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EPHEL DUATH THE PAINTERS PALETTE Tornano gli Ephel Duath, probabilmente la band estrema più folle dEuropa. Li avevamo lasciati tempo fa con Rephormula, entrato di diritto nei masterpieces di Metal Hearts in virtù di una voglia di osare assolutamente fuori dal comune, paragonabile solo a quella degli Arcturus più eccentrici. La band di Davide Tiso risorge completamente rinnovata nello spirito (musicale) e nella sostanza (musicisti): la nuova lineup vede Tiso (compositore principale e chitarrista) affiancato da Davide Piovesan (insegnante di percussioni e poliritmie dal background jazz-blues), Fabio Fecchio (bassista di estrazione prog-fusion), Davide Tolomei (clean vocals) e Lucio Lorusso (screamer proveniente da formazioni hardcore-apocalittiche). Questo incredibile miscuglio di stili ed influenze (buona parte del gruppo non conosceva il metal estremo, ad esempio) hanno dato vita a The Painters Palette, nove tracce che definire sperimentali sarebbe riduttivo: il concept associa ad ogni traccia la descrizione (musicale) di un colore
qualcuno ha detto sinestesia? E indubbiamente stupefacente la complessità tecnica dei pezzi, che passano da schegge blues a stralci jazz (con tanto di sassofono), per poi esplodere in sfuriate hardcore cantate su ritmiche jungle...Lalchimia dei componenti degli Ephel Duath è formalmente perfetta, e i cinque si destreggiano attraverso composizioni di rara complessità con una facilità disarmante. Risaltano particolarmente la splendida strumentale Praha Ancient Gold (un piccolo capolavoro) e lopener Passage Pearl Grey. Oltre ad un plauso alle composizioni, oramai anni luce distanti dagli esordi black metal di Opera, ho apprezzato la splendida voce di Tolomei, assai vicina a quella del Jeff Buckley di Grace. Non manca però qualche difetto: decisamente inferiore allo screaming di Tiso su Phormula e Rephormula risulta il cantato di Lorusso, troppo ancorato alle tonalità hardcore per i miei gusti (avrei preferito solo la voce pulita, piuttosto
). Inoltre The Painters Palette è un disco disarmante, probabilmente la cosa meno easy listening che abbia avuto occasione dascoltare
Ma se non temete la misantropia ragionata compratelo ad occhi chiusi, avrete fra le mani un altro imperdibile capitolo targato Ephel Duath.