Void Of Silence first reviews

http://www.obliveon.de/
10/10
Düsterer und beklemmender auf der einen, gleichsam monumentaler und intensiver auf der anderen Seite kann man Doom Metal nicht mehr spielen. Schon ?Criteria ov 666? war ein Meilenstein in der künstlerischen Darstellung menschlicher Sehnsüchte und Abgründe, doch ?Human Antithesis? setzt diesem Monumentalalbum nochmal die Krone auf. Void of Silence schwelgen in elegischer Trauer, grenzenloser Verzweiflung und scheinbarer Selbstaufgabe, wobei sich die Verpflichtung von Primordial Sänger Alan Nemtheanga als purer Glücksgriff erweist. Gerade seine voller Wut und Verzweiflung hinausgeschrieenen Leiden rütteln an den Grundfesten menschlichen Daseins, nur um im nächsten Moment in erhabene Melodien voller schwermütiger Anmut und Melancholie zu münden, untermalt von epischen Ambient-Dronen und gespenstischen Samples voller apokalyptischer Düsterkeit. Void of Silence sind die kreative Verkörperung des Weltschmerz und in ihrer gnadenlosen Konsequenz ein Manifest des Unfassbaren und Unbegreiflichen. Die Apokalypse hat begonnen ?
10/10 - MK
 
http://www.benzoworld.com

Fermatemi. Vi prego, fermatemi, se no va a finire che a questo disco do 100. Non fate niente? Dischi come questi andrebbero proibiti, andrebbero banditi. I Void of Silence messi al rogo. E' sempre stato così, dall' alba dei tempi. Davi segno di dire la verità, anche di aver semplicemente compreso 'qualcosa' e zac, eri bello che fatto. Secondo questa logica, i Void of Silence vanno fermati, altrimenti andrà a finire che ci accorgeremo tutti di alcuni significati della natura umana. Rabbia, frustrazione, disperazione, ma anche orgoglio, slancio vitale; rilfessione, malinconia, ma anche azione, vigore. "Human antithesis" è un disco -ista, nel senso che è espressionista, avanguardista, futurista. Eppure, è un disco dannatamene semplice. Non è da tutti sparare li una song da venti minuti e fare venire al sottoscritto, che di dischi ne ha sentiti oramai tanti, la pelle d' oca per venti minuti. Sarà la maestosità delle partiture, la voce da cantore dannato di Alan Nemtheanga. Stop. Alan Nemtheanga, detto anche irlandese magnifico alla guida di una band magnifica, tali Primordial che adoro visceralmente. Dico io, e ci voleva tanto a capire che l' aria che tirava in "A Journey's End" era tanto simile? E che cazzo, meno male che qualcuno ragiona ancora. Dicevamo, maestosità, voce, pesantezza. Perché si, perché "Human antithesis" è un album dannatamente pesante, che si nutre come in passato dei vecchi My Dying Bride e degli Anathema, ma aggiunge un rumorismo apocalittico di scuola Neurosis sempre più evidente. La title track è imponente, maestosa e terrificante, nel suo incedere lento e ossessivo, con le sue parti recitare, cantate e urlate magistralmente da Alan Nemtheanga. Venti minuti di puro delirio, con un paio di momenti di mistica follia, che lascio scoprire a voi ("Children, I call you to war..."). Segue un' altra manciata di tracce, fra cui sorprende l' assalto iniziale di "To a Sickly Child". Basta, altre parole non servono. Una disco magnifico, che una volta entrato in circolo sarà la dose letale per il vostro intelletto. Un velo di Maya si sta strappando, album dopo album, song dopo song. All hail the new flesh. Amen.

100
 
http://www.musicboom.it/mostra_recensioni.php?Unico=20040521235901

Il vuoto del silenzio raggiunge l'apice
di
Francesco Imperato

All'indomani dell'uscita dell'ottimo Criteria Ov 666 avevamo auspicato per il futuro dei Void Of Silence una "commistione sempre più accentuata tra industrial dark ambient e doom metal" che è magicamente avvenuta. Con Human Antithesis il duo romano si getta a capofitto nell'esplorazione di questo territorio vergine i cui punti chiave sono fissati dalla band stessa.
Concettualmente basato sulla consapevolezza della natura contraddittoria dell'uomo, questo disco ne mette in evidenza tutte le più cupe sfaccettature attraverso le immagini (la copertina e illustrazioni interne) e ovviamente la musica. Chè può essere imperfettamente racchiusa tra i paletti dell'apocalyptic industrial doom metal, laddove in verità è viva e cangiante frammento dopo frammento proprio come è cangiante e instabile lo stato d'animo di chi vive una guerra (interna o esterna poco importa).


L'ingresso nella line up del singer nonchè autore dei testi Alan Nemtheanga (Primordial) - unica eccezione le guest vocals di Atratus dei Tronus Abyss su CXVIII - è la ciliegina su una torta nera, cupa, un incubo che ha la voce di una sirena e la musicalità di un grido disperato e catartico.
I sei brani proposti abbandonano la malvagità diretta e cafona del black metal per puntare i riflettori invece sull'aspetto morboso e desolato della faccenda. Ma sempre di malvagità si tratta, ed è questo ad esercitare un fortissimo potere magnetico.
'Human Antithesis' è la composizione più corposa, ben venti minuti divisi in tre parti, in cui la band romana da pieno fondo alle sue idee. Il brano introdotto da un documento sonoro storico, un elenco di dispacci in codice per i partigiani, è un susseguirsi di diverse atmosfere. Gli appigli a cui aggrapparsi per tentare di fornire una descrizione esauriente di quanto si ascolta sono fragili come creta. A volte è come ascoltare i Pink Floyd di 'Wish You Were Here' precipitati in fondo a un pozzo.
Note opprimenti e depresse scandite con lentezza doom (To A Sickly Child) sopra un cantato a volte declamatorio e tonante altre disperato (su Grey Horizon), altre più canonicamente growl, in ogni caso sempre fortemente passionale. Alan Nemtheanga si è dimostrato personaggio più adatto di Fabban perchè eclettico nel fornire voce a questo viaggio nella disperazione.


