Mechanical Poet - "Woodland Prattlers" REVIEWS

from LOUDSIDE 'zine (printed)

rate: 9/10

non mi perdero' in chiacchiere inutili: questo è l'album dell'anno 2004. un fulmine a ciel sereno proveniente dalla russia che ha fatto da colonna sonora alle mie vacanze natalizie trasportandomi in una dimensione onirico-dark-cartoonesca alla Tim Burton.
l'aural music al debutto piazza un colpaccio notevole scovando dal nulla questo trio che impartisce lezioni di classe e talento a tante formazioni (anche nostrane) ben piu' blasonate.
musicalmente siamo in mezzo ad un miscuglio di prog metal, gothic, roba sinfonica, colonne sonore epiche, un pizzico di ironia, fumetti manga giapponesi e chi piu' ne ha piu' ne metta... è quasi impossibile descrivere compiutamente il disco, posso solo consigliare di procurarvelo, fra l'altro tutto l'artwork è bellissimo e se non sbaglio esiste in commercio anche una edizione limitata ancor piu' speciale. da avere a tutti i costi.
 
from SPARK MAGAZINE (printed) (Czech republic)



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from ZERO TOLERANCE MAGAZINE (printed - UK)

rate: 4/6

"... Unique, richly orchestrated, lavishly arranged, grandiose in execution... MP have unleashed a remarkably assured and refined debut upon the world market... the trio are due your time, attention and respect. this is a seriously refreshing release...."
 
from ZERO MAGAZINE Portal

http://www.zeromagazine.it/NoConventionalMuzik.htm


rate: 8,5/10

Parlerò subito chiaro: credo che quest’album di debutto dei Mechanical Poet sia una delle uscite più importanti e significative del 2004 e non solo. Ci metto infatti la mano sul fuoco, sul fatto che di qui a breve, questo “Woodland prattlers” sarà preso come punto di riferimento ed ispirazione da una miriade di alte band. La carica innovativa di questo lavoro è infatti immensa! Aria nuova finalmente, per tutto il filone prog-power metal che, da parecchi anni ormai, si era infangato in una melma fatta di band insipide, cloni di altri cloni dei soliti nomi noti. Per quest’album sono state ormai sprecate le più svariate definizioni arrivando addirittura a coniare il termine “Harry Potter’s metal” (ma siamo impazziti???). Personalmente vi invito ad immaginarvi qualcosa come un mix tra il “power” metal degli ultimi Blind Guardian suonato con un approccio progressive molto marcato, e continuamente mescolato a fiabesche atmosfere e intermezzi da colonna sonora, il tutto condito pure con un po’ di elettronica. E per fortuna, tale ben di Dio, non cade mai nel pacchiano o nel banale, con buona pace dei vari cultori del tanto osannato e parculatissimo “Hollywood metal” (altra definizione da gogna!). I suoni poi sono sempre perfetti e particolarissimi, specialmente per quanto riguarda i ricami tastieristici e le chitarre dal suono pesantissimo, a volte quasi da new metal, come in “Salamanders” o nell’ iniziale “Stormchild”! Una nota particolare poi per il cantante, incredibilmente versatile e che, per una volta tanto, preferisce alle solite urla da checca, una voce profonda, intensa e all’ occasione anche drammatica. Le canzoni, sono tutte varie e piacevolissime anche se comunque tra tutte spiccano “Bolgie in a coal-hole”, “Natural quaternion” e “Old year’s merry funeral” che mi ha addirittura ricordato certe cose dei nostrani ( e grandiosi) Elvenking. L’album poi è addirittura un concept e, anche se la copia in mio possesso è solo un promo, dovrebbe essere accompagnato da una lussuosa confezione in digipack con un libretto di 20 pagine illustrato in stile Comic-book, come per la bella cover. Insomma, se fossi in voi pur di far mio quest’ album, comincerei tranquillamente a svendere buona parte dei dischi power che avete a casa... Mi sono spiegato?
 
