Manes: Vilosophe (first reviews)

New review of Vilosophe in french on www.chuul.fr.st

Manes, ou quand la musique devient drogue…

Décidément les norvégiens sont impressionnants. Outre le fait de posséder les groupes de metal les plus intéressants de la scène européenne, voire mondiale, ils sont capables de se transcender, d’effacer complètement un style et de repartir à zéro vers de nouveaux horizons musicaux. Les exemples d’une telle remise en cause ne manquent pas, il suffit de penser à Arcturus, In the Wood, Atrox, Green Carnation, 3rd and the Mortal ou encore Satyricon et leur excellent et dernier album « Volcano ». Manes ne déroge pas à cette règle.

C’est donc 5 ans après « Under Eine Blodraud Maane », pur album de black metal, que Manes revient avec ce plus que surprenant « Vilosophe ». Il n’y a plus aucun rapport entre les compositions actuelles du groupe et le black metal et c’est d’ailleurs à se demander si le groupe responsable de ce cd est le même que celui de 1998.
C’est désormais à un groupe avec une démarche résolument moderne (on retrouve de nombreux éléments électroniques), que nous avons à faire. Même si il est plus que difficile de qualifier le style de Manes, on peut dire que le groupe évolue dans un metal gothique, atmosphérique et parfois même psychédélique. Il pourra ainsi plaire aux amateurs de metal non conventionnel, rejoignant les groupes de la liste ci-dessus (Manes compte dans ses rangs des membres de Atrox et 3rd and the Mortal), ou aux fans de formations telles que Katatonia. Et dans la démrarche « Vilosophe » se rapproche du très bon album de Star of Ash « Iter.Viator ».

La musique de Manes, transcende réellement l’auditeur et l’emmène dans des contrées inexplorées de son esprit. Le groupe a su créer des arrangements et des compositions à la fois complexes, belles et efficaces, ne négligeant aucun des instruments. Les guitares se font tantôt puissantes, tantôt subtiles, tandis que la basse survole tous les titres de son ronronnement. Manes a aussi su rallonger ses morceaux, et donc augmenter leur efficacité, pour conquérir complètement l’auditeur, déjà en extase. Essayez pour cela le titre « Divind with your hands bound » et son final d’anthologie.
La voix, bien que très spéciale (le chanteur a parfois un timbre de voix proche de Perry Farrel de Jane’s Addiction), complète l’alchimie des instruments, pour créer un ensemble merveilleux et digne d’appartenir à un univers musical parallèle.

Les norvégiens frappent donc une fois de plus un grand coup, « Vilosophe » devient déjà un album culte à sa manière. Ouverture d’esprit musicale conseillée…