Rari i momenti che sfuggono alla fitta coltre di nubi, si potrebbero citare i cori celesti su Untitled, le aperture di Dark Static Moments. Il folk apocalittico CXVIII, tratta dai ?Fleurs Du Mal? di Baudelaire, pone il sigillo a questa opera dall'assoluto genio marcio, un'eclissi della positività che si fa sberleffi del 'sole caldo, delle giornate che si allungano' e luoghi comuni assortiti che ci aspettano nei mesi a venire.
La lisergìa ancora pesante nell'aria nonostante il cd-player abbia smesso di girare da alcuni minuti mi porta ad immaginare un lido estivo con 'Human Antithesis' in filodiffusione. La mia missione ora è cercarlo.
 
http://www.debaser.it/recensionidb/ID_2547/Void_of_Silence_Human_Antithesis.htm

Stavolta partiamo dalla fine. Ascoltiamo i versi del "Rinnegamento di S.Pietro" di Baudelaire, che Atratus (voce dei Tronus Abyss e ospite in quest'ultimo capitolo dei Void of Silence) recita in CXVIII. E poi, diamo un'occhiata alle immagini contenute nel bel booklet interno. Statue di Angeli e Santi, impassibili, a contemplare le macerie e le rovine lasciate dalla guerra. Volti freddi, nella loro marmorea essenza, senza un'ombra di pietà e compassione per la pazzia dell'uomo.

Il nuovo corso dei Void of Silence abbandona quasi completamente la rabbia e l'ostilità del precedente "Criteria af 666", per lasciare spazio solo alla cenere. In questo loro ultimo concept album (ispirato alla seconda guerra mondiale) tutto è già stato compiuto. La battaglia ha lasciato spazio solo a un'enorme distesa di fumo e macerie.
Ed ogni speranza è oramai vana.
Il suono che ne consegue si è fatto così ancora più oscuro, nero ed opaco. Il loro caratteristico doom apocalittico è oggi avvolto, come in un sudario, nell'infinito riverbero delle tastiere, mai così prepotentemente influenzate dalle sonorità Dark-ambient. E lontano rintuona ancora l'eco delle bombe. In questo senso l'album presenta un lavoro di campionamenti spaventoso per cura, efficacia e magnificenza degli arrangiamenti. Il risultato finale suona quasi come un'unica oprimente, disperata ed agghiacciante colonna sonora per il funerale del genere umano e di ogni religione da esso creata.
Inutile la ricerca del "riff" o del ritornello. Le chitarre sono quasi in secondo piano e in più di un'occasione, tra vari episodi doom, si sentono le influenze del miglior folk apocalittico.
La voce di Alan Nemtheanga (singer dei Primordial) poi, si è rivelata quanto di più adatto alla musica dei Void of Silence. A livello lirico infatti il suo apporto è strepitoso per teatralità ed efficacia (a volte mi ha ricordato addirittura il Roger Waters di "The Wall"), nonché fondamentale per il completamento di questa nuova dimensione artistica del gruppo.

Inutile comunque stilare una track by track, anche se su tutti vorrei citare episodi come l'immensa (anche per la durata di altre 20 minuti) "Human Anthitesis", divisa in tre parti, o "Dark Static Moments". Questo lavoro credo piacerà sicuramente a tutti i fan del Doom più oscuro e apocalittico (vedi Esoteric), ma certamente, va detto che è un lavoro forse non alla portata di tutti. Una proprosta oscura ed elitaria, per un album "difficile", che certo richiede più di un'ascolto per essere completamente assimilato, ma che anche per questo ho trovato spaventosamente affascinante. Lode ai Void of Silence!

Stelle: 5/5

Recensione di: Thrashing_days, (24/5/2004)
 
transit magazine

VOID OF SILENCE | Human Antithesis
Code 666
Ces Italiens nous reviennent enfin après deux ans d?absence pendant lesquels j?ai eu grand-peine à trouver un groupe dans la même veine. Ce n?est pas dur, je n?ai entendu aucun album si apocalyptique et torturé que le précédent opus de Void Of Silence intitulé ?Criteria Ov 666?. C?est pourquoi la venue de ce ?Human Antithesis? était très attendue. Et je ne suis pas déçue d?avoir patienté même si le groupe a légèrement changé son style. En effet, la musique comporte moins d?éléments indus pour laisser une plus grande marge aux sonorités doom, gothiques et ambient, mais l?atmosphère qui en résulte reste profondément noire. Outre cette évolution de genre, quelques vocaux féminins clairsemés se sont développés et un nouveau chanteur en la personne d?Alan Nemtheanga (Primordial) a pris place, élargissant ainsi les tonalités possibles notamment quand il utilise son timbre clair. Au final, ce ?Human Antithesis? est un labyrinthe de dark si prenant que l?on n?en ressort que difficilement une fois entré. [Oxana]
www.voidofsilence.com
 
Void of Silence tekee taidolla jotain sellaista, mihin monet italotoverit ovat kompastuneet hukkuen keskinkertaisuuteensa - goottivaikutteista metallia. Uudella levyllä kahden pääjehun rinnalle on hankittu vokalistiksi Alan Nemtheanga folkkimättöä veivaavasta Primordialista.
Musiikin kirosanaksi muodostunut goottilaisuus ei tällä kertaa ilmene täydellisten tökeröyksien muodossa, vaan hengellistä ambient-tunnelmaa onnistutaan loihtimaan syntetisaattoreilla melko vakuuttavasti. Alla jylläävä tuomiometalli toimii sekin hyvin.
Musiikki velloo hitaasti ja raskaasti eteenpäin omassa lohduttomuudessaan. Industrial-elementit ja aavekuorot tuovat lisänsä ydinlaskeuman jälkeistä rappiota muistuttavaan maisemaan, joka toimii näyttämönä levyn kuudelle kappaleelle. Käytännössä performanssi nivoutuu jouhevasti yhdeksi suureksi eepokseksi, eikä biisien vaihtumista juuri huomaa.
Vokalistin vaikeroiva laulu ja surumieliset lead-kitarat tuovat vahvasti mieleen My Dying Briden, mutta perinteisestä doomista poiketen välisoitot ja konesoundit muodostavat kakusta yhtä suuren palan kuin kitarat ja rummut. Omaperäisyydestä ei ole pulaa. Human Antithesis on jylhä järkäle, joka toimii sekä taustamusiikkina että kuulokkeet korvilla.
Arvosana: 4/5
http://www.letsmakesomenoise.com/levyarvostelut/index.php?id=2188
 
terrorverlag.de

Schwarze Propaganda für eine herzlose Welt und Musik als Gegenentwurf zur Menschheit: Man hat sich endlich einigermaßen an den Ton der Resignation gewöhnt, der im Doom zur Selbstverständlichkeit, ja sogar zu einem stilbildenden Merkmal geworden war, da kommt eine völlig unbekannte Gruppe daher, hebt militant die Flaggen und ruft zum Widerstand auf. VOID OF SILENCE haben keine simplifizierenden Parolen oder aufbauenden Botschaften im Tornister und auch die Revolution wird noch ein wenig warten müssen, doch ein willkommenes Kratzen an eingerosteten Toren ist ?Human Antithesis? allemal.