From Metalitalia webzine (Italy)

(http://www.metalitalia.com/cds/view.php?cd_pk=2675)

Recensione di Marco Gallarati
Entità piuttosto strane si aggirano, in questo periodo, all’interno della cosmogonia metallica: per questa disamina, tocca trasferirci a Mosca, dove tre bizzarri figuri, rispondenti ai nomi di Max Samosvat, Lex Plotnikoff e Tom Tokmakoff, hanno messo in piedi i Mechanical Poet, brillante band spaziante fra prog, epic e folk metal; e ci si ferma qui, perché poi, come spesso accade in questi casi, il combo sovietico incorpora altre disparate influenze, come possono essere gli accenni pop di alcune tracce oppure le accelerazioni thrash di altre. Principalmente, questo Poeta Meccanico è un gruppo per metallari a tutto tondo e poco chiusi in compartimenti stagni: “Woodland Prattlers”, intanto, ha un’ottima presentazione grafica, tra il fiabesco ed il fantasy, comunque molto cinematografica; tutto l’album è permeato da un’atmosfera giocosa e divertita, percepibile sia nella quasi totalità delle composizioni, sia nella parte grafica, parecchio ricordante la visionarietà gotica di Tim Burton, ma mai altrettanto cupa, bensì quasi di umore hobbitiano. Musicalmente parlando, sono pochi i riferimenti a cui ci si può affidare, in quanto il terzetto moscovita suona sì prog-metal dalle tinte epiche, ma in più aggiunge un bel tocco di folk difficilmente riscontrabile in altre formazioni, vuoi per la provenienza geografica della band, vuoi per la genialità di alcune soluzioni, fra le quali un uso della componente orchestrale e tastieristica praticamente perfetto. La produzione ha bisogno di un cenno a parte: gran merito dell’originalità del sound dei Mechanical Poet, a giudizio di chi scrive, è da assegnare al particolare suono delle chitarre, davvero poco comune. I brani, come intuibile, sono piuttosto vari tra loro: si passa da tracce strumentali epic-folk (“Main Titles”, “End Credits”, “Will O’ The Wisp”) a pezzi belli cattivi e abrasivi (“Stormchild”, “Strayed Moppet”), da prolungate ed articolate digressioni senza capo e con poca coda (“Old Year’s Merry Funeral”, “Natural Quaternion”) a song più melodiche ma di certo poco immediate (“Bogie In A Coal-Hole”, spettacolare!), fino a giungere alla comica “Swamp-Stamp-Polka”, anch’essa lontana, però, dagli stereotipi della “canzone folk da balera”. Ottima la prestazione vocale di Max Samosvat, cantante veramente eclettico, e da ascoltare senza sosta “Sirens From The Underland”, superba ballata orchestral-folk. Disco dal difficoltoso ma avvincente impatto, ricco di sfumature e di suggestioni, in cui gnomi, spiritelli e fatine sembrano prender vita. Cinquanta minuti da trascorrere nella cavità di un albero…tra Sogno e Realtà.

Voto: 7.5
 
I am really proud to be from the same country :)) MP - rules!
Kick on guys! I believe you have a bright future :)))
 
From: Powermetal.de (Germany)
(http://www.powermetal.de/cdreview/review-5099.html)

-Babelfish says this is a very good review... I'm forced to trust it-

Nach der 2003er EP "Handmade Essence" legen die russischen Ausnahmekünstler von MECHANICAL POETS nun ihr erstes vollständiges Album vor, das ohne jede Übertreibung sicher das Zeug dazu haben wird, einen neuen Stern am Himmel des progressiven und avantgardistischen Metals aufgehen zu lassen. "Woodland Prattlers" ist ein wunderschönes, emotionales und vielschichtiges Werk, wie man es nur selten zu hören bekommt. Wenn die mechanischen Poeten von Progressivität sprechen, dann bedeutet das auch Progressivität und nicht Gefrickel. Obwohl die Musiker instrumental und kompositorisch ganz große Klasse sind, liegt der Schwerpunkt der Musik nicht darauf, mit instrumentalen Kabinettstückchen anzugeben, sondern eine atmosphärisch dichte, verzaubernde Stimmung zu kreieren und den Hörer in ein Märchenland zu entführen.

