Handful Of Hate: first reviews

http://www.shapeless.it/recealbum/handfulofhate-vicecrown.htm
HANDFUL OF HATE
ViceCrown
Etichetta: Code666
Anno: 2003
Durata: 35 min
Genere: Black Metal



Con "Hierarchy 1999" le coordinate musicali degli Handful Of Hate si sono spostate verso un Black Metal veloce ed efferato, un genere venuto qualche anno prima alla ribalta grazie a band quali Marduk e Dark Funeral. Nel 2001 la band firma un contratto con la svedese Downfall Records, per la quale esce, limitato in 666 copie numerate a mano, un 7" EP dal titolo "Death From Above" e contenente due canzoni. Il passo decisivo, però, Nicola e compagni lo compiono nel 2002, quando la band stipula un accordo con la Code666. Viene messo in circolazione un promo di due pezzi, uno dei quali, "Hell's Carnal Scream", verrà poi incluso nella compilation "Better Undead Than Alive", edita proprio dalla Code666. Il secondo pezzo, intitolato "Scorn And Conquest", comparirà invece su un omonimo 7" EP assieme alla cover degli Impaled Nazarene "The Horny And The Horned". Questo vinile è stato pubblicato, in edizione limitata a 500 copie, per la Warlord Records nel novembre del 2003.
Il 2003 è stato un anno importante per la carriera della band anche, e soprattutto, per l'uscita del loro terzo album, dal titolo "ViceCrown". Stilisticamente abbastanza simile al suo predecessore, questo disco ci consegna nove pezzi devastanti, nove lame gelide pronte a conficcarsi nella carne viva. Il genere è stato definito dagli stessi membri della band come "Carnal Black Metal", con un chiaro riferimento alle tematiche trattate nei testi.
Il sound è maturato e perfezionato rispetto a quanto fatto vedere in passato, più veloce ma al contempo più complesso. La matrice è sempre quella del Black di origine svedese, tuttavia la struttura in genere piuttosto intricata dei pezzi ed una certa personalità nella stesura delle parti di chitarra non rendono immediato e naturale, questa volta, il classico paragone con Marduk, Dark Funeral e compagnia. Anzi, sarebbe un delitto confondere la band italiana con queste, senza accorgersi delle differenze nette che le distinguono. Alcuni riff, poi, lasciano intravedere qualche influenza Death (come in "Beating Violence" e "Catharsis In Punishment"), ma vengono comunque inseriti in un contesto puramente Black.
"ViceCrown" è un disco per buona parte basato su blast-beat annichilenti, sui quali le chitarre fredde e taglienti vomitano riff fulminei ed intricati. Vengono fuse sonorità dai toni solenni e maestosi con altre drammatiche, maligne e morbose: ne risulta una vasta gamma di sensazioni, che hanno come denominatore comune la propria origine nell'odio più assoluto. La voce è velenosa come non mai, ed è forse l'elemento che contribuisce maggiormente a rendere malvagie le atmosfere che si respirano su quest'album.
Tutte le canzoni sono tiratissime, dirette e prive di fronzoli. La carica con cui sono suonate è notevole, ma a sbalordire è soprattutto l'incredibile precisione d'esecuzione che Nicola Bianchi (chitarra e voce), Claudio Alcara (basso) e Gionata Potenti (batteria) hanno raggiunto.
Da segnalare la presenza di "Boldly Erected", un pezzo lentissimo e claustrofobico, di una pesantezza inaudita. La struttura è semplice, basata sull'alternarsi di due giri di chitarra simili, uno in 5/4 e uno in 4/4, più un ritornello, eppure l'odio che questa canzone sprigiona è palpabile. La mia preferita, inutile dire che da sola vale l'acquisto del CD. Anche dal vivo non tarda a mietere vittime. La ricerca di tempi dispari, comunque, non si esaurisce qui, e così eccoli ricomparire in "Carnal Spite (Held In Leash)".
La produzione è semplicemente perfetta, la migliore che gli Handful Of Hate abbiano mai avuto, senza la quale l'impatto e il feeling che "ViceCrown" trasmette non sarebbero gli stessi.
In definitiva, "ViceCrown" è un disco magistrale, suonato e registrato divinamente, probabilmente il più completo e maturo dell'intera produzione targata Handful Of Hate. Viene spontaneo, a questo punto della storia della band, effettuare un paragone tra i primi lavori e questo. L'originalità che aveva contraddistinto il demo "Goetia Summa" e il primo full-length "Qliphothic Supremacy", assieme alla propensione per la melodia, sono svanite. La scelta di estremizzare allo spasimo la propria musica, d'altronde, non poteva che portare all'esclusione di questi elementi, in favore di una maggior compattezza e pesantezza. L'unica canzone che ricorda lievemente i primi lavori, ma solo in alcuni passaggi, è la conclusiva "Vicecrowned Order (Dobermann)", pur essendo molto più veloce ed essenziale.
Come detto in precedenza, comunque, la band riesce a distinguersi grazie a una certa personalità nel confezionare riff tecnici e al contempo brutali e nell'amalgamarli in maniera magistrale. Un ottimo disco, dunque, molto sopra la media delle uscite Black attuali, che non merita assolutamente di essere snobbato solo per il fatto che testimonia un cambiamento netto rispetto al passato.
(BRN - Febbraio 2004)