Dabei beruht der Verdienst der Band vor allem auf der einleitenden, zwanzigminütigen Titel-Suite, die in drei ineinanderfließende Kapitel unterteilt ist und sich wie ein rumpelnder Kohlenzug auf dem Weg zur Hölle nur schleppend in Bewegung setzt, einmal auf voller Fahrt jedoch unbeirrbar einen Weg durch die Nacht bahnt. ?This is where the Dream ends? heißt es gleich zu Anfang und die sich wie Lichtkegel einen Weg durch die Leere der Dunkelheit bahnenden Streicherflächen werfen Schatten an die Wände des engen Tunnels, der unter dem Donnern des tonnenschweren Schlagzeugs und der drückenden Riffs erbebt. Die Vocals bleiben völlig unbearbeitet, doch gibt gerade die scheinbare Menschlichkeit den Blick auf eine bodenlose, abgrundtiefe Wut und Fassungslosigkeit frei: ?Like an infected Junkie, you?re searching for a Fix/ Your God is a Needle, your God is a rusty Razor/ The filth in your blood, the filth in your vein?, Worte wie eine Predigt, willenlos, doch pur wie Quellwasser - ein seltener Gänsehautmoment. Ganz als sei der Auftrag damit erfüllt, wird das Album nach diesem Geniestreich beliebiger, unkonzentrierter und auch ein wenig gewöhnlich. ?Grey Horizon? ist noch ein schönes Stück mit einem melancholisch-melodiösem Finale, doch auf ?To a sickly Child? wabern die Gitarren bereits so tief und undefiniert wie bei der Armada untereinander austauschbarer Gruppen dieses Genres und nur die komplexen und mit Köpfchen konstruierten Arrangements lassen einen noch aufhorchen.

Womöglich wollte die Band einfach ein wenig zu viel des Guten und sowohl die Protagonisten des Fortschritts, als auch die Gralshüter des Wahren bedienen. Dass es dazu nicht gereicht hat, liegt wie man unschwer an den gar nicht so kurzen Momenten der Erleuchtung erkennen kann, nicht an mangelndem Talent, sondern wohl eher an zuviel Ehrgeiz. Trotz des schleichenden Gefühls von Enttäuschung und Ernüchterung, das sich ganz zum Schluss einstellt: Dass immerhin kann man Leichtesten verzeihen.
tocafi
(29.05.2004)
 
http://www.metalloitaliano.it

Questa vota la mia adorata Code 666 ha sparato davvero grosso: "Human Antithesis" dei Void of Silence non è solo un ottimo lavoro ma un vero e proprio capolavoro per la storia del genere di tutti i tempi. Già, perché di dischi come questi, non è che se ne trovino a bizzeffe? Perfetto, in un'unica parola "perfetto": quale altro aggettivo potrebbe meglio definire un album di tale portata, poiché la perfezione qui non viene soltanto sfiorata ma pienamente raggiunta! D'altronde sfido chiunque, dopo aver ascoltato il meraviglioso platter in questione, a non voler affermare le mie stesse parole in merito. E tuttavia, da una band del calibro dei Void of Silence, prima o poi, un "colpo grosso" come questo c'era d'aspettarselo: il combo capitolino non ha mai compiuto passi falsi sin dall'esordio di "Toward the Dusk" (datato 2001), migliorandosi l'anno seguente con lo splendido "Criteria Ov 666" e raggiungendo l'assoluta perfezione musicale con questo "Human Antithesis". Gelido, nero, inquietante? Immenso. Lento è l'incidere della lacerante chitarra, scandita da colpi di batteria pesanti come "blocchi di marmo nero" [Cit. Joy Division], tastiere "orrorifiche", il tutto sovrastato dall'eccelsa interpretazione vocale di Alan Nemtheanga (l'attuale singer degli scozzesi Primordial), che sebbene in un primo momento mi aveva un lasciata po' perplessa, facendomi rimpiangere "Fabban-the Evil voice", ora invece sono sempre più convinta che in tale contesto è l'esecutore migliore ed azzeccato che avrebbero mai potuto scegliere? Perfetto! "Human Antithesis" rappresenta il manifesto dell'apocalisse, la discesa del male sulla Terra (non a caso la Seconda Guerra Mondiale è il leitmotiv dell'opera), accompagnato da una copiosa dose di perversione, depressione e conseguente rassegnazione. E' un album da avere, a tutti i costi! Un'uscita discografica che si candida subito non solo tra le migliori del 2004, ma che rappresenta, come torno a ripetermi, un perfetto capolavoro del genere di tutti i tempi. E per l'occasione, mi permetto perfino di trasgredire a quelle che sono le regole del nostro sito, che non prevedono votazioni numeriche, ma in un caso estremamente singolare come questo, un bel dieci e lode lasciatemelo scrivere...

P.S. Le frequenti ripetizioni delle parole "perfetto" e "perfezione" sono rigorosamente volute dalla sottoscritta per meglio sottolinearne il valore.
Stefania Gervasini
 
METAL SHOCK
(TOP ALBUM)
?Human Antithesis?
(Code 666/Audioglobe)
6 tks - 61 min
10