Genau das gelingt mit diesem Alben perfekt. "Woodland Prattlers" ist nämlich in gewisser Weise ein Soundtrack, und zwar der Soundtrack zu einem von Lee Nicholson wunderschön und liebevoll gezeichneten zwanzigseitigen Comic, der sich mit Märchenfiguren aus Astrid Lindgrens Repertoire, mit Naturgeistern und Spukgestalten befasst. Dem Soundtrack-Konzept entsprechend arbeiten die Jungs aus Moskau mit reichhaltigen Orchestrierungen, sphärischen Keyboards und einer ebensolchen Produktion. Wer bei Orchestrierungen an neoklassisches Gefiedel mit Tralala-Faktor zehn denkt, könnte weiter daneben nicht liegen. Sowohl die klassischen als auch die metallischen Elemente von MECHANICAL POET sind sehr anspruchsvoll, dramatisch und intensiv. Jeder Song wird entsprechend seiner Stimmung und seiner Protagonisten passend und einzigartig in Szene gesetzt.

So sieht man beim romantischen Instrumental 'Main Titles', das den Auftakt bildet, buchstäblich die Inspirationsquelle des Albums, die majestätischen, wilden Landschaften Skandinaviens, an sich vorbeiziehen. Edvard Grieg als Vergleichsgröße zu nennen, mag sehr hoch gegriffen klingen, aber genau diese Assoziation habe ich. Direkt darauf folgt der härteste Titel des Albums: 'Stormchild', ein Stück, das von der Gewitternacht handelt, in der Ronja Räubertochter geboren wurde. Hier fliegen Harpyien um das Schloss, hier prasselt der Regen nieder, und es kommt der erste Auftritt von Max Samosvat, der hier in die Rolle der Harpyien schlüpft und entsprechend aggressiv, aber dennoch mit eindrucksvoller Stimme singt. 'Bogie In A Coal-Hole' erzählt sehr düster und melancholisch die Geschichte des Geistes aus dem Kohlekeller, der einsam ist, weil niemand mehr in den Keller kommt, den er erschrecken könnte. Max nutzt hier in eine Mischung aus traurigem, gothiclastigem Gesang, rock'n'rolligen Anflügen und wunderbar klaren Metalvocals. 'Sirens From The Underland' ist die von den Erdgeistern dargebotene Ballade, eine verträumte Ode an den moosbewachsenen Waldgrund. In minnesangartiger Phrasierung lädt das Stück ein, sich ins Moos zu legen und zu träumen. Es folgen ein weiteres zartes, klassisches Instrumental, das 'Will O' The Wisp' gewidmet ist, und die relativ eingängige und dynamische Zombiegeschichte 'Strayed Moppet'. Das augenzwinkernde 'Old Year's Merry Funeral' ist textlich wie musikalisch ein echtes Highlight. Hier wird sarkastisch-melancholisch über Neujahr als fröhliches Begräbnis eines alten Jahres philosophiert.

Danach folgt das vierteilige Herzstück des Albums. In gut elf Minuten lässt 'Natural Quaternion' die Elementargeister von ihrem Seelenleben erzählen. Wie Max durch seinen abwechslungsreichen Gesang Sylphen, Gnomen, Wasser- und Funkengeistern Leben einhaucht, ist schlicht phänomenal. Aber auch die Instrumentalisten Lex Plotnikoff und Tom Tokmakoff erschaffen für die erschiedenen Elemente jeweils eine völlig eigene Atmosphäre, die dennoch ein roter Faden durchzieht. Hier schaffen es MECHANICAL POET, so viel Vielschichtigkeit und Tiefgang in einen einzigen Song einfließen zu lassen, wie ich es bisher nur von RUSH gehört habe. Danach bietet das Album mit 'Shades Of A Casement', einem einfühlsamen Stück über einen kleinen Jungen, der die Spukgestalten seiner Träume besiegt, ein weiteres großes Highlight, bevor es mit der 'Swamp-Stamp-Polka' langsam ausklingt. Letzteres ist ein folkloristisch angehauchtes, in punkto Orchestrierung an "Peter und der Wolf" erinnerndes Stück, in dem zwei Trolle um ein Silberstück streiten ... Dabei versehen die Herrschaften das Lied noch mit einem mächtig schrägen, jazzigen Anstrich. Auch das finale Instrumental behält die "Klassik meets Folk meets Jazz"-Stilistik bei.

