THEATRES DES VAMPIRES - "Anima Noir" - REVIEWS

http://www.bloodchamber.de/cd/t/4839/

Zugegeben, im Gegensatz zum Kollegen Schönbeck gehe ich mangels musikalischer Erfahrung mit THEATRES DES VAMPIRES mit keinen Erwartungen an den Nachfolger der von ihm besprochenen Scheibe. Allerdings macht es die von ihm vergebene Wertung auch nicht gerade leicht, ohne zumindest den Hauch einer Vorsicht an „Anima Noir“ heranzugehen. Nicht ganz zu Unrecht, wie sich im Laufe der Zeit herausstellen soll.

Vampirischer Gothic Metal steht auf der Verpackung, innerhalb der Hülle findet sich aber lediglich eine klebrige Ansammlung von krampfhaft auf modern getrimmten Banalitäten, die von der düsteren Aura, welche das Vampirthema üblicherweise umgibt, nicht mal einen Bruchteil ausstrahlt. Auch wenn mir die Frühwerke der Band nicht bekannt sind, scheint sich hier bizarrerweise eine ähnliche Metamorphose abgespielt zu haben, wie bei den auch noch namenstechnisch verwandten THEATRE OF TRAGEDY. Früher innovativ, nunmehr ein blasser, elektronisch aufgeblasener Schatten ihrer selbst.

In etwa hat man sich einen typischen Song so vorzustellen: Keyboards leiten das Stück ein. Gitarren kommen hinzu, fristen ihr Dasein aber als farblose Rhythmusgeber im Hintergrund. Sängerin Sonya Scarlet reißt die Aufmerksamkeit an sich, vermag aber mit ihrer gequält wirkenden Stimme nicht allzu lange zu faszinieren. In simplen Refrains versucht man den Zuhörer doch noch irgendwo zu fesseln, selten gelingt dies allerdings. Deshalb kommen wieder die Keyboards und elektronischen Klimper-Samples zum Einsatz. Wirklich von der Tatsache abzulenken, dass die Band einfach kein Gespür für eingängige Songs hat, misslingt auf Dauer aber ebenso. Da man sich aber für den musikalisch einfachen Weg entschieden hat, ist dieser Mangel wohl am schwerwiegendsten.

Letzten Endes wirkt die hier vorliegende CD trotz der Blutflecke auf dem Cover derart leb- und lieblos, dass man sich über weite Strecken wirklich durch sie durch quälen muss. Und kommt am Ende mal ein aus dem Schema ausbrechender, weil flotterer, schwungvollerer und mit Amiga-Gedächtnissound ausgestatteter Song namens „Two Seconds“, dann gibt dieser sich durch einen gruselig banalen „Tick-Tack“-Text letztlich auch nur der Lächerlichkeit preis. Nein, auch ohne Vorurteile, ohne elektronische Abneigung und mit viel gutem Willen möchte man trotz unerträglichen Hungers nicht in diesen unappetitlichen Hals beißen.
 
http://www.darkplanet.pl/Theatres-Des-Vampires-Anima-Noir-32987.html

Włoska gothic metalowa formacja Theatres Des Vampires ogłosiła, że premiera ich nowego albumu nastąpi już 2 maja 2008 roku dzięki Aural Music/SPV. Po 3 latach od ukazania się ostatniego pełnometrażowego albumu "Pleasure And Pain", koncertowego DVD "The Addiction Tour" oraz podwójnej płyty live "Desire Of Damnation" w 2007 roku, Theatres des Vampires powraca z nową studyjną płytą "Anima Noir", która stanowi kolejny rozdział "kroniki wampira".
Po długim tournee obejmującym Meksyk, Brazylię, Rosję i kilka europejskich krajów, zespół "powraca z krainy cieni, gotowy do nowej masakry". Na krążku usłyszymy 10 kawałków czystego wampiryzmu. Romantyczne teksty, liryczne głosy, mocne orkiestrowe aranżacje oraz potężne brzmienie gitar i perkusji. Unowocześniony dźwięk i nowatorska produkcja, która pochłonęła 6 miesięcy pracy w rzymskim studio Temple Of Noise pod okiem Christiana Ice - gwarantuje niezapomniane wampiryczne doznania, jak zawsze za sprawą czarującej wokalistki Soni Scarlet.
 
http://www.metalcrypt.com/pages/review.php?revid=3952

rate: 3,5/5

I used to enjoy Theatres des Vampires up until 2005. By then, Alexander Lord Vampyr (vocals) and guitar player Alex had left the band. Pleasure and Pain was released, and I could painfully feel the departure of who was making this band more enjoyable. Besides, I believe they were not quite ready to release a new album, and should have waited a bit.
Now, in 2008, Theatres des Vampires is back with Anima Noir . Were they more ready this time? Yes. Do I like what they have become? Not really. I don't know what ever happened to Alex and Alexander, but they should come back! Theatres des Vampires have nowadays more or less dropped their vampirism, to concentrate on making catchy Gothic Metal. Not diluted to an Evanescence point though. Sonya Scarlet is taking care of most of the vocal duties, while beefed up guitars and rhythmic section, with melodic keyboards form the core of this music. Maybe too much keyboards could cause some listeners to overdose, especially when they sound a bit too techno as opposed to their usual atmospheric style. On the other hand, calmer passages with piano parts create a nice touch of sadness. Songs like "From the Deep" and "Anima Noir" are very good examples of this situation. The title track caught more my attention, due to its dramatic/operatic aspects, and by restoring some vintage Theatres des Vampires.
Anima Noir remains a safe investmentfor the Gothic supporters.
 
from : http://www.theshipmagazine.com/theatres-des-vampires---anima-noir.htm


Theatres des Vampires - Anima Noir



Se non sbaglio i TdV sono all’attivo da circa 15 anni e questo è l’ottavo album per la prolifica band romana. Il terzo dalla svolta stilistica del valido “Nightbreed of Macabria” che abbandonava gli stilemi classici del black-vampir-atmosferic metal, per approdare a sonorità più morbide ma dalle tematiche sempre dark. “Anima Noir” parte con una bellissima “Kain” che ha un humus atmosferico da anni ottanta tanto care a band quali The Birthday Massacre; con questo non voglio dire che sono derivativi da tale band, anche perché quando i TdV muovevano le prime armi, gli americani erano dei bimbi ancora innocenti. Segue “Unspoken words” dove il contorno di pianoforte rapisce e quando il brano finisce viene voglia di riascoltarlo nuovamente. Emerge l’ ampio assortimento di performances vocali di Sonia Scarlet messe in risalto da una buona produzione. Per il resto l’album spazia da composizioni di dark-gothic rock, a venate melanconie e perverse partiture horror-metal. Un disco eterogeneo che da spazio alla struggente bellezza dei moderni intrecci melodici di “From the deep” e alla potenza di un brano come “Blood addiction”, fino alla bella e abbastanza personale cover dei Cult, “Rain” gioiello dark-rock degli anni ottanta a cui più di un gruppo non ha saputo resistere nel donarle un giusto tributo. La cura e la precisione nelle prestazioni vocali della singer in perfetta sintonia con la parte maschile (meno baritonale del passato) risulta essere il valore aggiunto di “Anima noir” che sa rendere l’album appetibile ad un’audience sia dark che rock.