Dopo una lunga attesa finalmente ce l?ho davanti. ?Human Antuthesis?, nuovo germe di follia apocalittica generata dalle menti geniali di Riccardo Conforti e Ivan Zara, sei nuovi interminabili capitoli atti a celebrare il nulla più assoluto, la cancellazione totale di qualsiasi forma di vita umana che popoli il nostro sempre più degradato pianeta. Credetemi se vi dico che cercare di sezionare ed analizzare un disco simile risulta impresa piuttosto ardua, perché credo che neanche gli aggettivi più disparati possano riuscire in qualche modo a cogliere il turbinio di emozioni che i Void Of Silence da sempre riescono a generare. Mettere su ?Human Antithesis? equivale a percorrere un viaggio senza ritorno tra i menandri più oscuri della psiche umana, a colpi di un apocalyptic ambient doom metal marziale e funereo diventato oramai marchio di fabbrica della band romana. Questo non vuol dire trovarsi di fronte ad un semplice ?Criteria Ov 666? parte seconda, perché alcune differenze si notano subito, a cominciare innanzitutto dall?entrata in formazione di Alan Nemtheanga (già singer negli irlandesi Primordial) al posto del dimissionario Malfeitor Fabban. Ed è proprio il diverso tipo d?impostazione vocale dei due a risultare subito lampante: se il bass player degli Aborym basava il suo cantato prevalentemente su urla disperate e lancinanti, al contrario Nemtheanga ha un approccio vocale molto più vario e ?controllato?, alternando evocative clean vocals cariche di pathos ai classici momenti in screaming (sebbene questi ultimi abbiano un ruolo minore rispetto ai precedenti lavori); e proprio il diverso approccio vocale contribuisce a dare la sensazione di un lavoro meno cupo e desolante rispetto al suo predecessore, anche se naturalmente il tipico Void Of Silence sound rimane sempre ben impresso. La title track iniziale (divisa in tre parti, un? interminabile agonia di 20 minuti e passa) si presta subito ad essere il vero pezzo forte del disco, anche perché ingloba in sé molti elementi che verranno sviluppati nelle tracce successive: oscuri tappeti di tastiere, malinconiche chitarre acustiche, agghiaccianti momenti noise/dark ambient atte a ricreare una sensazione di vuoto e alienazione (più volte appare il fantasma di Raison d?Etre e Mz412/Nordvargr, da sempre grandi passioni di Conforti), e ancora voci campionate (da brivido gli 11 messaggi iniziali), sporadici riffs black metal di una bellezza disarmante uniti alle sonorità doom apocalittiche che permeano l?intero lavoro. Con le successive ?Grey Horizon? (qui Nemtheanga dà il meglio di se stesso), ?To A Slicky Child?, la pazzesca ?Dark Satic Moments? e ?CVXIII? (dove appare Atratus dei Tronus Abyss) lo scenario non muta affatto, come se s?intraprendesse una lunga discesa in un abisso senza fine, senza alcuna possibilità di tornare indietro. Un viaggio in cui ti si materializzano davanti agli occhi scenari desolati, la sensazione di trovarsi davanti ad un paesaggio vuoto e silenzioso, appena uscito da un bombardamento, dove tutto quello che resta è solitudine e morte. Il bello di tutto questo è che la musica contenuta in ?Human Antithesis? pur nella sua apparente freddezza finisce proprio per emozionare a più riprese l?ascoltatore, in quanto non scade mai nella sperimentazione fine a se stessa, cercando sempre di non indirizzarsi in contesto troppo astruso e di difficile assimilazione, anche se non ci vuole molto a capire che una proposta del genere difficilmente possa incontrare i favori del grande pubblico. Una cosa comunque deve essere il più possibile chiara: questo è un disco che necessita d?innumerevoli ascolti e che ?pretende? di essere immagazzinato mentalmente in un determinato contesto, ossia in piena solitudine e nel silenzio più totale?solo in questo modo credo sia possibile coglierne le sue più innumerevoli sfumature. Non c?è altro d?aggiungere, ?Human Antithesis? è l?ennesima grandiosa opera di una realtà che tutto il mondo ci dovrebbe invidiare. Onore ai Void Of Silence. (mr)
 
Twierdza
VOID OF SILENCE
"Human Antithesis"

Spielzeit: 61:05
Bewertung: 10 Punkte
Label: CODE666
Herkunftsland: Italien

Rezension
Als erstes fiel mir an vorliegender Veröffentlichung auf, dass wohl ein Mitglied PRIMORDIALs an ihr mitgewirkt hat, sogar ständiges Mitglied der Combo zu sein scheint. Sicherlich ist Dergestaltes auch nicht ansatzweise ein Hinweis auf hohe Qualität der Musik, in diesem Fall jedoch bestätigt sich schnell eine gewisse Ahnung, ist die Musik, die auf "Human Antithesis" geboten wird, doch als schlichtweg genial zu bezeichnen!
Die Band präsentiert als Gerüst treibend - stampfenden Doom - Metal, der für sich gesehen schon zu keiner Sekunde Langeweile aufkommen ließe. Verbunden jedoch mit der dichten Atmosphäre dezenter Industrial - und Darkwave - Einflüsse sowie zahlreicher Akustiksequenzen ergibt sich eine einfach einmalige Atmosphäre purer schreiender Melancholie. Zu keinem Zeitpunkt weicht die Gruppe von dieser Ausrichtung ab und weiß den Hörer so voll und ganz in den Bann ihrer Musik zu ziehen. Regelmäßig kommt es zu diesbezüglich absoluten Höhepunkten bei denen man nur noch staunen kann. Es gelingt dabei nicht einmal einzelne Stücke hervorzuheben, stellt das Album doch als Ganzes ein regelrechtes kleines Kunstwerk dar, aus welchem keine Teile durch irgendwelche Qualitätsschwankungen hervorstechen.
Eingebettet in solch geniale Musik wirkt denn auch ein absolut genialer Gesang, welcher im Wesentlichen zwischen klarer und klagend - jammernder Ausrichtung variiert. Gelegentlich wird der so geartete Gesang sogar mehrstimmig vorgetragen, was dem Hörer regelrechte Gänsehaut über den Körper treibt. Sogar eine geniale weibliche Stimme kommt mehrfach zum Einsatz und wertet das Gesamtbild noch zusätzlich auf.
Wie man meinen obigen Beschreibungen wohl problemlos entnehmen kann, stimmt musikalisch an vorliegendem Doom - Machwerk einfach alles. Aber auch klanglich sind keinerlei Kritikpunkte auszumachen. In jeglicher Sequenz ist die Produktion völlig homogen, druckvoll und lebendig und weiß dadurch die geniale Musik noch zusätzlich produktiv zu unterstützen. Besonders hervorstechend ist diese Tatsache angesichts der zahlreichen Einspieler und der extremen Vielseitigkeit der Musik, was ansonsten häufig zu ungünstigen Klangverhältnissen führt hier aber optimal umgesetzt wurde.
Die Texte der einzelnen Stücke liegen mir leider nicht vor. Angesichts der Titel aber kann ich nur auf ein Konzeptalbum schließen, dass die Melancholie des Liedgutes auch textlich umsetzen sucht. So macht der Albumtitel allein ein dreiteiliges Stück aus und wird ergänzt durch zu Beispiel "Grey Horizon (M.P.H. MMIV)". Jeder der also die Gelegenheit hat die Texte durchzulesen sollte dies tun.
Insgesamt kann man bei "Human Antithesis" von einem genialen Doom - Metal - Album sprechen, dass die melancholische Seite gegebenen Genres hervorragend umzusetzen weiß. Absolute Kaufempfehlung also an alle Freunde melancholischer Klänge, die jedoch trotzdem nicht auf den nötigen Druck in der Musik verzichten möchten
 
http://www.entrateparallele.it/

Void Of Silence - Human Antithesis - voto 8.