Eric
 
www.fucine.com
(also a cool inti on the site)
Nella prima metà degli anni Novanta esplode in Norvegia il fenomeno "black metal". Gruppi composti da adolescenti o post-adolescenti suonano una musica veloce, grezza e malata, desiderosi di dare uno scossone a una scena rock statica e persa in sterili tecnicismi. Non si tratta solo di musica: a fianco c?è uno stile di vita (più o meno) confusamente composto da un misto di ribellione, blasfemia e nichilismo. Presto arriva il successo commerciale, le case discografiche grosse, quindi le band fotocopia e la noia. I comportamenti e l?immagine diventano gusci vuoti utili solo a fini di marketing. Tutto assume l?aspetto di una "grande truffa", per citare Malcolm McLaren e agganciarsi al punk, perché sia questo movimento sia il black metal hanno una storia molto simile: lasciano alcuni dischi fondamentali, fiumi d?inchiostro e tante leggende per quattordicenni, ma soprattutto entrambi "battezzano" una generazione di artisti abituati a rompere gli schemi e a stupirci. C?è stato un "post-punk" e adesso c?è un "post-black", e in tutti i due i casi è l?ingresso della sperimentazione dell?elettronica a costituire il principale motivo d?interesse per il pubblico.
Pur considerandola un po? pretenziosetta, questa è quella che ho pensato potesse essere la miglior introduzione a "Vilosophe" dei Manes: conosciuti (?) come band dedita a un cupissimo black metal, si ripresentano con una nuova formazione e un nuovo sound. Basta premere il tasto play dello stereo e la prima cosa che si sente è il campionamento di una voce ? si parla forse di quegli adolescenti di cui sopra ? poi irrompono chitarre decisamente più familiari, ma la sezione ritmica è jungle: questa è "Nodamnbrakes", "nessun maledetto freno", alla creatività forse, o alla rabbia che scaturisce dall?alienazione, perché no? "Vilosophe" è infatti un album estremamente evocativo, ma descrivere esattamente le sue atmosfere è molto difficile; sembra tutto avvolto nel bianco del suo splendido cover artwork, ma non si tratta di un bianco benigno e rasserenante, piuttosto di quello impersonale e deprimente di una stanza d?ospedale, o di qualsiasi posto del nostro mondo moderno, così asettico e privato di colori. Alienazione dunque, ma anche la tristezza e il lirismo di "Diving With Your Hands Bound [Nearly Flying]", pezzo che nelle sue infinite volute melanconiche dimostra come i Manes abbiano assorbito altre scoperte ritmiche della musica "pop" dei Novanta, cioè il trip hop, e non solo la jungle. La terza traccia, la languida "White Devil Black Shroud", forte oltretutto di un buon gioco di basso e di chitarra, conferma quanto appena detto, mentre "Terminus A Quo / Terminus A Quem" a una partenza tranquilla aggiunge una sfuriata di broken beats e rock?n?roll.

"Death Of The Genuine" è una delle mie preferite, con un nuovo campionamento vocale che sembra ironizzare sul passato "satanico" del gruppo, e soprattutto con quella chitarra iniziale molto "sabbathiana" che prelude ancora a un delirio jungle. "Ende" è, se il termine non scandalizza nessuno, pop-rock molto accattivante, di quel pop che conficca il suo ritornello nella testa dell?ascoltatore, anche se va detto che il messaggio della canzone è piuttosto disilluso. "The Hardest Of Comedowns" ha sempre quell?iniziale andamento trip hop, sempre dalle parti dei Massive Attack, con successivo crescendo di chitarre fino alla deflagrazione, intervallata da momenti più melodici. "Vilosophe" si chiude con un geniale ed estremo tocco di postmodernità, nel senso di contaminazione tra diversi generi espressivi: "Confluence" è una traccia ambient basata sul campionamento di un episodio di "Der Todesking" di Jörg Buttgereit, regista di film splatter che mordono e sputano in faccia, come "Nekromantik", il cui titolo indica perfettamente con un neologismo i contenuti della pellicola. "Der Todesking" non è splatter a livello intellettuale zero, esattamente come i Manes non sono un gruppo black metal che tenta solo di far più casino degli altri, bensì è un film sul suicidio, nel quale l?episodio citato da "Confluence" mostra semplicemente un uomo sotto la pioggia che racconta a una ragazza la storia agghiacciante del suo matrimonio: sua moglie sanguina inspiegabilmente quando fanno l?amore e lui, con un senso kafkiano di impotenza e disperazione, sentimenti evocati da "Vilosophe", cerca almeno di farle passare un anniversario decente pur nella mediocrità borghese della loro vita; anche questa ricorrenza però si chiude con la ripetizione di quell?orribile episodio e lui, impazzito perché vittima di una punizione incomprensibile, fa a pezzi la sua donna. A questo punto estrae una pistola per uccidersi, ma l?arma si inceppa. Sarà la ragazza che ascolta questo racconto a tentare il secondo colpo e a ucciderlo. Non so se in questo caso capire il tedesco sia stata una fortuna, io che lo mastico ho provato uno shock notevole e un senso quasi fisico di disagio.
Un discorso a parte merita Asgeir, il cantante: da un lato sembra Ozzy Osbourne (sì, quello dei reality show su MTV? una volta cantava, sapete? Black Sabbath mi sembra?), dall?altro David Bowie. La sua capacità di interprete è ? insieme all?atmosfera generale, al mondo nel quale veniamo calati dalla musica - uno dei punti di forza di "Vilosophe", perché sa essere melodico ma d?impatto, freddo se è il caso, ma allo stesso tempo comunicativo.
Non è tutto nuovo, comunque: varie formazioni di musica elettronica hanno inserito il rock nei loro pezzi, alla ricerca di un maggior calore nel loro sound, ma vale la pena dare un ascolto ai Manes, che, facendo il percorso inverso, hanno saputo sfornare un disco qualche spanna sopra la media.
 