Un album riuscito che non presenta nessun elemento di spiccata originalità, ma bisogna riconoscere loro la capacità di scrivere comunque dei bei pezzi. Chi sente la nostalgia della parte più oscura degli 80’s e vuole ascoltare della musica comunque fresca, qui potrà trovare sollievo alle proprie pene.

Voto: 80/100


Maurizio Di Battista
 
THEATRE DES VAMPIRES: Anima Noir

Aural Music (Audioglobe), 2008

LoudVision 1/5


Parole non dette


Spiace rimanere così delusi da un lavoro e un progetto che nel tempo ha dimostrato di avere alcune eleganti frecce al proprio arco e una personalità solida al servizio di una musica che si voleva in grado di rinnovare i propri canoni. Oggi, purtroppo, così non è più, almeno a mio avviso, ché la componente innovativa è andata sacrificata sull'altare dell'immediatezza e della possibilità dell'ascolto rinnovato. La volontà di essere facilmente assimilabili, difatti, è entrata definitivamente nel patrimonio genetico del gruppo, risultando, piuttosto che nella capacità di proporre armonie/riff/vocals dall'immediato riscontro, in una semplificazione di fondo che nuoce alla musica nel suo insieme. Stessa cosa vale, purtroppo, per gli inserti di natura elettronica o pianistici/orchestrali: nonostante l'indubbia discreta fattura, vengono utilizzati in modalità che risultano già sperimentate da innumerevoli gruppi e che spesso appiattiscono il suono, invece di migliorarlo. Per quanto riguarda la voce di Sonia Scarlet in primis il gruppo potrebbe tenere in considerazione il ricorso continuato alla lingua madre, dato che la cadenza tende a farsi sentire e a inficiare il risultato finale. D'altro canto, che sia dovuto alla tipologia di produzione/registrazione o alle doti vocali in sé, l'esito non è sempre inappuntabile e non spicca per estro, invenzione o personalità. Ora come ora i Theatres Des Vampires sembrano un po' persi lungo la strada evolutiva da loro intrapresa; credo gioverebbe prendere decisioni più risolute sulla musica e sui cambiamenti da apportare, così come sarebbe giusto e rispettoso in primo luogo della loro stessa storia marcare decisamente a fuoco la propria personalità. Forse, tutto considerato, certi spunti genericamente dark wave/electro potrebbero servire a indicare la via maestra; una via che in fondo sembra mettere da parte il fondamento metal e la parte strettamente gotica e crepuscolare, per concentrarsi su un andamento e un'attitudine che hanno più da spartire coi dark dancefloor alternativi o con i remix EBM del caso. È anche comprensibile, considerando i molti, e fondamentali, cambi di line-up e la ricerca di un'identità diversa. Identità che però va ricercata e sperimentata pienamente, per evitare spiacevoli sensi di déjà vu. Ovviamente di brani piacevoli ve ne sono, ma spiace non poter rintracciare la volontà di una diversità forte e insistita.

14/05/2008
Daniele Ferriero
 
http://www.metalnews.de/?metalid=05&action=show&cdid=2717

Eigentlich ist es ja schlechter Stil, in einem Review überhaupt "ich" zu sagen. Das hat verschiedene Gründe, auf die ich hier jetzt nicht eingehen will. Ich sage es einfach trotzdem. Ich hatte in letzter Zeit besonders mit solchen Alben Pech, die eines von zwei Kriterien erfüllten: Die Band stammte aus Italien [bevor mein Postfach von Hassmails verstopft wird: Ich mag Italien wirklich!] oder die Band hat ihrem Album ein lächerliches Vampirkonzept verpasst. Auf das neue Album von THEATRES DES VAMPIRES treffen beide Kriterien zu. Na toll...

Die Band ist, zumindest nach eigener Aussage und laut ihrer Plattenfirma, so eine Art Kultband im "Vampiric Metal", einem erfundenen Subgenre des Gothic Metal. Das sei mal dahingestellt, jedenfalls kann die Band schon auf einen ganz ordentlichen Backkatalog zurücksehen. Besondere Reputation kann ich ihr aber nicht bescheinigen.
Das aktuelle Album trägt nun den Titel "Anima Noir" und umfasst zehn Songs, die sich allesamt als Standard-Gothic Metal mit starker Tendenz zur Langeweile klassifizieren lassen. Da gibt es die langsame Ballade, den harten "Metalsong" mit männlichem Gesangspart und natürlich den elektronischen Tanzflächenfeger. Alles mit wunderbar vorhersehbaren Songstrukturen, die auch die paar gelungenen Melodien und Riffs völlig untergehen lassen. Der uninspirierte Gesang von Sonya Scarlet wird durch die dämlichen und bis zum Exzess wiederholten Texte ["Dust, Dust, Dust...", "Tick, Tock, Tick, Tock..."] noch unerträglicher und setzt so dem ganzen die Krone auf. Vielleicht will sie gequält klingen. Dann sollte sie sich mal in den Hörer hineinversetzen.
Einzig positiv fällt die Produktion des Ganzen auf, an der es eigentlich wirklich nichts auszusetzen gibt. Aber da hätte man die Studiozeit besser in eine andere Band investiert.