Malato, inquietante, disturbante, un concentrato dei sentimenti più negativi questo nuovo album dei romani Void Of Silence. Human Antithesis ruba le ritmiche dal doom più cupo e intransigente per inserirle nelle atmosfere insane e glaciali del metal estremo, creando un mix letale ed infernale che saprà raggiungere gli angoli più remoti del vostro inconscio.
I Void Of Silence sono la necrosi dell?anima, l?erosione della mente, gli spietati oppressori della positività e perenni nemici della luce!
La band di Ivan Zara e Riccardo Conforti, pur mantenendo i canoni stilistici dei due precedenti platter, si presenta sotto una veste leggermente rinnovata: dietro al microfono si destreggia infatti il nuovo singer Alan Nemtheanga (che probabilmente molti di voi conoscono per le precedenti performance coi Primordial), con l?arduo compito di sostituire gli urli atroci e disturbanti di Malfeitor Fabban. A.Nemtheanga purtroppo non riesce mai a raggiungere i picchi emotivi del suo predecessore e a comunicare quel senso di oppressione e quel bisogno impellente di suicidio che aveva caratterizzato i precedenti lavori della band, ma è comunque capace di una prova vocale personale e ricca di pathos, in grado di evocare costantemente malinconia e solitudine.
Human Antithesis è un album estremo come pochi altri e che, proprio per questa sua caratteristica, si può amare o odiare; un?ora di musica che tormenterà le notti insonni di tutti coloro che hanno un?anima nera?e ucciderà di noia tutti gli altri!

(Valerio Matteini)
 
http://www.metalmaniacs.it/Recensioni/Void of silence - Human Antithesis.htm

Aveva lasciato il segno il precedente Criteria Ov 666, grossa era l'attesa e la curiosità per il nuovo lavoro di casa Void Of Silence targato Human Antithesis, curiosità resa ancora maggiore dopo l'importantissimo cambio alla line-up che ha visto giungere dietro al microfono A.A. Nemtheanga degli scozzesi Primordial al posto del defezionario Fabban. L'impostazione vocale dei due singer è completamente differente; scordatevi quindi lo screaming che accompagnava Criteria Ov 666, dovrete abituarvi ad una prestazione più "calda" con voce quasi sempre pulita, che però va di pari passo con la nuova incarnazione musicale dei Void Of Silence. Tutti gli elementi che avevano donato al precedente disco un mood malato e apocalittico (screaming freddissimo, suoni acidi) vengono in Human Antithesis a mancare rendendo questo disco ben più accostabile del precedente alla scena Doom (anche grazie al nuovo reparto vocale a volte sembra di sentire i My Dying Bride). Siamo quindi ben lontani dai richiami ai Plasma Pool dell' esordio, l'ispirazione è decisamente più metal anche se non mancano omaggi ad altri generi come nell'iniziale titletrack dove a tratti spuntano fuori i Dead Can Dance, o nell' intermezzo-requiem "Untitled". Human Atithesis è quindi, nonostante qualche momento di fuga, un disco Doom, ed anche dannatamente lento non solo come tempi, ma anche e soprattutto come "svolgimento" a tratti si rischia di perdersi nelle lunghissime canzoni per le quali non sembra esserci una struttura logica. L'opener con i suoi venti e passa minuti accusa queste pecche mostrandoci una serie di momenti e sensazioni che però sembrano susseguirsi senza un fine... Fortunatemente le altre tracce mostrano maggiore compattezza; la seconda "Grey Horizon" è un autentico capolavoro con Nemtheanga che finalmente mette in mostra le sua espressività vocale (per chi scrive uno dei migliori cantanti di metal estremo). Le altre due vere canzoni "To a sickly child" e "Dark Static Moments" si attestano anch' esse su ottimi livelli eguagliando la bellezza della sopracitata "Grey Horizon". Non mi resta che consigliare questo disco a chi già conosce i Void Of Silence e a chi ama il Doom più funereo dalle tinte oscure e decadenti.

Voto: 8

Evander Sinque
 
http://www.babylonmagazine.net/vis_...d=VOID OF SILENCE&nome_disco=Human Antithesis