http://www.obskure.com/fr/index_2_redir.php/?url=/fr/kro_model.php3?n_kro=1520

Manes
Vilosophe
.:: 2003 :: Code 666 / SPV ::.


Overall score: 95% (Musicalité 90% - Originalité 98% - Interêt à long terme 95% - Emotion / Efficacité 98% - Production 85%)


Attention Œuvre majeure !
S’il ne devait rester qu’un album des décombres de ce début de siècle, « Vilosophe » serait sûrement la réussite musicale marquante, à bien des égards, à bien des émotions. Bâtit sur les cendres d’un passé black métal élaboré avec « Under Eine Blodraud Maane », les norvégiens de Manes ont opéré un changement de cap drastique et que nos attentes les plus pointues n’auraient su envisager, rejoint par des membres de The Third and the Mortal et Atrox. « Vilosophe » est plus qu’un album, une véritable expérience émotionnelle, artefact salutaire qui se dresse en étalon de la créativité et nous laisse pantois, secoués et marqués.
Incomparable et unique, Manes se joue des schémas et déborde perpetuellement, rappelant par intermittence les ambiances qui ont jalonné notre vie : le mouvement suivi est parallèle à celui d’Ephel Duath, moins dense musicalement mais tout aussi pertinent, ou à celui d’Ulver. Une mélancolie semblable à celle suscitée par Queensrÿche sur « Promised Land » se dessine sur un « Ende » splendide, lignes lancinantes sur saxophone plaintif et mélodies diaphanes, les guitares furieuses de « Terminus A Quo / Terminus Ad Quem » transcendent la new wave que U2 prodiguait à ses débuts glorieux. La pièce maîtresse « Diving With your Hands Bound » aux ambiances dark-trip hop dignes de Nine Inch Nails période « The Fragile » prend son temps pour atteindre l’essor et sublimer les sentiments.
Si Katatonia vous émeut, si Radiohead vous surprend, si vous cherchez la différence , « Vilosophe » risque fort de vous fasciner et de vous faire rentrer en résonance avec une vision singulièrement novatrice.
Et si « Vilosophe » ne trône pas en tête des albums de 2003, c’est simplement que les hasards de la vie nous ont fait découvrir ce miracle seulement maintenant.
En trois mots : Indispensable et salutaire. Pour tous.
 
http://membres.lycos.fr/soulwinds/maneschronique.htm


(chez Code 666) Les norvégiens, ex-black métalleux de Manes sont désormais rejoint de membres de The third and the mortal et de Atrox et voici un album rare... Presque parfait ! Cet album nous offre un voyage émotionnel incroyable dont on ne sort pas indemne... Superbe... Il est très difficile de qualifier le style du groupe, on peut le rapprocher d'un métal gothique, atmosphérique, limite psychédélique. D'une pertinence musicale très riche, la mélancolie subtile de l'album atteint son apogée sur un titre magique "Ende" et ses mélodies éthérées accompagnées des notes plaintives d'un saxophone. Puis on se rapproche avec "Terminus a quo/terminus ad quem" d'une new wave délivrant des guitares enflammées. Le dark trip-hop est aussi de la partie, rappelant Nine inch nails, avec le sublime "Diving with your hands bound". On passe avec brio de riffs de guitare puissants à quelque chose de plus léger, la basse survole son sujet avec excellence, la voix, particulière, vous rappellera le chant de Jane's addiction mais se veut agréablement posée... Bref, cet album ne peut que vous combler, il est novateur, il est superbe... A écouter d'urgence !!!!!!!
 