"Anima Noir" von THEATRES DES VAMPIRES ist so überflüssig wie lächerlich. Und dass die Gothic Metal-Szene zwar allgemein schwächelt, aber noch immer solche Größen wie NIGHTWISH oder EPICA zu bieten hat, macht dieses Album noch überflüssiger. Zwei Punkte gibt es für die Produktion und die drei oder vier halbwegs guten Ideen in den zehn Songs.
 
http://www.bleeding4metal.de/index_de.php?show=review_de&id=1817

Theatres Des Vampires - Anima NoirReview von Mandragora // 15.05.2008 (76 mal gelesen)

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Nach “Desire Of Damnation“ veröffentlichen die Italiener von THEATRES DES VAMPIRES nun ihr neues Album “Anima Noir“. Die als extrem Gothic Metaller eingestufte Combo hat es dabei auch dieses Mal in sich, auch wenn ich sagen muss, dass die beiden oben genannten Alben kaum zu vergleichen sind. Da das ältere Album zum einen zur Hälfte auf einer Tour aufgenommen wurde und auch sonst etwas stranger wirkt.

Fand man in “Desire Of Damnation“ noch einige Hinweise auf die Wurzeln der Band, die mit Black Metal begonnen hatten, ist davon in “Anima Noir“ nicht mehr viel zu finden. Auch die stark individualisierten Vocals, die auf dem älteren Album zu finden sind kommen heute nicht mehr so stark durch. Fronterin Sonya singt ohne Abstriche zu machen und zu zarten Teilen zu greifen überzeugend ihre Lyrics, wirkt dabei dennoch zerbrechlich, was sich sehr gut in den Sound einpasst. Dennoch überzeugt “Anima Noir“ nicht uneingeschränkt. Viel mehr hatte ich den Eindruck, dass die Songs eher etwas zu ähnlich waren und auch nicht bestrebt waren sich von anderen Gothic Metal Bands abzugrenzen.

Auch die etwas avantgardistischen Keyboardparts entfallen auf „Anima Noir“ größtenteils. Die Horror und Gothic Attitüden sind nicht mehr so stark ausgeprägt. Es wird dennoch ein sehr solides Stück Gothic Metal abgeliefert. Die Vocals sind schön und passen gut zu den Instrumenten. Die Texte sind eingängig und die Songs durch die Bank weg tanzbar.

Im Vergleich zu den vorigen Leistungen verliert das Album jedoch etwas sein Gesicht. Wer auf Gothic Metal im generellen steht, sollte sich das Album auf jeden Fall anhören, wer aber auf die alten THEATRES DES VAMPIRES steht wird wohl etwas enttäuscht sein. Sie haben etwas verloren. Früher waren sie heavier und dunkler, nun eher oberflächlich und vorhersehbar. Das Album hört sich dennoch gut an und ist als leichte Kost einfach mal so wegzuhören. Darum gibt es von mir nur 7 Punkte für THEATRES DES VAMPIRES mit “Anima Noir“.


7/10
 
http://www.possessed.de/index.php?do=reviews&id=2471

Hm, da hat man mir ja eine CD zukommen lassen, die sogar nicht in mein musikalisches Konzept passt. Theatres de Vampires waren wohl einer der ersten Bands, die den sogenanten Vampir Metal vollzogen haben. Allerdings könnte man das ganze auch als "Gothic Metal" bezeichnen. Ist wohl nur textlich ein Unterschied festzustellen.Tja, ich kann da wirklich nichts mit anfangen. Diese 10 Songs rauschen echt so an mir vorbei. Ich habe die Scheibe 2 mal durchgehört. Insgesamt ein Fußbalspiel lang. Sorry, überhaupt keine Empfindung. Das einzig markante was bei mir hängen geblieben ist, ist die Stimme der Frontfrau Sonja Scarlet. Diese klingt wirklich gut, teilweise sehr verträumt und passend. Ansonsten gehen sie sehr symphonisch und melodisch ans Werk, hat mit meiner Auffassung von Metal aber überhaupt nichts am Hut. Wer auf Gothic und Metal steht, sollte diese Band mal anchecken. Die Melodien sind teilweise echt nett und mit "Blodd Addiction" hat man einen Song, der es vielleicht sogar in die Charts passen könnte. Der Songs ist sehr tanzbar und clubtauglich. Nicht meine Welt...
 
from : http://www.zwaremetalen.com/recensie/10518/Theatres-des-Vampires-Anima-Noir.html


Gepost door: Jan Hendriksen Donderdag 08 Mei 2008 - 15:32


Theatres des Vampires - Anima Noir
Aural Music, 2008

Dames ende heren, doe de gordijnen goed dicht, hang de knoflook bij de deuren en slijp houten staken van opa's houten been. De Italianen van Theatres des Vampires zijn weer ontwaakt. En om hun nachtelijke praktijken enigszins op te fleuren komt dit quintent met het achtste studioalbum in het veertienjarig bestaan van de band. De dame en heren pakken werkelijk waar alles aan om het vampirische imago wat de band sinds oprichting aanhangt uit te dragen. Denk daarbij dan vooral aan de romantische voorstelling van vampirisme zoals bekend is geworden door de boeken van onder andere Anne Rice.

Dit gebeurt dus, logischerwijze, op een wat duistere gothic metal manier. Veel toetsen, vrouwelijk zang die een breed spectrum beslaat en behoorlijk dansbare gitaarriffs die regelmatig vergezeld gaan van een drummer die aardig electro drumpartijen onder de gitaarlaag legt. Denk een beetje aan een mix van Opera IX in de Black opera periode, H.I.M. en Rammstein. Je weet dan denk ik al dat deze band zich bedient van dermate grote hoeveelheden theatraliteit dat het mij bevreemd dat Joop van der Ende ze nog niet gebeld heeft. Trek je dat niet, stop dan maar direct met lezen, de hele act die Theatres des Vampires heet wordt er door gedefinieerd.

De band maakt eigenlijk een vrij uptempo electro gothic metal derivaat waarvan de wortels in de melodieuze, theatrale black metal schijnen te liggen. Grote aandachtstrekker in de band is zangeres Sonya Scarlet, die zoals al eerder gezegd een vrij brede stem heeft, sporadisch gebruikt ze wat sopraan/opera zang, maar grotendeels heeft ze een ietwat donkere cleane zang, waar ook weer de theater drang van de noten afdruipt. Her en der wordt mevrouw bijgestaan door gastzangers die qua mannelijk stem een duit bijdragen (Eén daarvan is Christian Ice van onder andere Aborym). De nummers met dubbele zangpartijen zijn naar mijn mening wel wat interessanter, Sonya heeft geen slechte stem, maar wordt gedurende het album wel ietwat saai.