Bei allem Anspruch sind MECHANICAL POET immer zu haben für ein paar sehr eingängige Hooklines und schlicht geniale Refrains. Neben der instrumentalen Klasse und der beeindruckend harmonischen Synthese zwischen klassischen und metallischen Elementen ist Sänger Max wirklich ein echtes Aushängeschild der Band. Diese direkt mit einer bekannten Größe zu vergleichen, ist eigentlich fast unmöglich, da die Jungs im Prinzip völlig eigenständig sind. Dennoch fühlt man sich bisweilen dezent an bekannte Größen erinnert. RUSH habe ich bereits erwähnt, auch das theatralische Spätwerk von SAVATAGE mag mancher raushören. In den heftigeren Momenten denkt man an neuere NEVERMORE, daneben natürlich an verschiedene klassische Komponisten, an diverse traditionelle Metalbands und an Einflüsse aus den Bereichen Gothic und Folk.

Um die Sache noch mal kurz zusammenzufassen: MECHANICAL POET sind eine der einzigartigsten und vielseitigsten Bands, die ich in letzter Zeit gehört habe. Die Tatsache, dass die Russen auf ihrem Debütalbum in jeder Hinsicht (Gesang, Sound, Songwriting, musikalische und graphische Umsetzung) absolute Extraklasse sind, ist fast schon beängstigend. Allerdings erfordert ihre Musik volle Aufmerksamkeit und intensives Hören. Wer Partymucke hören will, die auch nach dem dritten Bier noch nachvollziehbar ist, möge sich anderweitig orientieren. Wer allerdings manchmal das Musikhören auch gerne als Zeitvertreib mit intellektuellem Anspruch betrachtet, wird an "Woodland Prattlers" sicher lange riesige Freude haben. Für mich definitiv eines der besten Debüts, das ich in den letzten Jahren entdecken durfte.

Wer sich nach alledem vorstellen kann, dass er sich mit MECHANICAL POET wird anfreunden können, der soll schnell zuschlagen, da die limitierte Erstauflage als Bonus zusätzlich die "Handmade Essence"-EP hält, die sowohl in musikalischer Hinsicht als auch in punkto Gestaltung dem Album in nichts nachsteht. Auch hier bekommt der Hörer sechs unkonventionelle orchestral-progressive Metalsongs der Sonderklasse geboten, und auch hier hat Lee Nicholson ein phantastisches Cover und Booklet entworfen.

Anspieltipps: Sirens From The Underland, Natural Quaternion, Old Year's Merry Funeral

Rüdiger Stehle [13.01.2005]
 
From: Deliri Musicali webzine (Italy)

(http://delirimusicali.splinder.com/archive/2004-12)

L'album metal dell'anno è uscito a Natale. E tra l'altro sa anche un po' di Natale (seppur quello un po' particolare di "Nightmare before Christmas", lo spettro di Burton infatti aleggia non poco tra i solchi di questo cd... che poi adesso non c'entra, ma a proposito di Burton, quanti di voi come me non hanno apprezzato il tanto lodato "Big Fish"?)... come se non bastasse "Woodland Prattlers" di questi Mechanical Poet (ecco svelato il nome ;) !) viene anche dalla Russia, una terra da cui non arrivano tanti lavori, rendendo il tutto ancora di più una sorpresa. Vi chiederete "ma che musica fanno questi? Scrive da 3 ore e ancora ha detto poco"... beh, sappiate che questi ragazzi miscelano prog, power, gothic, orchestrazioni, folklore della loro terra e atmosfere da colonna sonora (non inventandosi niente, ma riuscendo in una miscela che solitamente non viene bene) con un tocco fumettistico alla, come scritto sopra, Burton (curiosità: ho letto che il cd in vendita ha un fumetto di 20 pagine nel booklet e le canzoni sono la sua colonna sonora, purtroppo nel promo in mio possesso il fumetto non c'è, ma basta la copertina ad incuriosire), suonando però allo stesso tempo molto metal. Insomma 'sto "Woodland Prattlers" è uno di quei dischi che si fanno ascoltare dall'inizio alla fine (più che ascoltare qualche canzone in particolare è più adatto per immergersi nelle sue atmosfere, tanto più che i singoli pezzi sono molto mutevoli), se vi capita un'ascoltatina dategliela!

un delirio di Tanelorn
 
From: Imperiumi.net (Finland)

(http://www.imperiumi.net/alb_2.php?id=2907)