Tja, was soll man zu einem Album wie MANES' "Vilosophe" schreiben, außer dass es großartige Musik enthält? Vielleicht, dass sich hier eine Band komplett neu gefunden und erfunden hat. Fünf Jahre nach dem Überwerk "Under Ein Blodraud Maane" haben MANES nichts mehr mit Black Metal am Hut, überhaupt nichts mehr. Musikalisch ist "Vilosophe" eine Mischung aus TripHop, Progressive Metal und viel 70er-Rock, versetzt mit elektronischen Einflüssen und einigen Spuren Glam. Gibt es für so etwas eine Schublade? Nicht wirklich. Wer danach sucht, landet vielleicht bei dem Begriff "Avantgarde Metal", denkt an Bands wie ARCTURUS, GREEN CARNATION oder ULVER.

Was also machen MANES genau? 'Nodamnbrakes' und 'Diving With Your Hands Bound (Nearly Flying)' klingen am Anfang so anders, so einzigartig, so voller Gefühl, Emotion und Kraft - das Gehirn muss das erst einmal verarbeiten. Die Erkenntnis folgt trotzdem: MANES experimentieren, besitzen ein unglaubliches Gefühl für mitreißende Rhythmen und packende Melodien. Völlig flüssig mischen sich etwa bei 'White Devil Black Shroud' langsame TripHop-Parts mit wunderschönen Gitarrenanteilen. Über allem schwebt die wunderbare Stimme von Sänger Tommy Sebastian, der mit seinem klaren Gesang zum Teil an den unvergessenen PSYCHOTIC WALTZ-Sänger Buddy Lackey erinnert. Gerade dieses Organ gibt MANES einen Touch, der "Vilosophe" auf Anhieb in den Olymp der Metal-Rock-Geschichte hebt. Hier sind Künstler am Werk, geradezu Visionäre. MANES paaren unendliche Melancholie wie in 'Terminus A Quo/ Terminus Ad Quem' mit überraschenden Ausbrüchen, die jedoch nicht durch Schnelligkeit wirken, sondern durch nervöses Schlagzeugspiel und spannende Gitarrenharmonien, vorangetrieben von der dramatisch wirkenden Stimme von Sänger Tommy. Es muss nicht immer schnell sein, was hart macht. In 'Death Of The Genuine' verschafft sich noch ein anderer Teil des magischen MANES-Sounds Platz: Eine gewisse lauernde Bosheit zieht sich durch die Platte. Sie wird meist durch die Gitarren verdeckt, die dezenten Keyboards vergrummeln jedoch eine tiefer sitzende Evilness, die erst bei mehrmaligem Hören hervortritt. Das ist dann auch die letzte Erkenntnis aus "Vilosophe": Dieses Album wird und wird nicht langweilig. Nie. MANES versuchen schlicht und einfach, ihre Sicht auf das Leben zu vertonen, eine Einstellung zwischen Lässigkeit, Verzweiflung und überbordender Kreativität. Beweise für dieses komplexe Verständnis von Musik finden sich in den sanften Tubaklänge in 'Ende' oder auch in den grandiosen Slow-Motion-Melodien bei 'The Hardest Of Comedowns' - freilich gehen diese langsamen Phasen irgendwann in fast überschäumende Energieparts über. Das Album schließt überraschend mit einem Hörspiel aus dem deutschen Film "Der Todesking" von 1989. Das ist ein Episodenfilm, der sich in sieben Kapiteln mit den unterschiedlichsten Arten des Selbstmords beschäftigt - in der zu hörenden Sequenz geht es um einen Typ, der beim Sex mit seiner Frau immer größere Probleme bekommt... Anhören und Gruseln. Und dann auf "Repeat" gehen und wieder 47 Minuten lang "Vilosophe" via Ohr inhalieren und dabei über das genial-abstrakte Coverartwork und die gesamte liebevolle Aufmachung dieses Digipacks sinnieren. Und wieder. Und wieder. Und wieder.