Key item van dit album is het theatrale, hoe de luisteraar daar tegenover staat zal zijn mening vormen over dit album en deze band. Ik moet zeggen dat het allemaal redelijk goed in elkaar zit waardoor ik wel in zie dat dit een band is die veel volgelingen zal hebben in de gothic en vampirische scenes over de wereld.

Tracklist:

Kain
Unspoken Words
Rain
Dust
From the Deep
Blood Addiction
Butterfly
Wherever you Are
Two Seconds
Anima Noir
Line-up:

Sonya Scarlet - vocals
Stephan - guitars
Fabian - keyboards
Zimon - bass guitar
Gabriel - drums
Links:

Theatres des Vampires
Theatres des Vampires MySpace
Aural Music

Score: 70/100
 
http://www.darkside.ru/album/13195/

8/10

Новый альбом Театра Вампиров, признаться, приятно удивил! Я уж даже и не надеялся, что ребята смогут выпустить что-нибудь стоящее, однако ошибался... Выслушав немало критики в свой адрес после альбома «Plessure and Pain» (2005) (больше всего досталось Соне с её не то вокалом, не то блеяньем), «вампиры» решили реабилитироваться и записали вполне стоящий альбомчик! Не шедевр, конечно, но прогресс всё-таки налицо. Вокал Сони теперь не вызывает рвотные позывы и напоминает местами Машу Распутину, местами даже Kyo из Dir en Grey. В плане музыки не наблюдается кардинальных изменений, разве что прибавилось весёлых ноток. Песни запоминаются с первого раза и без сомнения понравятся любителям просто красивой готики, не желающим нагромождать свой мозг различного рода прогрессивностью и сложностью мелодики. Хотя, любителям старого состава времён дядюшки Александра сие творение, боюсь, не понравится...
 
from : http://playlouder.com/dhtml/#/content/16870/theatres-des-vampires-anima-noir


'Anima' (for those of us not schooled in Jungian philosophy) is a word almost comparable to Freud’s ‘id’ in that it represents the unconscious, “true, inner self” of the individual.

Anyway, it was with some trepidation that I approached this album. Theatres Des Vampires have always been, in my opinion, an entirely unique band: never exactly a favourite, but always one worth listening to, and always with rewarding moments that no other band could quite hope to rival.

The closest thing to a domestic comparison would be Cradle of Filth, whose name, when mentioned at the wrong dinner parties, seems to herald awkward silences these days.

The bands are hardly similar, but certain parallels can be drawn; both began life being (perhaps falsely) identified as black metal bands. Certainly, both began life being labelled as ‘extreme’ but soon were called ‘gothic’, ‘symphonic’, even ‘industrial’.

Both have by now earned a reputation for being unclassifiable, and more easily described in terms of lyrical themes than musical direction.

Cradle of Filth have followed a crooked path to superstardom from their early-nineties genesis: never being predictable, nor pandering to the requirements of their fan base, and yet seemingly always gaining in popularity. Now they are regarded as anything but extreme. Indeed, some condemn them as ‘pop metal’.

In truth, they've become a slightly more boring version of their patchy past selves.

Italy’s Theatres Des Vampires, meanwhile, began life a little later (in the mid nineties) and have had a similarly convoluted history. While Dani Filth remains the cornerstone of COF through the ages, the personnel of Theatres Des Vampires have shifted like the ranks of a football team.

There isn’t a single member in the group today who was present on the first few releases, and with the departure of founder Lord Vampyr previous to the last album proper, ‘Pleasure and Pain’, it became a concern that the vision would be blurred, and the group would fade into obscurity.

Not so. Incidentally, current lead vocalist Sonya Scarlet is by no means a new recruit, having served the group for almost a decade – as has the rhythm section, and keyboardist Fabian Varesi. For this release only Stephan Benfante, the guitarist, is a new addition, which implies that any vision the band has is more collaborative and more changeable than I had previously thought.

‘Anima Noir’ is perhaps their most coherent album yet, and - at a pretty tight ten tracks in length - there’s not a wasted moment.

‘Kain’, the blistering opener, occupies the barren middle-ground between Paradise Lost and Inkubus Sukkubus. In fact, it’s not a million miles from the genre-crossing success of their countryfolk, Lacuna Coil, but it fortunately eschews both the too-slick production of Lacuna Coil, and their rather dated nu-metal tinge.

The shimmering synths that open ‘Rain’ (a cover of The Cult’s song) and ‘Wherever You Are’ lend a sharp EBM sound to proceedings, as previously explored in their crossover hit ‘La Danse Macabria Du Vampire’.

As indicated but never truly realised on ‘Pleasure and Pain’, Theatres Des Vampires are now capable of producing great gothic pop songs (such as ‘Dust’) that sit well alongside the heavier numbers.

‘From The Deep’ is an eerie ballad with beautiful choral singing, as is ‘Anima Noir’ itself, the epic outro song. Again, these accomplishments have been hinted at in moments of their previous work, but never really executed with such conviction.

‘Blood Addiction’ represents the raw, unsophisticated lyrical approach of, say, ‘Whole Lotta Love’, and while it doesn’t have quite the musical character of Led Zeppelin, the duality of the vocals here works very well, with the male backing being stronger than ever before on a TDV release.

These disparate sounds are melded together with more cohesion than on previous releases, too; where Theatres Des Vampires come good is in never breaking character; while many metal bands pick and choose their thematics like so many kids dipping into a dressing-up box, and thus become disappointing as a consequence, those who have the most powerful effect on their listeners are those whose ethos backs up the music.

One can quite easily imagine Amon Amarth (for example) emerging from the mist on a northern coast and leaping from a ship with crude axes in hand, and similarly, these Italians make pretty convincing vampires.

Where England’s Cradle of Filth seem to have lost sight of what made their earlier material really absorbing, Theatres Des Vampires have, against all odds, taken the rotten core of what made them such a tantalising prospect in the first place, and wrapped it in a fresher, more delectable skin.

Well, you know what they say about the life-giving power of blood…
 
from : http://www.metallized.it/recensione.php?id=2060

Theatres Des Vampires - Anima Noir


Chi ha vissuto durante gli anni ’90 la propria “oscura” giovinezza sotto la protezione della corona che sovrasta la croce, non faticherà a riportare a memoria le nottate che chiudevano l’allora settimana lavorativa. Intombata nelle profondità dello storico locale (che non faticherete ad individuare), l’oscura “camerata mediolanense” dava mostra di se: DARK, METALLARI, ALTERNATIVI di ogni tipo affollavano il macabro convegno per danzare sulle note dei propri idoli. Ben ricordo lo sprofondare nei freddi “divanetti”, costantemente sfinito da una tanto insistente quanto inebriante libagione con la rossa (questa volta mi riferisco proprio a quella in carne ed ossa). A ricordarmi con nostalgia l’eccitante e profana dissolutezza di quei momenti è stato l’ultimo, bellissimo, ANIMA NOIR dei THEATRES DES VAMPIRES.