Voto: 9
 
http://www.haternal.com/haternal 3_0/dett-pezzo.asp?PezId=2331

Devo essere onesto, non mi sarei mai aspettato un disco simile dagli HoH, soprattutto dopo quattro anni di silenzio e soprattutto dopo un ?Hierarchy 999? che non mi aveva per nulla entusiasmato, al contrario lasciato indifferente.
Ok, sarà forse perchè personalmente il black italiano in genere non mi esalta o non è in grado di trasmettermi certe emozioni, non lo so? sta di fatto che, grazie al cambio di etichetta (ora i toscani volano sotto le ali delle potente Code666) e ad una raggiunta maturità stilistica, siamo qui a parlare di un disco di black metal degli Handful Of Hate del quale l?Italia può ben andare fiera.
Nove traccie furiose, violentissime, che suonano caotiche (nella migliore accezione del termine!) e moderne, aperte anche ad atmosfere più pacate come ?Boldly Erected?, morboso brano lento che i Marduk stanno cercando di comporre da anni senza fortuna, eccezionale per quell?alone sinistro e malvagio in grado di esprimere.
Mi pare assolutamente riduttivo associare alcuni grandi nomi a quello degli HoH, visto che la personalità dei musicisti coinvolti si è manifestata in modo evidente attraverso un songwriting maturo e variegato, capace di riff da pelle d?oca (cfr. ?I Hate?), lanciati come un treno in corsa a velocità folli, giocati su ?melodie? assassine.
A questo proposito, va elogiata la produzione brillante, non prettamente nello standard black metal old style, anzi pulitissima, senza sbavature ed ottimamente bilanciata, così da valorizzare tutti gli strumenti. Grazie a questi suoni particolari, inusuali e poco consoni al BM, gli HoH si staccano dalla massa delle produzioni odierne e puntano ad avere un piccola fetta di gloria. Il risultato mi pare ottimo, nonostante qualche purista potrebbe strocere il naso, come in effetti è del tutto plausibile. Anche i Marduk (aridaje!) ci hanno provato con ?Panzer Division Marduk? puntando sulla registrazione cristallina e su brani al fulmicotone, ma quel monumento all?ortodossia metallica si è frantumato contro la mancanza di ispirazione che il tank svedese ha palesemente mostrato. Gli italiani, invece, quatti quatti propongono un missaggio ?leccato? a dovere, ma nel contempo hanno un bagaglio di idee e soluzioni che i Marduk si sognano!
La chitarra qui può godere di un suono affilatissimo e la batteria si muove con prepotenza attraverso blast-beat e passaggi più intricati e variegati. Impressionante è, infatti, la prova di Gionata dietro le pelli, precisione e tecnica di primo livello, occorre metterlo in luce, anche in sede live all?altezza delle registrazioni effettuate in studio.

Malata, invece, è la voce: sembra l?estremo respiro di un individuo destinato a lasciare il proprio corpo e la propria vita terrena. Davvero efficace e pungente, sicuramente una delle particolarità di un disco da gustarsi nella fredde giornate invernali, ormai lontano ricordo nelle nostre menti.

Un piccolo angolo di oscurità italiana.
 
Metalworks Ireland

Handful of Hate
?Vicecrown?
code666
I first encountered Italian Black Metal horde, Handful of Hate, through a compilation from the sadly-defunct Northern Darkness Records in the mid-'90s and, having heard nothing of them since, had long presumed the band was no more. It seems that I was merely not paying attention though, as they have been active all along, and now ?Vicecrown?, their third full-length, has landed in my lap. Making their intentions clear right from the opening drumroll and nasty riffage of ?I Hate?, what follows is a pummelling assault spewing forth hatred from every intense chord, fusing ferocious speed with a powerfully spiteful vocal delivery and repetitive Thrashing melodies that subliminally weave their way into the mind. ?Boldly Erected? offers something of a slower pace, its repetitive ambience further dragging the subconscious into the abyss with hypnotic effect, in a way not foreign to numerous Italian Black Metal bands, before all hell breaks loose once again with ?Vexer?s Kult?. The more I listen to this album, the more I become aware of its sublime excellence. I certainly won?t be letting any future happenings from Handful of Hate go unnoticed. This is certainly one of the most spiteful Black Metal releases I?ve heard in some time; it?s up there with the best of them and is certainly worth investigating. www.code666.net
8/10 Máirtín Mac Cormaic