Anspieltipps: Gesamtkunstwerk

Henri Kramer [31.03.2004]
 
For the completist:
http://www.metallibrary.ru/reviews/pages_68

Manes - 2003
"Vilosophe" (code666 / CD-Maximum)

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Полиморфный червь неуловимого убийцы Шоссе 666 вновь яркой вспышкой мелькнул за окнами мирного-мирного нашего мира и мирное "мирного" отдал эхом с гримасой, искажённой до страстного "и я не откажусь от деяний своих!" - вот снова он, беспристрастно жестокий, орудует душительными струнами и тупыми бьющими предметами в сознаниях беззащитных аудиожертв. Изощрённое колдовство культа избранных породило сначала дух, а затем и плоть совсем из иных миров - и чуждых фантазий, - и вот теперь нам дано принимать и боготворить или гнить в безразличии. Что выберет разумный? Пожалуй, остаться безразличным, ведь впутаться в эти сети - это окончательно, это насовсем, а потому безумие - яростное... "I was never free, I was chosen" написано на заднике диска, и эти слова суждено произносить новобранцам секты Manes. Здесь своя Философия, и даже в названии своём она извращена - "Vilosophe". Божественное Искусство - Чёрный Авангард! Поэтика Peccatum и нелогичность Arcturus, атмосфера Zyklon-B, Massive Attack и "Viva Emptiness" Katatonia, "you know I can't feel you know I can't love", Solefald и саундтрэк к "Малхолланд Драйв" - вот что такое новый кругляшок под гордым лейблом code666! Совершенная смесь всего, что ни за что мешать нельзя, ведь будет то такой пучок чувств, такой свет из глаз, такой бред из уст - обед из устриц, ниц падших лиц... Электронный авангард без единой примеси неестественного, ведь здесь даже синтетика оживает. Вокал не поёт - он играет вместе с другими инструментами, надрывно, упоительно, вдохновлённо, а вокруг сплошная геометрия - ритма и ровной аритмии, пёстрых оттенков и благородной бледности - лёгкий джаз, металлический авангард, быстрый трип-хоп, поющий джангл и медленный леденящий блэк. Эта музыка не для приверженцев стилей - она лишь для безумных экспериментаторов. Шедевр, снова шедевр - слышите? Шедевр! Да... На танец под свою новую мантру обречены все.

Диск предоставлен компанией CD-Maximum.
Meneldor
 
You're really digging up piles of good reviews Brainstorm! Thanks for that! You can have the plus. Tommy can have the fez. If you find any reviews of the Inferno gig, feel fre to post them as well...


hoi
 
http://www.imperiumi.net

MANES - Vilosophe (rating: 8+/10)