E inutile millantare una conoscenza che fin d’ora non avevo: I THEATRES DES VAMPIRES sono uno di quei gruppi che stupidamente credevo non rientrare tra le mie corde ritenendoli troppo light e mercantili. La sorpresa nel trovarmi di fronte ad un ottimo prodotto (effettivamente commerciale) non è nulla se paragonata alla rapidità con cui ho maturato la consapevolezza di potermi pure divertire nel recensire il materiale promozionale: dopo solo pochi secondi dal primo play ANIMA NOIR si meritava infatti un ascolto attento e dedicato del quale a tutt’oggi usufruisco.

I temi trattati sono molti, come pure le ispirazioni che hanno guidato la costruzione del concept musicale: ELETTRONICA, DARKWAVE, GOTHIC METAL ed una buona dose di melodia SINFONICA si fondono per forgiare uno scenario che scopro essere indotto dalle dichiarate inclinazioni vampiriche della band; ecco dunque dipanarsi l’erotismo nella voce piccante della Scarlet, l’eleganza nell’affinato tamburellare del pianoforte, l’irruenza nelle sensate comparsate “metallose” della chitarra, il romanticismo nella programmazione orchestrale del sinth e la decadenza in quella più spinta elettronicamente. I dieci brani, tutti abilmente costruiti attorno a queste milestone, risultano di primo acchito piuttosto eclettici e variegati (soprattutto a livello stilistico), seppure le sensazioni suscitate nel continuum siano sempre, costantemente riconducibili ad una proiezione crepuscolare del vivere quotidiano. È dunque il feeling NOIRE ad essere complessivamente attraente anche se è facile dedurre che gli elementi di maggiore spicco e rilevanza sono le vocals della Scarlet ed il lavoro ai tasti di Necros, tuttavia ben supportati dai rimanenti elementi della band; entrambi muniti di una buona tecnica stupiscono soprattutto per la poliedricità di utilizzo delle proprie doti comunque credibili a livello collettivo e mai altezzose o fini a se stesse.

L’effetto del cantato è eccezionale: caldo ed avvolgente in ogni momento, energico ma aggraziato quando aggredisce diviene, paradossalmente, più maschile nei colori più tranquilli quando ad interventi controllati dal “petto” alterna pure difficili tecniche liriche rese corali da sovraincisioni ed intrecci con il cantato secondario; il massimo godimento è disponibile quando Sonya affonda nei toni più bassi laddove sfoggia una timbrica leggermente “grattata” e “trascinata”: sensualità impareggiabile!
Le seconde voci in growl, che leggo essere state patrimonio della band nei precedenti episodi, sono fortunatamente scomparse a favore di interventi più discreti e raramente caratterizzanti sul piano melodico (come in BLOOD ADDICTION dove peraltro mi soddisfano poco); il lavoro di “gola” di Necros e Gabriel è di fatto limitato a due compiti principali: quello di “segnare” con intromissioni brevi ma decisi i momenti topici di ritornelli e riffoni e quello di accompagnare pedissequamente, con toni baritonali quasi impercettibili, la linea di Sonya così da completarne le armoniche attraverso combinazioni tonali più ampie; quest’ultimo sistema è una raffinatezza che non ha un riscontro immediato e coscientemente individuabile dall’ascoltatore medio; è altresì vero che una maggiore completezza dello spettro sonoro elargisce sensazioni inconsce non trascurabili nella somma (emotiva) finale. Per una migliore comprensione del fenomeno cito testuale il maestro Giovanni Allevi riguardo alla meccanica di accordatura del pianoforte:

“Il martelletto, per produrre una nota, percuote tre corde intonate alla stessa altezza. Una macchina è in grado di ottenere dalle tre corde tre suoni perfettamente identici. Ma così il suono risultante perde vita e interesse. Il suo intento, invece, è di conferire loro una sottile differenza. In questo modo il suono risultante è un’onda che si frantuma, si modifica nel tempo, vive più a lungo, come la fiamma di una candela.”
(Giovanni Allevi, La Musica In Testa, Rizzoli 2008)

Scelta dunque nobile quest’ultima, percorribile grazie ad una produzione ineccepibile sporcata solo da un leggerissima asincronia (in realtà ascrivibile ad un mixaggio non precisissimo) durante la fase centrale di UNSPOKEN WORDS.

Altro fattore di spicco dicevamo essere l’ottimo impiego delle keyboards: Necros si fionda al centro dell’attenzione con una varietà di stili tra loro apparentemente contrastanti tuttavia ben integrati; si va dall’ossessiva ricerca di effettistiche e successioni a stampo ELECTRO GOTH (parlare di EBM mi sembra davvero esagerato, cari colleghi recensori) fino alla fedele riproduzione di archi orchestrali a sottolineare quell’attitudine “operistico-teatrale” esplicitamente rivendicata dalla band. Ciò che comunque colpisce più cervello e cuore sono i dolci e sognanti tamburellii del pianoforte: penso alla fase teminale di UNSPOKEN WORDS, ai giri annegati nella sinfonia della fantastica FROM THE DEEP, al congedo vespertino di ANIMA NOIR.
In un contesto già fortemente rappresentato si è trovato poi il modo di conferire enfasi anche alle massicce schitarrate che Gabriel introduce a scopo principalmente rafforzativo; con una distorsione sufficientemente irruente ed una ritmica di supporto davvero ridotta ai minimi termini (basso e batteria si limitano al loro compitino) i THEATRES DES VAMPIRES (si) ricordano di avere radici METAL ben precise; in realtà si intravede nei brani anche qualche linea sigle-notes più impegnativa rispetto ai citati attacchi in bitonale: la volontà è quella di costituire un ulteriore reticolo con le tastiere e rinforzare lo spettro sonoro strumentale, proprio come fanno le backing vocals con quello canoro. Bello l’assolo nella iniziale KAIN a fornire la tipica eccezione alla regola.