"La gallina ha fatto l'uovo". Se conoscessi le regole di codifica per criptare i cosiddetti "messaggi speciali", quelli che all'epoca dei partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale venivano trasmessi su Radio Londra (si riferivano al paracadutare di viveri, armi e uomini, a spostamenti di unità, ad operazioni belliche), carichi di presagi e gravità, mi divertirei ad applicare tale frase in codice (realmente usata in tempo di guerra) all'annuncio del ritorno dei Void Of Silence. Si confermano talenti puri, geniali, e il loro disco "Human Antithesis" è sicuramente candidato a miglior disco 2004.
Si inizia proprio con queste inquietanti registrazioni, attinte dall'archivio dell'Istituto Lvce: la voce allora celebre per gli ascoltatori di Radio Londra annuncia la presenza di una serie di messaggi speciali, con asetticità e malata freddezza. E' l'intro della title track, "Human Antithesis", un brano colossale di venti minuti che si innalza con atmosferica solennità, mostrandosi catacombale e armonica, caustica e dolce. I riff doom e le percussioni elettroniche schiacciano, le tastiere elevano atmosfere surreali; Alan Nemtheanga (PRIMORDIAL) era atteso alla sua prima prova studio con i Void Of Silence, e si dimostra sapiente nell'uso di voci agonizzanti pulite e ruggiti di rabbia meditata, in grado di ristrutturare in suono la retorica lacerata e agnostica dei testi. Break acustici e gorgheggi femminili inseriscono un elemento di gothic commovente ma totalmente strumentale all'amalgama che mantiene un marchio di originalità: industrial, doom, black metal vocals/clean vocals, gothic sono qui un'entità omogenea che supera di gran lunga la semplice somma degli elementi costitutivi. I break generano claustrofobia, sono interruzioni che indugiano nell'intimità e poi riesplodono in una dimostrazione di maestria nel manipolare l'espressività e le atmosfere a piacimento. Fa un certo effetto, dopo essersi sentiti sopraffare dai motivi portanti, avvertirli tutti riuniti in un determinato punto del brano mentre le urla di Alan Nemtheanga cercano di lacerare il più possibile, senza pietà. Così come fa effetto udire tra gli accordi acustici e malinconici il ripartire dei campionamenti dell'epoca della Seconda Guerra. Un numero inelencabile di suoni e strumenti compaiono, anche solo per pochi secondi, per poi non farsi più sentire, dando vita ad un lavoro assolutamente personale, ineguagliabile. Il piano ipnotico di "Grey Horizons" sfocia in un doom decadente che rievoca altezze espressive tipicamente doom, riff prolungati, armonie irresistibili e dolenti che ripagano ogni secondo di prolungamento delle attese. La voce ripercorre l'assoluta mancanza di speranza per un mondo ormai "devoid of colour / devoid of sound". "Untitled" è un interludio di musica apparentemente sacra, forse un alleggerimento catartico dopo lo spessore delle prime due suite musicali. Si è subito lanciati quindi verso "To A Sickly Child", che comincia con la fredda solitudine e l'opacità del suono di un brano industrial dei Raison D'etre, ma poi esplode con una ferocia che fa male, in una litania lenta e surreale. Con un gioco di sfumature il mood cambia ed offre variazioni più tenui, con un impatto visionario garantito da tastiere avvolgenti e fraseggi di chitarra deliranti. Segue "Dark Static Moments" funerea e sognante; è quasi uno sguardo introverso, in terza persona, sul distacco di un uomo dalla realtà percepibile. Profetica e dissacrante "CXVIII", il cui testo farà sorridere molti per la buona retorica.
Attesi alla prova della maturità, i Void Of Silence non hanno fatto i modesti. Hanno semplicemente confezionato uno di quei lavori memorabili, che si ergono alla pari dei monumentali storici album degli Anathema "Pentecost III/The Silent Enigma". "Human Antithesis" è disponibile in digipack, conta 61 minuti di arte agghiacciante, e viene venduto al sito ufficiale come un nice price. Non riesco a trovare un difetto a questi ragazzi. Continuate così.
 
http://www.metallized.it/recensione.php?id=357

Void of Silence - Human Antithesis
Anno: 2004
Genere: Doom
Casa: Code 666
Autore: Dario Celoni "Killing M.A.T.ER.I.A."
Voto: 90




Leggiamo 11 messaggi speciali: "Enrico non studia, sempre piu' alto, Maria si prepari, Martino non parte..."

Con questo annuncio i romani Void Of Silence danno vita al terzo capitolo della loro funerea esistenza.Ivan Zara e Riccardo Conforti partoriscono una creatura malata e pregna di quella pesantezza industriale che da sempre li caratterizza.
Il seguito di Criteria Ov 666 non aveva scelta:mantenere le proprie coordinate su ossessivi riffs,lunghe e struggenti doom songs (condite dalla misantropia di Fabban ) o iniziare a dipingere nuovi scenari e nuove forme d'arte,mantendendo comunque,l'impronta di sempre.Ed alla fine,la ricerca della frustazione assoluta ha convinto i nostri a sperimentare strade,ai più,sconosciute.
Ecco dunque,aggiungersi al duo italiano,il singer irlandese Alan Nemtheanga,cantante degli ottimi Primordial.Ecco dunque,la l'ennesima sfida con se stessi.Si,perche' sostituire il posseduto Fabban con un cantante dalla voce calda ed epica come Alan rappresenta veramente una scommessa.
Human Antithesis e' un disco di industrial-ambient con sterzate black e doom come solo i migliori Shape Of Despair possono pensare di fare.La pesantezza di tale opera e' palese,a cominciare dal libretto:immagini rigorosamente verde-nero (abbinamento fantastico),fotografie di guerra,di palazzi abbattuti,di gente disperata.L'inumanità trasmessa si tocca con mano,i nuovi Void Of Silence sono diversi.Colpiscono di piu' al cuore,abbinano sentimento a macchine,a fredde parvenze indutriali.E questo e' un gran merito di Alan.Non e',ne meglio ne peggio di Criteria ov 666 o Toward the dusk,e' semplicemente un disco diverso.

Si parte con il gia' citato annuncio (dispacci radio in codice diretti ai partigiani),che introduce le fredde campionature di Riccardi Conforti,pronte a raccontarci questo concept sulla seconda guerra mondiale.La title track dura circa una ventina di minuti ed e' divisa in tre tracce.
The Dream Ends assorbe l'introduzione,assimila tutto il disagio ormai stagnante nelle nostre menti,e si lascia raccontare.Partiture doom,chitarre pesantissime,aprono i cancelli ad Alan,pronto a declamarci tutta la sua angoscia "this is where the dream ends".Pezzo buio e desolante,spezzato da screaming violentissimi e disumani.La devastazione del mondo e' dipinta e manifestata nella sua interezza.Empty Prayer e Black Propaganda (due terzi della lunghissima Human Antithesis) non offrono alcuna speranza (you can pray God...),non ci si attacca a nessuna timida ancòra.Grey Horizon apre la porta a un timido pianoforte che introduce riffs di stampo My Dying Bride,caldi e tesi allo stesso tempo.La melodia si spezza,l'angoscia sale,le fredde lamiere chiedono spazio.E' il buio che comanda. L'epica voce di Alan cerca luce fra tanta polvere,e' una invocazione la sua,e' un triste richiamo ad orizzonti ormai sottomessi dalla follia umana.?To A Sickly Child? e ?Dark Static Moments? servono alla conferma che da questo disco,la nostra mente difficilmente potra' astenersi.Il rito funebre,portatore di ogni forma di solitudine trova riposo con CXVIII (il Canto 118 tratto dai ?Fleurs Du Mal? di Baudelaire) declamato da Atratus dei nostrani Tronus Abyss.Nient'altro da dire.Lo smarrimento mentale offerto e' tale da non poter piu' commentare tale opera.
Semplicemente,un capolavoro.
 