Venäläinen, laadukas metallibändi on jo sellaisenaan kohtuullisen eksoottinen tuttavuus, mutta Mechanical Poetin tapauksessa kiinnostavuus ulottuu itänaapuruutta reilusti pidemmälle. Woodland Prattlers on ympäri maailmaa yritetty iskeä ties minkälaiseen karsinaan, joista mainittakoon Harry Potter -metal, joka pääsee lähemmäksi totuutta kuin monikaan teistä lukijoista uskaltaisi arvatakaan. Kevyehköön fantasiaelokuvaan assosioituvia orkestraatioita käytetään runsaasti - muuten bändi operoi melodisen ja raskaanpuoleisen metallin toimiviksi todettujen perusainesten merkeissä. Suoria vertailukohtia on vaikea Moskovan pojille heittää, mutta kenties jotain Beyond Twilightin, Trans-Siberian Orchestran ja The Wickedin hybridiä voisi luulla Mechanical Poetiin sukulaisuutta omaavaksi outolaisryhmäksi. Koska levyn myyntiversion yhteydessä ostaja saa haltuunsa myös parikymmensivuisen sarjakuvakirjan, siunattakoon bändiä tyylilajilla sarjishevi.

Lyhyehkön leffa... siis sarjisintron kautta päästään asian ytimeen voimakkaan Stormchildin myötävaikutuksella, eikä tämä levyn suoraviivaisimpiin kuuluva ralli jätäkään arvailuja albumin tuotannollisen tai musiikillisenkaan tason suhteen. Kolmosraita Bogie In A Coal-Hole mutkitteleekin sitten loppulevylle tyypillisesti hieman runsaammin, eivätkä laulajan Pattonista LaBriehin ulottuva ulosanti tai bändin koukerot sekä asennemetallin että barokkimusiikin poluilla toistensa lomaan yhtään hassummin asetukaan. Sirens From The Underland rauhoittuu ilman rumpuja etenevään äänivirtaan, minkä perään Will O' The Wisp orkestroi yhtä lailla rauhaisasti. Vähän konepiippailua mukaan tuova Strayed Moppet on tämän taantuman kliimaksi, mutta onneksi Old Year's Merry Funeral polkaisee vuorostaan vähän raskaammalla huopatossulla. Menevää riffittelyä, humppafiilistä ja iskevää laulumelodiaa naittava biisi onkin levyn parhaimmistoa. Todellinen huipentuma on kuitenkin 11-minuuttinen Natural Quaternion, joka kaikessa eeppisyydessäänkään ei unohda raskaita riffejä tai miehekkään voimakkaita lauluosuuksia. Kappale osoittaakin loistavaa dynamiikan tajua bändiltä, jos osa laulajan hennomman puoleisista falsettiuikutuksista hieman poikabändiosastolle hairahtaakin. Vähemmän yllättäen matka jatkuu hieman Stratovariusmaisella voimaballadilla, mutta ennalta-arvattavuus ei kuitenkaan vie pois Shades On A Casementin viehätystä. Hieman maltaisemalla tunnelmalla vetoava päätöskohtaus Swamp-Stamp-Polka on hyvinkin nimensä mukainen raita, joka laulullisesti alleviivaa sitä yhden miehen oopperan fiilistä, mikä levyltä läpi sen keston huokuu. Max Samosvat -niminen vokalisti saa kuitenkin muun bändin tavoin puhtaat paperit suorituksestaan Woodland Prattlersilla, joka päätetään tietenkin lopputeksteihin (End Credits) rauhoittuen.

Mechanical Poet on niinsanotusti, ja nimenomaan, paperilla erittäin mielenkiintoinen yhtye. Ensimmäiset kuuntelut menevät ihmetellessä, minkä jälkeen levystä tajuaa nauttivansa varsin paljon. Syventyminen kuitenkin paljastaa, ettei Woodland Prattlersia voi aivan mestariteokseksi ylistää, sillä konseptissa, tai paremminkin sen toteutuksessa, on vielä reiluhkosti parantamisen varaa. Ja kieltämättä Harry Potter -metal on hieman kyseenalainen tyylilaji, minkä vuoksi Mechanical Poetiin on vaikea suhtautua vakavasti. Mikään halpa huumoribändi se ei kuitenkaan missään tapauksessa ole. Bändin tämänkertainen suoritus vertautuu mielestäni kuitenkin irtosuhteeseen; kolme kertaa se ottaa, pari antaa, ja aamuun mennessä sen on saattanut jo unohtanut. Muistin kaivelemisen seurauksena muistaa kuitenkin kokeneensa jotain lähes tyydyttävää.