Per qualche riferimento più diretto vi segnalo come imperdibili la danzereccia KAIN, la potente UNSPOKEN WORDS, le sognanti FROM THE DEEP e ANIMA NOIR e l’effettatissima TWO SECONDS. Una nota (di demerito) a parte per l’inclusione nella tracklist di RAIN dei THE CULT: non capisco l’esigenza di portare sotto il tetto di un ottimo prodotto quale è ANIMA NOIRE un’idea di matrice esterna; se da un lato è certamente assicurato qualche passaggio in più sui media, dall’altro è altrettanto probabile un rigetto dei fan e della critica più “autarchica” alla quale non nego di appartenere. Non che RAIN sia male interpretata, anzi, trovo la rivisitazione non peggiore dell’originale; il timore è quello di ritrovarsela come singolo trainante in luogo di una stupenda ed inedita FROM THE DEEP che meriterebbe invece la migliore vetrina possibile. Se “questo matrimonio” si doveva proprio fare l’avrei declassata a bonus track in ultima posizione. A tal proposito non nego un difetto di 5 punti sulla valutazione aritmetica causato dalla scelta non condivisa.

Seppure la stampa tenda ad aggregarne inesorabilmente i contenuti, il campo di applicazione di ANIMA NOIRE è difficilmente delimitabile nel solo intorno tra EVANESCENCE, LACUNA COIL et similia (formazioni che i THEATRES DES VAMPIRES tritano senza pietà), date le influenze e le predilezioni di cui vi ho parlato. D’altro canto la musica espressa dai THEATRES DES VAMPIRES è effettivamente piuttosto fruibile e, per questo motivo, potenzialmente diretta ad un pubblico ampio e variegato; a prova di ciò può essere d’aiuto la mia esperienza personale in cui ANIMA NOIRE ha raccolto i favori tanto di mia mamma (che comunque è una donna d’avanguardia), quanto quelli della mia donna (a cui piace definirsi DARKETTONA), quanto ancora quelli del sottoscritto (a cui i SUNN O))) iniziano a parere troppo fruibili).
Il mio consiglio, di qualunque “parrocchia” voi siate, è dunque di concedere ad ANIMA NOIRE un ascolto riservato.

Ah, dimenticavo…se siete stati tra coloro che popolarono quella scellerata “camerata mediolanense” non abbiate indecisione e provvedete immediatamente all’acquisto dell’album: un salto nel passato vi farebbe solo bene.
Se invece siete stati tra coloro a cui ho sottratto la rossa… voi no… il disco non compratelo: ricordare vi farebbe solo male!


Massimiliano Giaresti "Giasse"


VOTO RECENSORE

80/100 :worship:
 
from : http://www.hardsounds.it/PUBLIC/recensione.php?id=4198

Attivi sulla scena metal italiana da più di dieci anni, i Theatres Des Vampires presentano al pubblico il loro nuovo album, l’undicesimo della loro carriera, dal titolo 'Anima Noir'. Il black metal che ha caratterizzato gran parte della loro discografia sembra ormai un ricordo, da quando Lord Vampyr, che è stato uno dei membri fondatori, ha abbandonato la band nel 2004. Sicuramente questo ha influito non poco su sound del gruppo, passato ora ad atmosfere più legate al gothic metal, ma senza perdere quelle tinte dark che lo caratterizza.
Se con il precedente 'Pleasure And Plain' avevano dato un assaggio di questo cambiamento, con 'Anima Noir' si può dire che l’evoluzione si è compiuta, e in meglio, aggiungo io. Perché questo è un album molto riuscito, che dimostra pienamente la maturità di un gruppo che sa cosa vuole e che, personalmente, rappresenta uno dei tanti volti felici del panorama gothic. Il disco si caratterizza per una forte prevalenza della musica elettronica, tanto che in alcuni brani sembra dare alle chitarre e alla batteria una posizione di secondo piano, ma ciò non dispiace affatto. Anzi, negli ultimi mesi mi è capitato di sentire gruppi che non sapevano come utilizzare al meglio le sonorità elettroniche, mentre i Theatres Des Vampires ne fanno un uso sapiente, creando delle ottime melodie che si muovono nella direzione di un’immediatezza riuscita e coinvolgente. Da sottolineare la buona prestazione di Sonya Scarlet, che dopo esser diventata l’unica cantante della band, ha qui dimostrato di aver assunto perfettamente il suo ruolo muovendosi con agilità tra i dieci pezzi.
L’opener "Kain" e "Dust", con i loro indimenticabili motivi elettronici, sanno come conquistarti definitavamente al primo ascolto, senza mai dar noia; "Unspoken Words" colpisce per la presenza di linee melodiche più soft, mentre la seguente "Rain", cover del brano dei The Cult, è un tributo più che azzeccato con quella sua atmosfera anni 80 che emana. "From The Deep" è una ballad dall’aura malinconica capace di emozionare, dove Sonya è autrice di una perfomance di tutto rispetto, e che rappresenta una sorta di attimo di respiro per la musica elettronica, che ritorna nella seconda parte del disco con pezzi come la potente "Blood Addiction" che presenta anche una voce maschile, come poi succederà nel seguente "Butterfly". Chiude la titletrack "Anima Noir", brano dalle tinte dark molto forti, nello spirito del titolo, dove Fabian si distingue nuovamente al pianoforte dopo aver fatto la parte di leone nei pezzi precedenti .
Forse qualcuno potrà accusare i Theatres Des Vampires di essere approdati su lidi più commerciali, ma quanto può importare quando ci si trova davanti un album così curato e che è un piacere ascoltare? Per me conta veramente poco.



