Michele/Xyphias
Member
Le compilation di etichetta sono una di quelle produzioni che mi fanno sbadigliare dopo pochissime canzoni. O sono gratis e a scopo promozionale, e allora va bene, ma far spendere dei soldi alla gente per ascoltare pezzi raccattati qua e la`, magari gia` pubblicati in altre occasioni, non mi sembra il massimo della correttezza.
Code666 esula da questo antipatico luogo comune. Due dischi di durata eterna piu` un succoso bonus video ad un prezzo speciale non sono certo un furto. E questo senza contare che NESSUN pezzo della compilation e` mai uscito su qualche altro album. Ci sono i pezzi inediti, ci sono i remix, i remaster e gli advance tape, ma tutto e` nuovo almeno nella forma, e giustifica pienamente il prezzo della release.
Sono presenti piu` o meno tutte le bands della Code666, a rappresentare stili e qualita` di musica diverse. Ci sono gli Aborym con "Digital Goat Mask", un rough mix di un pezzo dell`imminente (e devastante) "With No Human Intervention", insieme al remix di uno degli highlights di "Fire Walk with Us!", cioe` "Love the Death as the Life", ora rivisitata in chiave techno. Ci sono i loro concittadini Void of Silence, autori dell`intro e dell`outro della compilation, un gruppo geniale che ha aperto nuovi orizzonti al gothic-doom e che spero si fara` risentire presto; ci sono i torinesi Thee Maldoror Kollective, presenti con un remix e un pezzo inedito, entrambi di elevata qualita`. A chiudere la sezione italiana troviamo i neoiscritti Handful of Hate con un pezzo nuovo, a dire il vero sempre ancorato agli schemi svedesi che la band toscana dice di fuggire come la peste per poi saccheggiare, e gli ex eccellenti Ephel Duath con un remix.
Si continua con i Diabolicum e i Bloodshed, entrambi presenti con remix che non aggiungono molto alle versioni originali, e con le prove un po` scialbe della zona bassa della Code666, composta da Enid, Rakoth (le melodie epiche di queste due bands incominciano ad annoiarmi) e Negura Bunget. Le novita` si chiamano invece Atrox (ottimo il pezzo inedito), Unmoored (un po` troppo svedesi ma ascoltabili) e Manes (tornati con un pezzo sperimentale che non mi ha esaltato granche`).
Ma in generale la qualita` di "Better Undead than Alive" e` molto elevata, basti solo pensare alla prova stupefacente degli Aghora (davvero geniali, e` stato un piacere ritrovarli). Chi avrebbe mai scommesso sul fatto che qualcuno trovasse il capitale, il fiuto e soprattutto la voglia di creare un`entita` come la Code666 in Italia? Il plauso e i complimenti ad Emiliano ci stanno tutti: "Better Undead than Alive" e` il suo trionfo: continua cosi`. (6/2/03)
(kronic)
Code666 esula da questo antipatico luogo comune. Due dischi di durata eterna piu` un succoso bonus video ad un prezzo speciale non sono certo un furto. E questo senza contare che NESSUN pezzo della compilation e` mai uscito su qualche altro album. Ci sono i pezzi inediti, ci sono i remix, i remaster e gli advance tape, ma tutto e` nuovo almeno nella forma, e giustifica pienamente il prezzo della release.
Sono presenti piu` o meno tutte le bands della Code666, a rappresentare stili e qualita` di musica diverse. Ci sono gli Aborym con "Digital Goat Mask", un rough mix di un pezzo dell`imminente (e devastante) "With No Human Intervention", insieme al remix di uno degli highlights di "Fire Walk with Us!", cioe` "Love the Death as the Life", ora rivisitata in chiave techno. Ci sono i loro concittadini Void of Silence, autori dell`intro e dell`outro della compilation, un gruppo geniale che ha aperto nuovi orizzonti al gothic-doom e che spero si fara` risentire presto; ci sono i torinesi Thee Maldoror Kollective, presenti con un remix e un pezzo inedito, entrambi di elevata qualita`. A chiudere la sezione italiana troviamo i neoiscritti Handful of Hate con un pezzo nuovo, a dire il vero sempre ancorato agli schemi svedesi che la band toscana dice di fuggire come la peste per poi saccheggiare, e gli ex eccellenti Ephel Duath con un remix.
Si continua con i Diabolicum e i Bloodshed, entrambi presenti con remix che non aggiungono molto alle versioni originali, e con le prove un po` scialbe della zona bassa della Code666, composta da Enid, Rakoth (le melodie epiche di queste due bands incominciano ad annoiarmi) e Negura Bunget. Le novita` si chiamano invece Atrox (ottimo il pezzo inedito), Unmoored (un po` troppo svedesi ma ascoltabili) e Manes (tornati con un pezzo sperimentale che non mi ha esaltato granche`).
Ma in generale la qualita` di "Better Undead than Alive" e` molto elevata, basti solo pensare alla prova stupefacente degli Aghora (davvero geniali, e` stato un piacere ritrovarli). Chi avrebbe mai scommesso sul fatto che qualcuno trovasse il capitale, il fiuto e soprattutto la voglia di creare un`entita` come la Code666 in Italia? Il plauso e i complimenti ad Emiliano ci stanno tutti: "Better Undead than Alive" e` il suo trionfo: continua cosi`. (6/2/03)
(kronic)