Antti Korpinen, 11.01.2005
7+/10
 
From Mordor Magazin (Germany)

(http://www.mordor-magazin.de/2004/Review/mechanicalpoet.htm)

Aus Russland kommt diese wirklich hochinteressante Band. Schon rein optisch sieht die CD verdammt interessant, wenn auch speziell aus. Musikalisch wird progressiver Orchestral Metal geboten. Wie muss man sich das vorstellen? MECHANICAL POET liefern in erster Linie progressiven Metal und cleanem powervollem Gesang, welcher nicht al zu hoch ist. Der Orchestrale Part ist im erstem Moment gar nicht ersichtlich und man muss schon gut zuhören um diese zu finden. Denn die erwarteten Bombast Songs sind hier so nicht zu finden. MECHANICAL POET spielen einfach nur Metal, allerdings sind die Songs immer wieder mit Keyboards unterlegt, welche mal sphärisch, mal düster, mal begleitend mit wirken. Aber das ganze hält sich immer dezent im Hintergrund. Die Russen liefern dafür den einen oder anderen Ambient Song, meist getragen von ruhigen Klängen. Teilweise gibt es dazu etwas Gesang oder leichte clean Gitarren. Bei „Strayed Moppet” bedienen sich die Herren dann auch noch den elektronischen Beats und geben gewissen Song Abschnitten einen richtigen geilen Trance Groove. Mit „Old years Merry Funeral” wird auch mal einen härtere Gangart angeschlagen, was gut rüber kommt. Auch Arrangement mässig besticht dieser Song mit seiner Dynamik und seinen Vielschichtigkeit. Ambient Elemente werden hier sehr gut integriert, was den Song sehr abwechslungsreich macht. Der elfminütige Song „Natural Quaternion” ist auch von der Ambient Sorte, wurde jedoch mit reichlich Vocals und Drums angereichert.
MECHANICAL POET liefern hier eine sehr interessante Scheibe. Die immer zwischen Metal und etwas zu sanftem, zu märchenhaften Ambient pendelt. Die Musikalische Umsetzung ist sehr fein, aber etwas gewöhnungsbedürftig. Wer also auf ruhigere Musik steht, aber dennoch den Metal nicht missen will sollte in diese CD mal rein hören.

9/10
 
from NOISE.fi portal

http://www.noise.fi/levyarvostelut/?id=3136

rate: 3/5 ( I presume ;)

No onpahan tämäkin nyt sitten koettu. Nimittäin venäläinen bändi, joka on säveltänyt peikkoja ja muita taikametsän asukkaita vilisevän teemalevyn. Woodland Prattlers on merkillinen kokonaisuus. Se muistuttaa elokuvan soundtrackia ja etenee kuin radiokuunnelma konsanaan ”kohtauksesta” toiseen. Teemalevyt ovat olleet kautta aikojen hankala taiteenlaji raskaammassa rokissa. Dream Theaterin Scenes From A Memory ja Edguy - Sammetin Avantasia tulevat äkkiseltään mieleen nimenomaan onnistuneina kokonaisuuksina.
Yhtymäkohtia kahden levyn mittaiseen heviooppera Avantasiaan löytyy useita, mutta siinä missä se oli vierailevien tähtien varassa ja haki voimansa pelkästään rankemman rokin puolelta, luottaa Mechanical Poetin trio omiin avuihinsa ja tuo tarinat erittäin monisyisesti esiin. Soitinvalikoima ja musiikkityylien määrä levyllä on melkoinen.

Levy voidaan karkeasti jakaa hitaampiin instrumentaalisävellyksiin ja rajumpiin hevirymistelyihin. Itänaapurimme vahva musiikkiperimä kuuluu soitosta, myös klassisen musiikin puolella vieraillaan useammallakin kappaleella. Itse olen tykännyt aina slaavilaisesta kansanmusiikista ja nyt kun mukana on vielä hevimeininkiä niin aika jännittävä paketti tämä on.