Fatelo vostro

84/100

RECENSORE Eleonora "_eliottherocker_" Novara
 
http://www.debaser.it/recensionidb/ID_23530/Theatres_des_Vampires_Anima_Noir.htm

Ritorno sulle scene della formazione nostrana "vampiric metal" che poi, altro non sarebbe, che un innocuo gothic metal con tinte dark e tinte sinfoniche. Dal punto di vista della produzione del disco, beh, è inutile soffermarsi poiché è ineccepibile. Com'è ineccepibile la voce sofferente, languida e sensuale della nostra affascinante vocalist Sonya Scarlet.
Le tracce che compongono il disco poco si discostano dalla descrizione fattane anteprima, indi per cui procedere con una track by track è, davvero, superfluo ed inopportuno. Tuttavia mi soffermerei ad analizzare le songs che più mi hanno, in qualche modo, risvegliato sentimenti e destato un qualche fascino diverso rispetto alla massa. Tra le 10, citerei la ballata "From The Deep", un miracolo della musica, che fa il paio con "Unspoken Words". Discorso a parte merita la title track, "Anima Noir" che, introdotta da un bel giro di piano, ci propina quel che sarà il seguito, ossia melodie traboccanti e affascinanti, con una Sonya emozionante e dalla voce soffocata che dona alla song, quel tocco crepuscolare e cupo, perverso ma, allo stesso tempo, raffinato e di classe.
Il resto delle composizioni, invece, si "perde" in un già sentito, ossia, un'estremizzazione del discorso tastiere-synth, con alternanza di voce femminile e voce maschile più cupa, pesante ma mai growl, evitando, così, di cadere nel pacchiano e nello scontato.
Che dire: un album, questo dei TDV che poco si discosta dalle coordinate precedenti alle quali, ala band, ci aveva abituati e, perché no, viziati. Del resto, se è vero che ci sono canzoni che poco aggiungono al resto della minestra, è anche vero che "Anima Noir" e "From The Deep", da sole, meritano l'album.

Consigliato.
 
from : http://www.theshipmagazine.com/intervista-theatres-des-vampires.htm


Intervista Theatres Des Vampires


1) Colgo l'occasione per porre ai vampiri i complimenti per il loro Aura Noir da me particolarmente apprezzato in fase di recensione. Ma tra le tante cose positive che ci sono in questo nuovo cd purtroppo i cori non mi sono sembrati all'altezza del resto, in molti casi risultano essere poco potenti ed incisivi.

Fabian: Ti ringrazio dei complimenti. Per quanto riguarda le critiche.. Per me è difficile rispondere a questa domanda, perchè penso che in queste cose i gusti personali fanno il 90% di una critica. Ho letto diverse recensioni di Anima Noir, e ogni redattore dice la sua, chi definendo il disco un capolavoro, chi stroncandolo.. chi dicendo che i Cori sono invece la parte forte dei pezzi. Quindi dov’è la verità? Da nessuna parte.. i gusti sono gusti.. Per questo consiglio sempre di ascoltare un disco prima di acquistarlo..

2) Visto che abbiamo menzionato una delle poche pecche di questo cd e' giusto parlare anche dei pregi e uno evidente e' senz'altro quello dell' eterogeneità dei pezzi che, pur muovendosi tutti intorno allo stesso tema, si differenziano in modo da offrire una vasta gamma di sfumature, tanto che ogni canzone può essere indicata come la migliore del lotto…

Fabian: Devo dire che fin dai nostri primi dischi abbiamo sempre seguito una certa sperimentazione e eterogeneità all’interno di un disco. Quindi concordo in pieno. Penso sia un nostro trademark da tempo ormai.. cercare di non ripetersi mai, di trovare nuove soluzioni... anche all’interno del disco stesso.. E Questo Anima Noir ne è la prova.

3) Una cosa che mi ha sempre incuriosito dei Theatres Des Vampires e' come non abbiano mai voluto (pur facendone parte in passato) etichettare il proprio sound con la classica dicitura ‘black metal’. La stessa evoluzione giunta da un pò di tempo a questa parte e' la logica conseguenza del vostro modo di porvi nei confronti della scena di un tempo?

Fabian: Ho sempre ritenuto il Black Metal estremamente limitativo come genere, e negli anni abbiamo sempre rifiutato tale etichetta... all’inizio forse la cosa era riconducibile al fatto che il nostro cantato Maschile era prettamente Scream (e quindi riconducibile al Black), ma la parte strumentale differiva completamente dai dettami classici del tempo. Poi maturando come band e proseguendo la carriera con una voce Femminile, ovviamente la distanza dal Black Metal è diventata incolmabile.. Direi che è dal 2004 che nei nostri brani praticamente non si possa trovare nessun riferimento al Black.. Ci piace sperimentare.. essere aperti e nuovi generi e gusti personali. Siamo esseri che evolvono! E evolvendo cambiano i nostri gusti, le nostre attitudini e le visioni che abbiamo della musica. Oggi come oggi direi che facciamo una sorta di Rock Gotico, con influenze di Metal, elettronica e musica classica..

4) Premetto che condivido fin da ‘Nightbreed…’ la vostra svolta stilistica, vi vorrei chiedere se ‘Anima Noir’ possa non essere interpretata da parte dei vostri ascoltatori più giovani come un preciso percorso di crescita professionale sapendo comunque che in questo -ambiente- troppa gente ricorre ai soliti stereotipi da metallaro.

Fabian: Ovviamente è un nostro percorso di Crescita personale e professionale. Dici bene, fin troppa gente ricorre agli stereotipi da Metallaro.. Noi non lo dobbiamo fare, non ci interessano gli stereotipi... noi siamo noi stessi... Ho sempre considerato le ‘mode’ (quindi anche l’essere metallaro) una sorta di gabbia... Si esce dalla gabbia delle persone ‘comuni’, per rientrare in una gabbia di un altro sottogruppo.. Metallari, Punk, Gotici.. o quello che sia.. Si passa nella nostra esistenza da una gabbia ad un’altra.. da uno stereotipo ad un altro.. da una maschera ad un’altra, non essendo mai noi stessi.. Noi questo lo odiamo.. Io non sono un metallaro o un Gotico.. Sono un musicista che ama la buona musica.. tutto qui.

5) I vampiri sono un gruppo ormai storico del panorama italiano e credo che per voi ormai sia passato il tempo dell'entusiasmo che può avere una band che pubblica il primo lavoro. sicuramente avrete nuovi stimoli -e si sentono nel vostro ultimo anima noir- che vi permettono di andare avanti, diversi da quelli che vi spingevano agli inizi della vostra carriera…

Fabian: Bè questo penso sia ovvio e necessario per andare avanti. Molto band cominciano la loro carriera pensando che quel primo desiderato disco, sia quello della loro svolta.. Si pensa che dietro l’angolo ci siano contratti multimilionari, e vita da Rock Star... Poi ci si accorge che la realtà è MOLTO differente.. E qui si hanno due scelte.. o si molla tutto (come succede nella maggior parte dei casi, in quanto il proprio ‘sogno di gloria’ non si è realizzato), oppure si trovano nuovi stimoli, si capisce che la musica e l’arte in genere, non è funzionale al numero di copie vendute, al fatto che si passi o no su MTV o si venga recensiti sui giornali.. L’arte la si fa per il proprio piacere.. per la propria voglia di crescere.. Se poi qualcuno apprezza la tua opera, meglio così!