Manesin kohdalla ei voi olla mainitsematta Ulveria. Ulveria, joka kolmen black metal -levyn jälkeen (okei, ”Kveldsanger” oli folkia) ihastutti ja vihastutti metallikansaa ”Themes from…” -teoksellaan. Vaikka moni Ulverin vanhoista kannattajista bändin hylkäsikin, onnistui bändi suunnanvaihdoksessaan luoden erittäin toimivan kollaasin metallia, elektroa ja monia muita tyylisuuntia.
Nyt tuosta levystä on kulunut jo neljä vuotta ja Ulver surffaa aivan omilla poluillaan. On siis Manesin aika yrittää samaa. Bändihän ehti julkaista tätä ennen muutaman primitiivistä poljentoa sisältäneen levyn, mutta loi nahkansa tällä kertaa lähes täysin. Poissa ovat blastbeatit, kirskuvat kitarat ja infernaaliset laulusuoritukset. Bändi ei ole kuitenkaan lähtenyt kopioimaan selvästi Ulveria tai ketään muutakaan, vaan on etsinyt itselleen aivan oman polkunsa.
”Vilosophe” on raaka, mutta samalla hienostunut levy. Sen kitarariffeissä on vielä ”sitä jotakin”, mutta muu ympäristö on täynnä kokeilevaa otetta ja uskallusta. Joskus mukaan sotketaan rokkia, joskus melankolista poppia. Kaikki tämä on siloiteltu koneilla ja sampleilla, jotka eivät ole ehkä kaikkein omaperäisimmästä päästä, mutta jotka toisaalta toimivat tässä kontekstissa erittäin hyvin. Myös muutama ”oikea” soitin, kuten ”Terminus a Quo / Terminus Ad Quem” (joka kuulostaa paikoin aivan Placebolta, uskokaa tai älkää!) saksofoni on sekaan eksynyt. Usein ”Vilosophe” herättikin mieleeni kuvan David Bowien nykytuotannosta, ja tätä kuvaa vahvistaa laulajan erittäin bowiemainen sävy: mies osaa hurmata suloisen viattomalla kuiskailullaan, mutta pystyy myös erittäin tunnepitoisiin purkauksiin.
”Vilosophesta” löytyy myös konkreettisempikin puoli: se on levy täynnä oikeita biisejä, joista on aistittavissa niin Katatoniaa kuin Beyond Dawniakin. Sekaan mahtuu myös kummallisuuksia, kuten kymmenminuuttinen ”Diving with Your Hands Bound (Nearly Flying)”, jossa hitaasti ja varovaisesti nostatetaan tunnelmaa hypnoottisen laulun sekä loistavan kitaroinnin avulla koskettaviin korkeuksiin, jonka jälkeen laskeudutaan takaisin elektronisten komppien unenomaiseen maailmaan. ”Death of the Genuinessa” taas yhdistellään tehokkaan monotonista kitarariffiä jungle(?)-tempoihin erittäin onnistuneesti. Levy loppuu ristiriitaisiin tunnelmiin: ”Confluence” on viiden minuutin mittainen pätkä saksalaista puhetta ja ambient-taustoja ja vaikka biisi loppuukin ääniefektien saattelemina erittäin pelottaviin tunnelmiin, on biisi outroksi liian pitkä. Toisaalta taas kokonaisuutena ”Vilosophe” on liian lyhyt levy, sillä paljon ajasta menee ehkä hieman liiankin itsetarkoitukselliseen itsensä toistamiseen biisien sisällä.
Kuten Ulverin tapauksessa, moni tulee varmasti pettymään Manesin suunnanvaihdoksesta. Parasta tässä kuitenkin on tämän suunnanvaihdoksen ehdottomuus ja suuruus. Mitään ei ole jätetty puolitiehen, vaan ratkaisut on tehty syvää harkintaa käyttäen loppuun asti. Kaikki on luonnollista, menneisyys on vain pelkkä ravitseva haamu jossain taustalla. Pelkään kuitenkin, että se yleisö, joka ”Vilosophesta” pitäisi ei löydä tätä levyä pienen levy-yhtiön ja bändin menneisyyden takia. Harmi. Ottakaa te nyt edes neuvosta vaarin.

Antti Klemi, 21.05.2003
 
from METALNEWS.de

http://www.metalnews.de/?metalid=05&action=show&cdid=616&PHPSESSID=1b1bc4780a886b92a9efb307c50da480

rate: 7/7

Kalte Winterwinde, kahle, leblos scheinende Bäume – genau die richtige Jahreszeit um ein Review nachzulegen, welches schon längst hätte nachgelegt (oder verworfen) werden müssen.

Denn so unglaublich mitreißend und einzigartig dieses Album ist, so schwer ist es auch, diesem Werk in Worten gerecht zu werden; ist es doch das mit Abstand Beste, was von den norwegischen oder gar allen experimentellen Metalbands in der letzten Zeit geschaffen wurde. Und mögen auch die Freunde des sehr viel schwarzmetallischeren Erstlingswerkes „Under Ein Blodraud Maane“ mit Unwohlsein in dieses Album reinhören, so werden sich im Gegenzug dazu die Freunde der etwas anderen Art von Metal, wie dem Avantgardistischen, dem Experimentellen, vielleicht gar dem Progressiven - oder was es sonst noch so geben mag - auf dieses Album stürzen (zumindest hoffe ich das), obwohl auch Erstere nicht bestreiten können, dass bereits „Under Ein Blodraud Maane“ von den gewöhnlichen (Black Metal-)“Standards“ abwich.