Parhaiten bändi onnistuu mielestäni tunnelmallisimmissa kappaleissa. Niiden avulla fantasiamaailma välittyy olohuoneisiinkin ja voit melkein haistaa taikametsän tuoksun ja kuulla pienten tossujen kahinan aluskasvillisuuden seassa. Raskaampien biisien kanssa bändillä on selkeästi enemmän vaikeuksia. Niilläkin on hetkensä, mutta tietty junnaus ja puutuneisuus harmittavat. Pienistä puutteista huolimatta tämä on yksi viimeaikojen positiivisimmasta yllättäjistä.
 
from HEAVY METAL . de portal

http://www.heavy-metal.de/?id=3778

In meinem Briefkasten landete just dieses schön gestaltete Doppelpacke dieser Band aus Moskau. Die aktuelle CD gibt es zusammen mit dem Debüt "HANDMADE ESSENCE", zwei Stranfliegen mit einer Klatsche quasi.

Veröffentlicht werden die Werke (oder wahlweise nur das aktuelle Release) über Aural Music.

Angepriesen wird die Band als Porgressiv Metal Band... was die Band jedoch unter Prog versteht, weiß ich gerade nicht einzuordnen. Vielleicht meinen Sänger Max Samosvat und seine beiden Mitstreiter Lex Plotnikoff und Tom Tokmakoff damit sowas wie "unberechenbar" oder "uneinschätzbar"?! Die Musikrichtung nämlich geht da in verschiedene Bereiche und deckt somit diverse Sehnsüchte.

Zum einen gibt es orchestrale Parts (Streicher oder Keyboard), die die ganze Platte durchzieht... dann addiert man aber stellenweise fette Thrash Riffs dazu und wundert sich über die stimmliche Qualität des Sängers. Dieser ist wirklich herauszuheben, denn Mas ist kein Shouter von der Stange. Er variiert zwischen knallhartem Thrashgesang bis hin zu theatralischen Stimmungen. Mal ist er bewußt schwach und leise bei Stimme, dann in der nächsten Sekunde explodiert er wieder.

Musikalisch gibt es also Powermetal Nummern wie das "Strayed Moppet", dann einen halbpolka Klassiker "Swamp Stamp Polka" oder aber ein ruhiges "Shades On A Casement". Gruselig heftig geht´s zu bei "Boodie In A Coal Hole".

Die Platte ist nicht sehr einfach zu hören, da vieles passiert. Als kleiner Tipp: Kleine Häppchen von Zeit zu Zeit, denn bei jedem Reinhorchen hört man wieder ein Elementchen mehr, das Spaß macht und nicht nur für Feten geeignet ist. Für Dauerrauschkonsumenten und Easy Listening Freaks zu anstrengend... für den anspruchsvollen Zuhörer ein kleines Paradies. Sehr strange aber ebenso genial.
 
from PROGGNOSIS.com:

This is a most unusual band, one that seems to be redefining a new genre altogether, They are encompassing a lot of different styles and genres into their eclectic version of progressive music. They can be theatrical, metallish, symphonic, aggressive, passive, and all points in between. This cd started to garner some attention shortly after it's release, and the buzz was that the band was defying the cookie cutter brand of progressive metal of bands that were trying to be the next Dream Theater or Fates Warning, My sentiments are that Mechanical Poet does succeed in sidestepping any comparisons to the progmetal icons, and are indeed treading into a newer and unclassified musical terrain.

The band is comprised of three members, yet the music has a huge production sound to it, lot's of atmosphere through the use of effects and keyboards lend to the band's chameleonic vocal lines. I am a bit confused at how the band listing a vocalist, guitarist, and drummer are able to get such a densely recorded production from just these three members, as the prominence of keyboards play a large role in the overall effectiveness of their sound. This music is very dramatic in a unique way, It wouldn't be fair to the band to lock them into a strictly progressive metal genre listing. They easily are one of those bands that can appeal to fans of many different styles. A band like Pain of Salvation would be a reference, in terms of teh dramatic feel of the band, but Mechanical Poet take things to a different extreme, by mixing the metallized parts with symphonic progressive moments.

Vocalist - Max Samosvat has a very peculiar voice, much if not all of Mechanical Poets identity resides in his ability to portray the bands lyrical visions by utilizing his vocal gymnastics. His voice is every bit as dramatic as the music that he sings over, a perfect fit for a very unique band. This cd shows that the world of progressive music still has no boundaries, and that there are some artists that are daring to leave the comforting confines of the proven traditions to create a music for a new generation of progfans. Unconventional, and unpredictable are but a couple words that define Mechanical Poets music, it's not for everyone, and will be one of those cds that is either embraced or misunderstood.