6) Ricollegandomi alla domanda precedente, raccolte, nuovo album, live, tour mondiale del 2006/07. ma non e' che per caso siete davvero dei vampiri e trovate linfa rigeneratrice nel sangue delle vostre vittime. a parte gli scherzi siete iper attivi. Qual’ è il segreto del vostro entusiasmo?

Fabian: Ma come! Eri riuscito a capire il nostro segreto e ti tiri indietro! ;-) Trovo grande stimolo nell’espressione artistica.. penso che non potrei vivere senza la musica.. senza i concerti..ecc.ecc. Se anche un giorno i TDV dovessero sciogliersi, sicuramente continuerei con altri progetti, anche nell’anonimato, ma lo farei.. La musica per me è tutto.

7) Ho apprezzato la cover di ‘Rain’ e mi chiedevo se la vostra e' un tributo d'affetto per i The Cult o la canzone si amalgama ai temi da Gran Guignol a voi tanto cari? infondo la pioggia, le tenebre sono tematiche da vampiri...

Fabian: Si tratta di grande affetto per una grande Band che sono i ‘The Cult’, che molto ha dato a questo genere, e che oggi le nuove leve non sempre conoscono. Volevamo far ascoltare questo brano i una veste diversa, moderna... e più vicina alle sonorità di Anima Noir. E perché no... potrebbe anche essere un modo per le nuove leve di conoscere una band (Appunto i ‘The Cult’), della quale non si ascolta più molto in giro... Ed è un peccato..

8) Cosa dobbiamo attenderci in futuro dalla vostra band?

Fabian: Concerti.. speriamo il più possibile.. Vogliamo sicuramente tornare in Sud America e Russia.. posti che ci hanno emozionato realmente dal punto di vista di pubblico E poi quando ci saremo stancati di fare concerti.. magari si potrà pensare anche ad un nuovo capitola della ‘saga dei vampiri’.. ma è molto, molto presto per dirlo..

9) Ok siamo giunti al termine, puoi concludere questa intervista rivelandoci degli aspetti inediti o la canzone a cui sei più affezionato del vostro Anima Noir e ovviamente il motivo.

Fabian: Penso che sia proprio la title track, che conclude il disco.. Anima Noir appunto.. Essendo un tastierista.. ed essendo questo brano prettamente tastieristico, penso che la scelta sia obbligatoria.. Non solo, credo che sia un brano molto introspettivo, fuori dai canoni comuni... con un bellissimo testo, quasi disperato... Per la consapevolezza del vuoto che spesso ci avvolge.. Si penso sia questo il mio brano preferito del disco..

Saluti a presto e la migliore fortuna.

Fabian: Grazie di cuore per l’intervista.. Blood is life..


Maurizio Di Battista

Jacopo Aloisi
 
http://www.ravenheartmusic.euro-site.co.uk/join.asp

THEATRES DES VAMPIRES..'ANIMA NOIR'

(Aural Music/SPV) Reviewed 22nd May 2008

This album is totally mind blowing. Who needs drugs when you can get a fix of Italian Vampyric Metal from these metal merchants (pictured above right)! Put into a blender a mix of the Bloodflowerz, The Cult, and Suzie & the Banshees, mix in a fair helping of melody, crunching guitars and some good doses of electronica, and we have the new record by Theatres Des Vampires for all you Vampires out there to get your teeth into. 'Anima Noir' certainly seems more accessible than earlier releases, and this album deserves recognition worldwide. The cd kicks off with 'Kain' and the pace continues with 'Unspoken Words'. Third one in 'Rain' is The Cult classic. And Theatres Des Vampires have made the song their own..totally awesome stuff. In-fact I cannot fault 'Anima Noir' at all, and it has sure been a pleasant surprise. Check out further the songs 'Dust', 'Blood Addiction' and 'Butterfly' and you will be hitting the repeat button at the end to hear it all again. Great stuff throughout, and as for the vocals of Sonya Scarlet - lovely!!!! The cd can be bought from the major retailers, so there is no excuse.

Get it now!

RATE: 9.5/10 (Reviewed by Dave).
 
http://www.amboss-mag.de/reviews/Archiv2/08/r08-04/theatres-des-vampires.html

Die italienischen Vampir Metaller geben mit "Anima Noir" ein weiteres Lebenszeichen von sich. Vor über 10 Jahren erschien der erste Longplayer dieser blutdurstigen Combo, das letzte Album "Pleasure And Pain", welches mich nur unzureichend befriedigen konnte, gab's 2005, dann noch eine DVD sowie ein Livealbum. Nun endlich wieder neuer Stoff, der mein Blut wieder etwas mehr in Wallung bringt. Gleich der Opener "Kain", eine Gothic Elektro Hymne, macht Lust auf mehr. Mit viel Schwung, Melodie und dem gewohnt kräftigen Grusel-/Vampir-Touch in der Atmosphäre weiß dieser Opener sehr zu gefallen. Im Anschluss merkt man der Band die Freude am Experimentieren mit elektronischen Gothic Sounds an. Kein Stück, dass nicht mit Samples oder Elektro-Tanzeinlagen ausgeschmückt wäre. Darunter liegt meist ein solides Goth Metal Gitarrenbrett, das die Stücke vorantreibt. Einzig in der Ballade "From The Deep" wird man sehr ruhig und melancholisch, ansonsten versuchen THEATRES DES VAMPIRES schon, die Gothic Metal Fraktion wie früher zu bedienen. Dazu bietet Sängerin Sonya Scarlet ein reichhaltiges Repertoire in ihrer Stimme von nahezu opernhaft bis fast rockig und ihr gelingt es zudem, das Vampir/Horror/Gothic Ambiente aufrecht zu erhalten.

Gesamtheilich gesehen ist wieder mehr Leben in den Vampiren als auf ihrem letzten Album. Mit "Anima Noir" scheinen THEATRES DES VAMPIRES die Kurve wieder so einigermaßen zu kriegen. Ein paar gute Stücke, viel solides Material und eigentlich kein Ausfall. An mein Lieblingswerk, "Suicide Vampire" (2002) kommen sie allerdings nicht heran. Das mag auch daran liegen, dass damals noch Sänger Alexander mit an Bord war, dessen Zusammenspiel mit Sängerin Sonya für noch mehr Vampir-Feeling gesorgt hat. Na ja, jedenfalls ein hoffungsvolles Lebenszeichen aus Italien. www.theatres-des-vampires.com (eller)