http://www.holymetal.it/Recensioni/Album/V/VoidofSilence-Human.htm

Giungono al terzo album , dopo una ed estenuante ricerca di se stessi . Posseduti da spiriti malvagi si vestono a festa e lanciano la nuova ed ennesima sfida agli dei dell'heavy metal. La loro voce si espande come tuono di tempesta e scroscia come eterna pioggia acida battente sulla scena della divina urbs romana. Ivan Zara e e Riccardo Conforti tirano le redini della band verso nuovi orizzonti malati ,che l'occhio umano non puo' vedere ,partorendo una creatura malvagia ed innovativa , mai notata sulla scena mondiale . Lo spirito indemoniato di Fabban si e' diretto verso altri desolati insanguinati lidi ed ora tra le perdute anime si erge come un'immensa montagna in un deserto di anime Alan Nemtheanga. Scommessa vincente secondo me. Infatti i dannati sostituiscono la voce di Fabban , oscura e malvagia con quella epica e calda del cantante dei Primordial. Personalmente ritengo che la band con questa mossa abbia spiazzato tutti aprendo un nuovo sipario dell'orrore con colonne sonore tetre ed allucinogine dapprima industrial ambient per sterzare verso le impervie strade del black metal raggiungendo le vie della perdizione del doom metal. Una miscela esplosiva , un mix di acido quasi alchemico che scalera' sicuramente le pareti della mente umana corrodendola senza pieta'. Che siano cambiati si puo' notare subito dalla copertina del full lenght , con paesaggi alla Ken il guerriero esprimendo il loro malumore verso la realta' dove la loro frustrazione nel vivere in un mondo che non gli appartiene e' dilagante. Il disco parte subito con un'originalità suprema aprendo i cancelli ad un concept stupendo dedicato interamente alla seconda guerra mondiale. Come un re che incita i suoi verso l'immortalità si innalza la title track , che dura intensissimi 20 minuti divisa in tre parti. The Dream Ends assimila tutto il malulore della band caricandosi di sangue ed odio per poi esplodere con la voce di Alan intensa come un coltello gelido che si infila nel vostro cuore. La sua voce e' infuriata dalle pesantissime chitarre e frustrata dalle grandissime cadenze doom. Connubio perfetto di incredibile fattura che rendono l'atmosfera invivibile dove la follia e' l'unica salvezza. La lunghissima Title Track continua con Empty Prayer e Black Propaganda come due cavalli da guerra impazziti solcano il terreno insanguinato dalle sonorità malate e ci trascinano verso la pura malvagita' . L'oscurità e' interrotta dagli sprazi di una luce intensissima come quella di Alan , mai cosi in grande spolvero, malinconica come una candela in un cimitero racconta tutta la sua incredulità verso un mondo folle comandato da macchine vampiriche , succhiatrici di corpi e di anime. To A Sickly Child e Dark Static Moments rendono il disco frutto di menti marziane e fluttuano nella malsana aria come spiriti inquieti immobilizzati dalle lunghissime ed eterne catene. Gli spiriti trovano finalmente la loro pace con Cxviii che come un rito funebre invade l'aria conducendola verso la divina quiete della morte. Un disco sublime , intenso di emozioni e di sonorità originali . Ottima la produzione del terzetto romano che , a mio parere , si ritagliano un ruolo da protagonisti non solo tra le eterne mura della divina Roma. La mia mente si e' smarrita in luoghi che non riesco nemmeno io a commentare come da tempo non accadeva. Sicuramente un disco da possedere poichè il suo canto onirico vi possiederà la mente e vi dannerà per sempre. Un capolavoro .

Voto: 9 Angel
 
I had the chance to listen "Human Antithesis" and even if it's not the kind of music I usually listen to, the result it's really chilling! I quite much liked the gloomy ambient textures, they give a sense of deep wideness to the music.

Keep up with the good work!

