la band descrive servendosi di uno stile musicale assai accigliato, difficilmente identificabile, nemmeno attraverso le sopracitate appartenenze. La band ha altresì ampliato lo spettro d'azione conglobando in tempi relativamente recenti la propria creatività nell'ambito di altri progetti quali Neronoia e Colloquio, condividendo con essi l'esplorazione di nuovi territori sonici devoti ad un innovativo concetto di "dark", esperienze che hanno inotre contribuito all'accrescimento professionale e, di conseguenza, espressivo. La contemporanea miscelazione di accenti ethnic, doom, dark-ambient e depressioni obscure-wave, genera questo full-lenght introspe ttivo entro cui l'esaltazione delle congiunzioni vocali, ora atmosfericamente ottenebrate, ora traboccanti di autentica afflizione, si fonde con un indissolubile universo di tastiera, infinite-guitars, basso e drumming sempre in modalità down-tempo. Ventuno le tracce, di cui dieci cantate in lingua italiana, intervallate da undici episodi in parte strumentali e non titolati che la track-list contrassegna come "..", tutto ciò per un album edificato punto per punto nel corso degli anni, lontanissimo dall'intraprendere percorsi usuali o immediatamente assimilabili, testimone di concetti da rielaborare nel corso del tempo estrapolandoli dalla loro apparente chiusura. Mauro Berchi è inoltre titolare della Eibon Records, label che supporta e licenzia le produzioni appartenenti ai Canaan, compreso quest'ultimo "Contro.Luce", interpretabile di fatto quale precisa antitesi della luminosità interiore, un'analisi disillusa, concreta, eppure così sensibile ed arcana di ciò si cela oltre la cosci enza. "Calma", opening track, manifesta immediatamente quell'intensità di cui l'album è prodigo, riservando nei testi una sorta di poema accentato da indicibile malinconia, cadenzato da lente formule strumentali di key, percussioni e corde intrise di gothicheggiante decadenza. Si prosegue con la prima traccia non identificata ".." che predispone estesi pads sotterranei e tocchi di suono dilatato, elementi tipici delle creazioni dark-ambient.
"Onore" espone tutta la propria mestizia impiegando un solenne nucleo strumentale di tastiera, chitarre e slow-drumming a sostegno di liriche notturne e assetate di lacrime; il secondo atto non nominato ".."
diffonde flessuose sonorità da harem che si snodano lente oltre il tambureggiare sciamanico, così come nei testi della successiva "Noia"
scorre un meditabondo, nostalgico flusso di pensieri che vengono musicati da nebbiose orchestrazioni di key, chitarre elettriche e batteria. "..", terzo brano innominato, propone buie e fascinose soluzioni e lectro-etniche tratteggiate da soavi, femminei vocalizzi a loro volta affondati in una laguna di percussività attenuata e gassosi accordi tastieristici. Coerentemente con il proprio titolo, "Terrore"
dispone inizialmente un gelido inquadramento percussivo scandito con phatos, affiancato da fraseggi cavernosi che nel refrain modificano gli accenti per evolversi in strofe venate di angociato romanticismo. Le insondabili profondità dell'obscure-ambient ammantano ora il quarto capitolo ".." che cede il passo alla successiva, magnificente "Ragione", ricolma di abissale struggevolezza, una sad-track il cui refrain si rivela in grado di scalfire perfino le menti più granitiche impiegando soavi fluttuazioni di key, drums, un distante background di chitarre e, soprattutto, intense parole rivolte direttamente allo spirito che ne risulterà irrimediabilmente segnato. Gli evidenti influssi ethnic si riflettono negli eleganti cromatismi ritmici e nelle corde della quinta intersezione ".." in antic ipo sulla susseguente "Oblìo", carezzevole brano che espone frasi sofferte ed armonie d'accompagnamento dai colori tardo-autunnali. L'incontro con il sesto episodio ".." offre la possibilità di sperimentare antelucane modulazioni di tastiera e plettro, oltrepassate in seguito dai dolorosi e serrati fiff chitarristici disposti in "..", settimo passaggio privo di titolo.
"Lascivia" predilige morbide soluzioni flautate che proiettano nella mente immagini sensuali di velluti e seta, rifrazioni anteposte alla cupa tristezza espressa nel lirismo e nel guitar-sound appartenente all'ottava traccia contrassegnata con ".." oltre la quale si delinea il tribale tam tam di "Umiltà" circondato da sospensioni tastieristiche e sobrie sezioni di archi di provenienza Universal Chaos Orchestra. Il nono interludio ".." concede di interagire spiritualmente con una song che amalgama affrante partiture di key e guitar a pronunce vocali traboccanti di amenità, così come "Concupiscenza" prolunga gli effetti della sperimentazione sonica dei Canaan in questa occasione rivolti a opache formulazioni dark-ambient orlate di spettrale romanticismo pianistico. Vocals depressi, infinitamente sentimentali vengono cullati malinconicamente tra gli accordi da sogno della decima no-titled track ".." succeduta dalle soporifere atmosfere arabeggianti che articolano "Esitazione" ed infine dagli indescrivibili varchi inondati di amaro tormento, di straziante, tacito dramma interiore disseminato nel canto e nelle musiche dell'undicesima traccia ".." per la quale non si reperiranno facilmente termini adeguati atti a descrivere la sua imperscrutabile dolcezza, il suo incontenibile bisogno di ritornare a sperare. Ritengo "Contro.Luce" un'opera di rilevo, evoluta, al limite dell'inappuntabile. Le seducenti armonie strumentali accolgono i toccanti, ardenti significati proferiti dalla voce di Mauro esercitando un'incessante trasmissione di emozioni che l'ascoltatore predisposto condividerà estaticamente. Rimanere indifferenti di fronte ad un simile capolavoro equivale a non possedere anima. -|-|-» Considero i Canaan una band estremamente comunicativa, sensibile, rappresentata da musicisti preparati ed artefici di un capolavoro sonico che amerete per sempre.
Inquietudine, dolore, poesia, illusione e poi amore. "Contro.Luce" non vi concederà altro che attimi di profonda riflessione, unitamente alla consapevolezza di non essere i soli saper ascoltare i sussurri dell'ombra. logico vigore elettronico e, nel caso dei samplers, anche una mirevole capacità di creare atmosfere sospese tra estasi e incubo.
Opere concettualmente di apprezzabile livello, attendono solo l'opportunità di essere scoperte e valorizzate da uditi oltre il consueto, che sappiano interpretare appieno ciò che il Messaggero brama
comunicare: l'Apocalisse cavalca lesta e questo suono sarà il suo più terrificante Annuncio.