„Vilosophe“ hingegen schafft regelrecht Neuland und zwar weniger auf musikalischer (experimentelle und jazzbeeinflusste Metalbands gab es auch vor Manes), als vielmehr auf gefühlstechnischer Ebene, denn selten habe ich ein Album gehört, in welchem den Gefühlen so viel Ausdruck verliehen wird.
Damit wollte ich keinesfalls andeuten, dass die musikalische Seite dieses Albums unwichtig ist, denn “Vilosophe“ präsentiert eine ganz eigene, experimentelle „Industrial-Metal-Mystic“, welche umhüllt von der klaren Stimme des Sängers noch mehr an Eigenart gewinnt. Alles passt wie der Schlüssel ins Schloss, fügt Musik, sowie Text und Gesang zusammen und öffnet die schwere Eingangspforte, hinter welcher sich der türenreiche Flur verbirgt, von dessen Ende fortwährend unheimliche Töne im Hintergrund spuken. Manes ziehen einen förmlich mit in ihre unterirdischen Gedankengänge, welche bestückt mit tausenden und abertausenden Türen nicht den rechten Weg verraten wollen. Und was bleibt am Ende? ...... Leere
Genauso wie einen dieses Album beim Rotieren füllt, genauso leer und regelrecht verwahrlost fühlt man sich nach seinem Ende.

„Ende“, so auch der Titel eines Tracks dieser CD, bei welchem Manes beweisen, dass sie nicht nur im „Wahn“ durch ihre Gedankenwelt rennen, sondern sich manchmal auch einfach zu Boden legen und ruhen, zweifeln und verzweifeln und in einen tiefen, gedanken -und schmerzfreien Schlaf tauchen möchten.
Doch leider scheint das diese Reise für Manes nicht vorgesehen zu haben und so endet dieser (W-)Irrweg mit dem letzten, was das Leben noch offen zu halten glaubt – dem Gnadenschuss. (..vom „Todesking“ delikat in Szene gesetzt).

Manes haben alles aus sich herausgeholt, was nur möglich war (und im Vergleich zu den „Pre-Productions“ lässt sich ganz deutlich erkennen, wie an und mit dem Album gearbeitet wurde).
Man könnte noch so viel mehr sagen, dennoch wäre jedes Wort nur ein Abglanz des Albums. Jeder muss die Gänge der „Vilosophe“ selbst beschreiten und eine Tür suchen, die offen steht ...oder sich zu Boden legen...
Wer das Album schon hat, weiß hoffentlich, was ich meine oder wurde am Eingang zur unterirdischen Gedankenwelt von Manes gestoppt. Wem dies allerdings noch bevorsteht, der sollte sogleich dem unten aufgeführten Link folgen und versinken.




Anspieltipps: Alle! Der Weg ist das Ziel und führt euch durch das dunkle Netz der Hirngespinste!
(Eine Kostprobe des Songs „Ende“ gibt es hier.)

Pluspunkte: - eigenständig, ehrlich, erschreckend
(es setzt sich in den Gedanken fest und lässt auch nach unzähligen Durchläufen nicht los)

Minuspunkte: - - -
 
I've bought this album on cd produced by local lable under the license of code666 (i'm from Russia). I find music perfect and lyrics seem to be very good too. But I can't understand everything because of my bad knowledge of language, so I was disappointed after trying to find songs' texts. There is no lyrics inside cd case. I found nothing in the internet. Is it because lyrics was made unavaible by the band?
Maybe it's not right place for my question. I hope you won't get angry. I need your help.