CIAO :)
Sergio
 
http://www.lordsofwinter.com/Menu.php3?action=chronique&groupe=783&album=1503

Après deux albums qui ont marqué les esprits, Void of Silence a réalisé quelque chose de grand, quelquechose d'unique, qui va faire date dans l'histoire du métal expérimental. Avec la venue du chanteur de Primordial (groupe auquel je vais vite m'intéresser), le groupe a atteint le stade de l'excellence.
Human Antithesis commence par sa pièce la plus longue, un titre éponyme d'une vingtaine de minutes divisé en trois chapitres, vingt minutes durant lesquelles le groupe déploie son génie au grand jour, une convergence des plus convaincantes entre des styles tels que l'indus, l'ambient et le doom metal.
C'est sur ce premier acte que va se focaliser ma chronique, le reste de l'album y étant équivalent autant du point de vue stylistique que qualificatif... Human Antithesis commence donc par un passage ambient, et une saveur déjà toute particulière point immédiatement à l'écoute: nappes de claviers opressantes, samples de discours en italien, percussions synthétiques purement indus... et tout doucement, le malaise s'installe... une ligne de guitare très saturée, d'une extrême noirceur, sur laquelle viennent progressivement se greffer claviers, rythmique puissante et martiale et toujours ces samples et ces bruits inquiétants qui agissent dans la discrétion.
Void of Silence fait dans la mise en scène, et installe ses ambiances progressivement pour toujours arriver au même résultat: l'extase, une succession de sombres tableaux mystiques, le tourment d'une âme nourrie par la colère et par l'espoir. Les transitions entre ces visions du monde se font dans l'aisance et la maîtrise la plus totale, les guitares lourdes et suffocantes sombrent dans le vide, alors que surgissent des vocaux féminins angéliques, toujours sur fond d'ambiance apocalyptique et inquiétante, comme si la parole de Dieu planait sur un monde en proie à la destruction.
Et toujours la musique se renouvelle ainsi, et toujours elle surprend: notes de piano fantomatiques, passages acoustiques froids et envoûtants, et ces claviers, ces samples omniprésents, toujours tapis dans l'ombre... fascinant. Cet album fait partie de ceux qui se découvrent à chaque écoute, dévoilant toujours de nouvelles sensations... les meilleurs effets en présence, proprement indescriptibles, sont ceux qui se remarquent le moins, et cela Void of silence l'a tout à fait compris (le mixage d'un tel album doit être un défi de taille). Quant au chant, il est exemplaire, d'une ampleur dramatique incroyable, il insuffle à la musique une aura particulière à chaque tableau, assurant toujours les transitions avec fluidité... désespéré, rêveur, rageur, haineux... Alan Nemtheanga s'impose comme un vocaliste exceptionnel.
Le groupe ne sombre à aucun moment dans la violence musicale pure, mais cette violence demeure palpable à chaque instant, une aura sombre et oppressante règne sur chaque riff, sur chaque note de clavier. A de nombreuses reprises la musique s'élève, que ce soit dans la haine (le chant black est parfait) ou dans l'espoir d'un monde meilleur, j'en prends pour preuve les quatre dernières minutes de ce premier chapitre, bouleversantes au possible... ces états de grâce sont souvent accompagnés de textes on ne peut plus explicites...
Car oui Void of Silence est un groupe engagé, et ces discours violents ne sombrent pourtant jamais dans l'extrémisme exacerbé ou la bêtise: les textes sont magnifiques, tant l'écriture est stylée et intelligente. Par ces discours de révolte, le groupe désigne clairement l'ennemi du doigt: la religion, quelle qu'elle soit, est au centre du propos. Cette succession de tableaux désespérés, empreints de tristesse et de colère, deviennent très clairs au fil des écoutes, Void of Silence pleure, hurle à la mort, et invoque une révolution totale pour un monde meilleur. C'est à ce stade que la musique du groupe prend aux tripes, impossible de résister à l'appel de la guerre, impossible de ne pas prendre les armes, impossible de ne pas brandir l'étendard du mal face à ces institutions et ces dogmes grotesques et laver dans le sang toute la douleur de l'humanité. En un titre, on perd la tête, 20 minutes de richesse sonore et une démonstration talentueuse qui ne s'oublient pas de sitôt...
Cependant, les quelque 40 minutes qui restent sont du même niveau, chacun des titres abordant un thème différent, avec pour principale composante ce désespoir et ce sentiment de révolte qui ne laisse aucun répit. Le deuxième titre est d'une tristesse absolue, à la limite du supportable, mais pourtant si beau et si inspiré, qu'on en ressort complètement abasourdi... et c'est après une transition tout en choeurs envoûtants que surgit le titre le plus violent de l'album, qui commence par une longue partie ambiente magistrale, et je pèse mes mots... et le choc arrive, Void of Silence fait du doom metal... une rythmique loin des clichés "pachydermiques", un jeu tout en finesse au service d'un titre exceptionnel. C'est sur ce 4ème chapitre que le chant atteint des sommets, vocaux rauques typiquement doom, hurlements d'une rage impressionnante, on passe par tous les degrés d'émotions, avec pour apothéose ce chant lyrique et divin qui est présent sur la totalité de l'album. Le cinquième titre surenchérit dans le désespoir, même si ici l'ambiance est bien plus malsaine, voire complètement malade... et contre toute attente, l'album s'achève sur une ouverture claire, une grande lueur d'espoir, mais si éphémère, si belle et fragile, qu'elle ne peut qu'être utopique... Le tout accompagné si je ne me trompe d'une lecture en italien du reniement de Saint-Pierre (C.Baudelaire), une conclusion spéciale pour un album au très haut statut.
Décrire de telles choses est réellement difficile, dans la mesure où Human Antithesis fait beaucoup appel à la perception, à la sensibilité et à la réflexion de l'auditeur. Dans une approche plus concrète, on a bel et bien affaire à du doom metal, reconnaissable entre mille certes, mais les fans du style y trouveront vite leurs repères, avec notamment ces riffs lents, percutants... et ces quelques longueurs, jamais chiantes mais qui mettent toujours mal à l'aise. la production est énorme, parfaite pour le style du groupe, et les musiciens imposent le respect, à savoir que seuls 2 hommes s'occupent de la partie musicale, et vu le résultat, on ne peut qu'être ébahi... les ambiances envoûtantes, les riffs inspirés, la batterie énergique et originale, les mélodies imparables, les transitions... il y a tant à dire... Vous l'aurez compris, j'adhère à 100% à la musique du groupe.
Cet album fait avancer les choses, il peut ouvrir de nouvelles portes à chaque auditeur qui approfondira ses écoutes, cet hybride ambient/indus/metal attise le désir de partir à la conquête de nouveaux styles musicaux. Un album qui s'impose de lui-même, unique, intelligent et incontournable...

(Deckard - 06/06/2004)
 
http://www.progressiveworld.net/voidofsilence.html

Reviewed by: Davide Guidone, June 2004 Void Of Silence is an Italian band that plays a very special genre that delivers a mix of Doom, Ambient and Industrial. It is a very original scheme of music, based on an apocalyptic approach to life and it is shown in the sad atmospheres that appear on the album
All of these characteristics are due to the excellent mind of Riccardo Conforti, who is the main writer of all of the songs and the polyinstrumentalist of the band. An added quality is given with Alan Nemtheanga from Primordial joining the group; he is the source of some apocalyptic vocal melodies and growls. The music is very dark and ambient like, representing a very original standard of music that has a vague influence of prog music, which was and is an important background to Conforti.
Human Antithesis is one of the most original albums that I have listened to in some while. That's for sure!
Rating: 5/5
 
http://www.vampire-magazine.com/reviews.asp?id=2857

Mhhhh this is actually an interesting album, it has a certain apocalyptic feel to it. And the use of Alan Nemtheanga of PRIMORDIAL on vocals gives it an even more theatrical and desperate atmosphere. I must say that I like the concept, but I find it hard really to listen to it. It?s more or less something you would put on to set a certain mood. Nevertheless it is something worthwhile to really listen to in an attentive way because there are a lot of interesting arrangements and layers that would pass you by if you just let it flow over you. Either way it is enjoyable music, even though I?m not very fond of keys they don?t tend to constantly annoy me although they sound a bit cliché. I would have liked to hear the voice of Alan a lot more but in a way that would destroy the depressive nature of the songs. I actually had to listen a couple of times to it because I didn?t really know what to think of it. I?m still a bit in limbo but I must say I generally like it, VOID OF SILENCE does make interesting music and it has the right feeling to be some sort of a doom band, an ambient doom band if you like. Some uses of samples are very good and others are less good but overall I would say it fits in the music and adds to the coldness of the music. It?s certainly worth checking out.